Wil Wheaton
Colm Meaney
John de Lancie
Diana Muldaur
Majel Barrett
Rosalind Chao
Patti Yasutake
Brian Bonsall
Michelle Forbes
Origine: Usa, Syndication
Ideazione: Gene Roddenberry
Durata: 7 stagioni per un totale di 178 episodi di 45 minuti
Il telefilm, come la serie classica, è incentrato sulle avventure dell’equipaggio della nave stellare Enterprise, ma una classe molto più avanzata rispetto alla nave del capitano Kirk dal momento che gli episodi si svolgono nel futuro rispetto alla prima serie. I “viaggi della nave stellare Enterprise” mantengono fondamentalmente lo stesso carattere, malgrado alcuni rilevanti cambiamenti nel frattempo avvenuti, come la pace con gli alieni Klingon e l’allargamento della Federazione Unita dei Pianeti. L’universo si espande, diventando più affollato di specie extraterrestri e difficile da gestire. La tecnologia è ovviamente nel frattempo progredita; le navi della Flotta Stellare, come la nuova Enterprise, sono più grandi, comode e spaziose, rivestendo una funzione più esplorativa e diplomatica che militare. Agli ufficiali è permesso portare a bordo le proprie famiglie, dato che i periodi delle missioni si sono allungati. Ma l’esplorazione degli altri mondi rimane la molla principale delle avventure, anche se non mancano situazioni inedite che si sviluppano nel nuovo ambiente del ponte ologrammi.
“Star Trek: The Next Generation”, ambientata nell’universo fantascientifico di Star Trek ideato da Gene Roddenberry, venne trasmessa originariamente negli Stati Uniti dal 1987 al 1994. Il serial era stato realizzato in syndication, termine che indica, nella diffusione radiotelevisiva statunitense, la vendita dei diritti di trasmissione di programmi radio e televisivi a singole emittenti televisive locali, senza passare attraverso una rete di emittenti televisive nazionali.
Prima serie a continuare la serie originale di “Star Trek” (seconda in realtà se si considera anche “La serie animata”), “Star Trek: The Next Generation” è ambientata circa un secolo dopo e presenta una nuova nave stellare Enterprise e un nuovo equipaggio. Esordì con l’episodio pilota di due ore intitolato “Incontro a Farpoint” (“Encounter at Farpoint”) e fu condotta per sette stagioni, concludendosi con l’episodio “Ieri, oggi, domani” (“All Good Things…”), passando poi il testimone allo spin-off “Star Trek: Deep Space Nine”.
Anche questa serie fu concepita e prodotta dall’ideatore originale di “Star Trek”, Gene Roddenberry, che nel 1986, vent’anni dopo la prima serie, decise che era il momento di riprovare a creare una serie che ne fosse il seguito, ambientandola però a distanza di 78 anni nel futuro e con personaggi completamente nuovi. Nacque così “Star Trek: The Next Generation”. Le avventure si sono sviluppate in 178 episodi per la televisione, per poi proseguire con quattro pellicole cinematografiche (Generazioni, Primo contatto, L’insurrezione, Nemesis ). Il successo della serie è stato talmente grande da creare una nuova generazione di appassionati, che hanno allargato la cerchia dei milioni di fan di “Star Trek” già sparsi in tutto il mondo.
Più numeroso, complesso e articolato che nella “Serie Classica”, il gruppo di personaggi della “Next Generation” è composto da ben otto protagonisti fissi, nessuno dei quali si può però considerare un vero e proprio comprimario. La coralità e la totale assenza di conflitti costituiscono una marcata differenza rispetto alla serie originale. Il Capitano Jean-Luc Picard (interpretato dall’attore shakespeariano Patrick Stewart), originario della Borgogna, è un capo saggio e autorevole, meno impulsivo e propenso all’azione di Kirk. La sua componente avventurosa è dunque rappresentata soprattutto dal suo secondo, il comandante William Riker (Jonathan Frakes), audace e affascinante. Inoltre il Capitano Picard è costantemente supportato dal Consigliere (counselor) Deanna Troi (Marina Sirtis), proveniente per stirpe materna dal pianeta Betazed, dalle capacità empatiche assai sviluppate. La dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden) è invece l’ufficiale medico e reca con sé un figlio, Wesley (Wil Wheaton), precocemente dotato per le discipline scientifiche. L’ingegnere capo è Geordi La Forge (LeVar Burton), cieco dalla nascita ma dotato di un impianto visivo artificiale. L’elemento “alieno” della squadra è in questa serie rappresentato dall’androide Data (Brent Spiner), un essere artificiale la cui commovente tensione alla ricerca di una dimensione umana è uno dei temi di fondo della serie. Completa il variegato equipaggio il tenente Worf (Michael Dorn), un klingon allevato da genitori adottivi umani, il primo della sua bellicosa specie ad essere diventato ufficiale nella Flotta Stellare.
Dalla seconda stagione si aggiunge inoltre il personaggio ricorrente della barista El-Auriana Guinan (Whoopi Goldberg). Nella seconda stagione poi la dottoressa Katherine Pulaski sostituisce come ufficiale medico la dottoressa Crusher, che ritorna invece nella terza stagione. A più riprese compare poi il personaggio di Lwaxana Troi, madre di Deanna, interpretato da Majel Barrett già presente nella “Serie Classica” nella parte dell’infermiera Christine Chapel.
Come sarebbe poi accaduto per tutte le serie successive di “Star Trek”, nell’episodio pilota appare un attore del cast precedente. All’inizio, infatti, si vede un centotrentasettenne dottor “Bones” McCoy, interpretato sempre da DeForest Kelley, che, accompagnato da Data, lascia l’Enterprise D dopo aver ispezionato l’infermeria. Nell’episodio doppio “Il segreto di Spock” (nella quinta stagione) appaiono Spock, interpretato da Leonard Nimoy, e Sarek, interpretato da Mark Lenard. Nell’episodio “Il naufrago del tempo” appare invece Scotty, interpretato da James Doohan. E ancora: nell’episodio “Il ritorno dei Borg” compare in qualità di guest star lo scienziato Stephen Hawking nel ruolo di se stesso.
Lo scenario fornito dal ponte ologrammi, già visto nella serie animata, viene ulteriormente sviluppato in questa serie. Si tratta di una sala in cui i membri dell’equipaggio dell’Enterprise possono immergersi in simulazioni di realtà virtuale immersiva. Gli ologrammi che circondano gli utenti del ponte sono solidi e in grado di ingannare i cinque sensi (grazie alla fusione tra le tecnologie degli ologrammi ottici e del replicatore di materia). In pratica è possibile ordinare al computer di ricreare qualunque oggetto o ambiente, da piccoli manufatti ad ambienti naturali apparentemente sconfinati: la simulazione permette di muoversi illusoriamente all’interno di scenari potenzialmente infiniti. Il ponte ologrammi è usato soprattutto per scopi ricreativi, scientifici e didattici, anche se vi possono accadere un numero straordinario di incidenti. In un episodio, ad esempio, la simulazione del Professor Moriarty (il geniale arcinemico di Sherlock Holmes) diventa senziente e in seguito riesce addirittura ad assumere il controllo dell’astronave.