ENIGMI DALLO SPAZIO E DAL TEMPO 17

8: I POTERI DELLA MENTE – PARTE 01

I poteri paranormali, la capacità di prevedere eventi quasi sempre funesti come immagini che appaiono all’improvviso nella nostra mente o anche semplicemente toccando un oggetto, per parlare solo dei due sistemi più eclatanti, è stato spesso al centro di testi letterari e di film i quali, per ovvie ragioni spettacolari e commerciali, ne hanno esasperato l’effetto ed il problema.

La parapsicologia, e cioè la scienza che studia questi fenomeni, cerca non solo di darne una spiegazione scientifica, ma addirittura tenta, per ora senza successo, di farne una scienza comprovata e utilizzabile per fini pacifici e militari.

Molti episodi potrebbero essere citati, alcuni non hanno avuto riscontro mentre altri hanno riempito le cronache dei giornali e sono sempre stati poi denigrati dai cultori spesso ottusi della cosiddetta “Scienza Ufficiale” i quali, come fecero molti loro colleghi secoli addietro, ne negano l’esistenza e nemmeno si provano a studiarla con rigore scientifico e obbiettività.

Se non ci fossero state menti aperte e pionieristiche nel campo della medicina alla quale meglio si applica ciò che andiamo dicendo, non ci sarebbero stati l’anestesia, i raggi X, la conoscenza interna del corpo umano e delle sue funzioni e tante, tante altre iniziative e metodi di procedura ritenuti oggi indispensabili ma un tempo accusati di eresia o possessione diabolica.

Lo stesso fenomeno ufologico, per fare un esempio più alla portata, è contestato da menti ottuse come quelle di molti scienziati o astronomi i quali, senza nemmeno esaminare tutti i lati del problema, li negano a priori perché, dicono, è impossibile che esseri di altri mondi possano essere giunti sul nostro pianeta, le distanze sono enormi e ci vorrebbero anni o secoli per poter viaggiare da una stella all’altra; in questo non aiuta certamente la ricerca ufologica e tutta quella massa di ciarlatani e pseudo contattisti di cui è fin troppo satura la cronaca, anche se bisogna dire che se indubbiamente la risposta è valida, non la si deve considerare completa; basterebbe aggiungere a questo assioma la semplice precisazione: almeno secondo le nostre conoscenze attuali.

Non si deve ipotecare ciò che non si conosce: il futuro è fluido, nasconde nelle sue pieghe anche la vita e la morte di una razza, le sue conquiste e le sue sconfitte, renderlo assoluto e pragmatico vuol dire negare ogni e qualsiasi forma di progresso, vuol dire mortificare idee e ricerche le quali, ancora oggi, abbattono barriere che prima si pensavano irraggiungibili.

La storia dei fenomeni ESP fa parte della storia dell’uomo e molte sono state le segnalazioni, le leggende che ne hanno parlato inizialmente come fenomeni di stregoneria o di possessione e che sono costati spesso la condanna a morte per coloro che mostravano una “sensibilità” che andava al di fuori dei canoni cosiddetti normali.

Ancora una volta la Chiesa, con la sua consueta apertura mentale e sociale, ne fece dei mostri, degli inviati del demonio o demoni loro stessi e li condannò al rogo e ad altre amenità del genere, dopo che una lunga tortura li aveva obbligati ad abiurare questi doni e chiedere perdono a un Dio che gli Inquisitori stessi servivano ignorandone i veri insegnamenti.

L’inizio ufficiale dello studio obbiettivo e scientifico dei fenomeni ESP si può far risalire agli esperimenti condotti da Joseph Banks Rhine negli anni Trenta e condotti presso il laboratorio di parapsicologia della Duke University nella Carolina del Nord. Lo studioso, che lavorava con la moglie Luisa, condusse molti esperimenti di divinazione delle carte e confermò che molti soggetti erano più bravi di altri a indovinare di quale carta si trattasse, ma la nuova generazione di studiosi era molto più interessata a stabilire se e quali individui fossero effettivamente dotati di particolari poteri e trovarono gli esperimenti di Rhine troppo semplicistici per cui pensarono che questo tipo di test fosse adatto a un solo tipo di soggetti, mentre altri avrebbero potuto dimostrare le loro eventuali doti “Psi” (Psychic Ability) con test di diversa natura. Questo diverso orientamento trovò fertile terreno negli anni Sessanta con lo studio e l’uso di droghe e allucinogeni e con le conseguenti rivelazioni negli stati di coscienza allucinatoria e i sogni e questo perché fin dall’antichità si era sempre ritenuto che i sogni, o una parte di essi, avessero significati profetici e facoltà paranormali e queste ricerche portarono a una incredibile scoperta: il sessanta per cento di tutti i casi ESP rilevati era avvenuto durante il sonno e proprio a questo tipo di fenomenologia si dedicarono Montague Ullman e Stanley Krippner nel 1962 al Centro Medico Maimonides di Brooklyn.

Tra i più interessanti test ci furono quelli compiuti sullo psicologo William Erwin che si sottopose agli esperimenti di Ullman sulla telepatia ottenendo dei risultati incredibili riconoscendo poi da sveglio immagini che gli erano state inviate con il pensiero mentre dormiva da un’altra persona distante da lui.

Tra i ricercatori che lavorarono con Ullman e Montague vi fu anche Charles Honorton, il quale fu il promotore del nuovo ramo di ricerca sull’ESP. La sua tesi partiva dal punto che il “Psi” fosse un senso molto debole e che avesse bisogno di essere stimolato e allenato perché restasse vigile nella mente umana. Per potere fare questo, bisogna eliminare tutto il rumore psichico e fisico non essenziale e tutto questo si trova, in condizioni ottimali, durante il sogno.

Uno dei metodi di studio di questa fenomenologia, anche se in chiave ben più drammatica e fantastica apparve nel film inglese Stati Di Allucinazione (Altered States) di Ken Russell, datato 1980. Qui il protagonista Jessup (William Hurt) compie esperimenti e ricerche sull’origine della vita e viene a conoscenza di una droga che ha la possibilità di farlo regredire, però ciò avviene non solo psichicamente ma anche fisicamente ed è sua moglie a recuperarlo prima che lui si annulli totalmente. Jessup compie i suoi esperimenti dentro a una capsula e totalmente immerso nell’acqua, in perfetto silenzio ed equilibrio gravitazionale. Nel nostro caso la regressione a uomo delle caverne avviene incredibilmente anche dal punto di vista fisico trasformandolo in una sorta di uomo primitivo ma, lo sappiamo, il cinema ha le sue esigenze.

Alla morte prematura di Honorton nel 1992 successe Robert Morris che ne continuò gli esperimenti all’ Università di parapsicologia di Edimburgo. Il meticoloso scienziato impiegò ben dieci anni per pianificare dettagliatamente i suoi esperimenti e per poter ottenere risultati più obbiettivi e perfetti possibili, eliminando ogni minima possibilità di un qualunque tipo di interferenza.

Testando più di cento soggetti, Morris pubblicò i suoi primi risultati preliminari ottenendo un indice di successo del cinquanta per cento e, tanto per capirci, la possibilità di ottenere risultati così rilevanti è di una su quattordici milioni di volte. Molti scettici hanno contrastato il lavoro di Morris e di altri scienziati ma è indubbio, mentre gli studi stanno seriamente proseguendo, che qualcosa c’è e vale la pena di essere studiato. In fondo le funzioni della mente umana sono quanto di più misterioso possa esservi ancora sul nostro pianeta.

(1 – continua)

Giovanni Mongini