FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 07 – PARTE 10

RITORNO AL PIANETA ROSSO (2000) – PARTE 10

SUPERNOVA (Supernova)

L’astronave Nightingale 229 svolge il suo compito come unità di soccorso nello spazio. Siamo nel ventiduesimo secolo e, a bordo della nave spaziale, c’è un personale medico composto da sei persone: il pilota Marley (Robert Forster), il copilota Nick (James Spader), l’ufficiale medico Evers (Angela Bassett), il medico Yerzy (Lou Diamond Phillips), il paramedico Lund (Robin Tunney) e il tecnico informatico Benjamin (Wilson Cruz).

Una base mineraria invia una richiesta di soccorso e l’astronave effettua il balzo temporale, evitando anche una tempesta meteorica, per raggiungere il luogo di provenienza del segnale e prendono a bordo Karl, l’unico superstite (Peter Faccinelli) il quale mostra agli esami delle strane anomalie…

La storia del cinema, e specialmente quella di Hollywood, è piena di film dalla lavorazione travagliata, passati da uno sceneggiatore o da un regista a un altro, rimontati dai produttori, o comunque rimaneggiati in vari modi, e infine sconfessati dai loro stessi autori, ma Supernova spicca anche in questo senso. Il soggetto originale è del regista William Malone, fu scritto nel 1990 ed era molto simile ad Alien. La MGM ne comprò i diritti, affidandolo a vari sceneggiatori che lo trasformarono in un soggetto simile a quello raccontato. Il progetto fu affidato al regista australiano Geoffrey Wright, che ebbe l’idea di girare la storia interamente in un ambiente a gravità zero: una trovata troppo ardita per i produttori. Allora per la regia rimasero in ballottaggio Walter Hill e Jack Sholder, e la scelta cadde sul primo. Il soggetto entusiasmò Hill, che disse: “E’ il tipo di storia che leggevo da piccolo. John W. Campbell l’avrebbe comprata per la vecchia rivista Astounding”. Meno entusiasmante il copione, che subì diverse riscritture in corso d’opera: “Ricevo pagine nuove di continuo”, disse il regista durante le riprese, “sappiamo dove questo film sta andando, ma quanto funzionerà la storia alla fine dipende da come elaboriamo lo script”. Hill comunque si mostrava fiducioso: “Abbiamo effetti speciali ma li usiamo in maniera intelligente, per sottolineare l’ambiente dei personaggi, piuttosto che sminuire la loro caratterizzazione. Supernova è soprattutto un film di attori”. E in effetti il cast è di valore. Sta di fatto che finite le riprese e completati due montaggi diversi del film, la produzione, dopo un’infelice anteprima di prova, si disse delusa del risultato e Hill fu licenziato. Jack Sholder fu allora di nuovo convocato per rigirare il film. Secondo Sholder la versione di Hill aveva un’atmosfera troppo cupa, un ritmo troppo lento, un subplot inutile relativo alla tossicodipendenza di Nick, un commento musicale noioso. “Rimontai del tutto il film”, racconta Sholder, “lo snellii, buttai la colonna sonora e il sub-plot della droga, aggiunsi scene umoristiche e interesse alla storia fra Spader e la Bassett, tagliai molti dialoghi. E la nuova anteprima fu un successo”. Ciononostante, dopo Sholder fu nientemeno che Francis Ford Coppola a prendere in mano il film, che approntò un nuovo montaggio. Fra le modifiche, una scena d’amore fra James Spader e Angela Bassett, ottenuta alternando i primi piani dei due attori con immagini scartate da un’altra scena d’amore, quella che avviene (in gravità zero) fra Robin Tunney e Peter Faccinelli: la trasformazione fu ottenuta colorando digitalmente la pelle di Robin Tunney! Il risultato fu che Walter Hill disconobbe il film, la cui regia fu firmata da un inesistente Thomas Lee.

Nonostante tutti questi rimaneggiamenti, il film è tutt’altro che spregevole. La trama e i personaggi hanno spessore e originalità, ritmo e tensione non cadono mai e gli effetti speciali sono ben curati. E fra questi si segnalano le progressive metamorfosi di Karl, impressionanti e convincenti: il truccatore Patrick Tatopoulos le ottenne usando una tradizionale tecnica prostetica. Ma va anche detto che buona parte del lavoro di Tatopoulos fu poi tagliato dal montaggio proprio perché troppo spaventoso. Mark Stetson invece realizzò la Nightingale 229 alternando miniature con effetti digitali.

Il film scade un po’ nel finale: ne furono girati ben quattro e quello scelto è troppo smaccatamente consolatorio e sdolcinato (senz’altro migliore quello visibile come bonus nel dvd), ma per il resto Supernova si presenta come un thriller godibile e divertente.

(10 – continua)

Giovanni Mongini & Mario Luca Moretti