HELLOWEEN

Si chiamano Helloween: sì, proprio con la “e”, non si tratta di un errore di stampa. Non vi stiamo parlando di Michael Myers e della sua saga cinematografica, ma di una trash band tedesca che ha scelto come nome un incrocio tra “inferno” (“hell” in inglese) e “Halloween” (la famosissima festa americana simile al nostro carnevale, che ormai ha preso piede anche da noi).
Il gruppo appare “fantastico” (nel senso che gli diamo noi de LA ZONA MORTA) già fin dalle copertine dei dischi. Su quella del primo mini-Lp, “Helloween” appunto, vediamo una zucca (simbolo del gruppo ovviamente) che esplode, originando un mostro. Lo stesso mostro che su “Walls of Jericho” distrugge le mura della suddetta mitica città biblica, seminando il terrore tra gli abitanti. Lo stesso mostro che nei primi concerti della band gironzolava per il palco sorreggendo una zucca.
Inizia poi la lunga saga di “Keeper of the seven keys”, parte 1 e 2. Sulla copertina del primo capitolo vediamo un supposto mago, il cui viso resta invisibile ai nostri occhi, che sorregge una sfera di cristallo trasparente, al cui interno si vedono le sette chiavi magiche. Giunti al disco successivo, si vede la mano del mago che immerge una delle sette chiavi in un lago incantato, mentre due mani non-umane si protendono verso la chiave per ghermirla.
Ultima copertina interessante è quella del maxi-single “Dr. Stein”, chiaro riferimento al Dr. Frankenstein, che ritrae un fantomatico dottore pazzo, intento a tagliare qua, tagliare là e mettere insieme varie parti anatomiche. Da notare che la copertina sembra voler dare un’immagine più ironica, che non orrorifica, del dottore pazzo: basta guardare la sua faccia idiota, ma forse è proprio il fatto che un dottore possa essere idiota che più ci incute timore (sega flessibile a parte, naturalmente).
Analizzando i testi, fra i tanti, ci soffermiamo su due in particolare.
“Keeper of the seven keys” è una saga fantasy dove il “custode delle sette chiavi” è impegnato in un viaggio che lo condurrà da un demone: per riportare la pace nel mondo, sarà necessario distruggerlo.
Il “Dr. Stein” volge invece, come già abbiamo detto, lo sguardo all’horror: si racconta della disfatta iniziale del mostro di Frankenstein che porterà il “mad doctor” a vendicarsi, costruendo “buffe creature”, si fa per dire, che diverranno musicisti e uomini politici”.
E terminiamo dando un’occhiata anche al simbolo della band: la classica zucca di Halloween, che tante volte abbiamo visto nei film ambientati durante l’omonima festa, con i soliti occhi intagliati, il solito naso intagliato… ma senza la bocca! E’ forse più inquietante un viso “muto” di un bel satanico ghigno? Pare di sì… guardatevi l’episodio del ragazzo mutante nel film “Ai confini della realtà” (1983), targato Landis/Spielberg/Dante/Miller e sappiateci dire.
“Happy, happy Helloween”… con la “e”!
 
Originariamente pubblicato sul numero 4 de LA ZONA MORTA, ottobre 1990

Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, marzo 2007

29/03/2007, Marco Boglioni