FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 07 – PARTE 08

RITORNO AL PIANETA ROSSO (2000) – PARTE 08

L’UOMO SENZA OMBRA (The Hollow Man)

Spettacolari effetti d’invisibilità si ottengono grazie al computer con il film L’Uomo senza Ombra (The Hollow Man) di Paul Verhoeven, dove il Dottor Sebastian Caine (Kevin Bacon) e la sua équipe sperimentano un preparato che rende invisibili. Dopo aver avuto successo su cavie animali, e dopo esser riuscito a invertire il processo, Caine lo sperimenta su sé stesso. La prima parte funziona, ma il ritorno alla visibilità non riesce e Caine resta invisibile permanentemente. La nuova condizione lo fa credere onnipotente, trasformandolo in un maniaco sessuale e omicida.

Dal punto di vista degli effetti speciali, il film è particolarmente sofisticato, se paragonato agli altri film sull’invisibilità. Infatti questa volta Kevin Bacon sul set interagiva con gli altri attori, essendo presente sul set anche nelle scene in cui è invisibile: coperto da una tuta colorata, la sua immagine veniva poi cancellata digitalmente, ma le sue azioni sullo schermo appaiono decisamente credibili. Un esempio è la scena in cui Caine uccide il responsabile governativo del progetto (William Devane) annegandolo nella sua piscina: la lotta fra Devane e l’invisibile Bacon (che sul set indossava una tuta nera) è drammatica e realistica.

Un’altra particolarità di L’uomo senza ombra è che vediamo il processo di trasformazione nell’invisibilità assistendo gradualmente alla “sparizione” del corpo, e lo vediamo prima senza pelle, poi senza muscoli, poi senza organi, infine vediamo lo scheletro dissolversi. Nella scena in cui una cavia orango ricompare, vediamo il processo inverso, dalle ossa fino alla peluria completa.

Il responsabile degli effetti speciali Scott Anderson visitò il museo della Specola a Firenze per studiare i modelli anatomici di cera lì custoditi, che risalgono al 15° e 16° secolo. In seguito Anderson e la sua troupe continuarono le loro ricerche sull’anatomia umana e animale, arrivando a presenziare a un’autentica autopsia. Il regista Paul Verhoeven e Anderson fecero molti disegni preparatori per le scene delle trasformazioni; una volta selezionati i migliori, questi venivano passati al dipartimento digitale per la loro realizzazione. E infatti il corpo di Bacon passò attraverso moltissimi scanning e digitalizzazioni: quello che vediamo nel film può essere definito una copia virtuale dell’interno del suo corpo. A un certo punto Caine indossa una maschera di latex per rendersi visibile ai suoi colleghi (e che si leva per compiere i suoi crimini), ma gli occhi e la bocca appaiono invisibili, creando un effetto impressionante che spiega il titolo originale: “l’uomo vuoto”. Per mantenere l’espressività del volto di Bacon, la maschera era particolarmente aderente, ma per questo fastidiosa da portare, finendo con il creare problemi nervosi all’attore.

La maggior parte del film è ambientata nel laboratorio di Caine: in realtà si trattava di una base missilistica abbandonata e riadattata.

La recitazione è importante quanto gli effetti in questo film, e Bacon ricorda così il suo approccio al personaggio: “Se Caine non fosse diventato invisibile, avrebbe commesso tutti quei delitti? Perché il suo potere, ma anche il senso di intrappolamento e la possibilità di uscirne sono ottenuti con l’invisibilità. Ma chiunque diventerebbe un mostro al suo posto? No, Caine è predisposto, è incredibilmente voyeuristico, megalomane, ma in fondo insicuro. É affamato di potere”.

The Hollow Man è spesso associato al romanzo The invisible man di H.G. Wells. In realtà il personaggio di Wells è sì un po’ squilibrato, ma alla fine non uccide nessuno. Il cliché cinematografico dello scienziato “invisibile e sadico” deriva semmai da un altro romanzo, The murderer invisible, scritto da Philip Wylie nel 1931. Persino il film L’uomo invisibile di James Whale (1933) se da una parte segue la trama del romanzo di Wells, dall’altra modella il protagonista su quello del romanzo di Wylie.

(8 – continua)

Giovanni Mongini & Mario Luca Moretti