Misteri, enigmi, assassini, serial killer, vendette, omicidi, delitti, mercenari: sono questo alcuni degli ingredienti dei romanzi e dei racconti thriller e noir targati Delos Digital pubblicati recentemente.
Diamo una rapida occhiata iniziando dal romanzo MARENIGMA (233 pagine; 3,99 euro) di Luca Raimondi, che scrive un thriller psicologico e metafisico al tempo stesso, una favola nera ambientata in una villa situata in un’amena località balneare: sarà questo il teatro di una serie di inspiegabili eventi che coinvolgono un gruppo di adolescenti in gita.
Con gli stilemi del racconto gotico, Luca Raimondi racconta una storia di adolescenti in gita nell’atipico scenario tardo autunnale della località balneare di Fontane Bianche, che si confrontano con i misteri della natura, dell’ignoto, di Dio e dei propri nodi esistenziali irrisolti. Una villa nei dintorni di una spiaggia diventa teatro di una serie di inspiegabili eventi che hanno ripercussioni diverse su personalità esemplari: c’è l’intellettuale, la secchiona, la “ragazza facile”, il bullo, il timido; dieci caratteri apparentemente banali che invece nascondono ognuno un particolare stato psicologico che è forse innanzitutto paura del futuro, ma anche, come nel caso più drammatico di una ragazza coinvolta in un contrastato e ambiguo rapporto con i genitori, di un presente contraddistinto dalla mediocrità, dall’ignoranza, dal vuoto e dall’angoscia di vivere di una generazione di padri e madri che poco sembrano avere da insegnare ai propri figli. Nel corso di un’improvvisa e sovrannaturale tempesta, qualcosa annulla la volontà dei ragazzi o forse, al contrario, la fa venire fuori. Piccoli segnali preludono a imminenti cambiamenti, rinascite, lutti, delitti. Ogni personaggio segue un suo personale percorso di formazione accompagnato da inspiegabili eventi che sembrano generati da un mare, solcato da un misterioso vascello fantasma che forse attraccherà o forse scomparirà nel nulla portando qualcuno con sé.
In FUERTE APACHE (39 pagine; 1,99 euro) di Jacopo Montrasi si va dalla periferia degradata e violenta di Buenos Aires alla Pampa sterminata, in fuga per salvare la pelle. Si tratta del racconto vincitore del “Delos Passport Contest 2020”… sicuramente una garanzia!
Fuerte Apache, villa miseria di Buenos Aires. Quartiere povero, degradato e pericoloso, dove respirano assassini, fannulloni da sussidio o spacciatori di droga. Ma anche tutte le altre anime che affollano i blocchi di cemento scadente, e che si alzano la mattina all’alba per poi lavorare nei cantieri, nei campi, nei magazzini. Ovunque, per qualche peso e un piatto di riso ai figli. Il quindicenne Tullio Molina spera di scappare dal barrio grazie al calcio, come prima di lui ha fatto il suo idolo, Carlos Tévez, l’Apache. Di cambiare vita, di lasciare quella fogna senza speranza. Si ritrova invece costretto a una vera fuga quando l’amico Ramon lo coinvolge, suo malgrado, in un furto alla persona decisamente sbagliata: Tati, uno degli spacciatori più violenti e bastardi del Fuerte. Uno che non perdona, che ammazza Ramon e che è pronto a fargli la pelle per avere indietro i soldi. Tullio trova rifugio fuori città, nella piccola fattoria dello zio Alfredo. Ma anche la Pampa purtroppo riserverà dolorose sorprese, che risveglieranno un cuore apache.
L’OMBRA DELLA SALAMANDRA (180 pagine; 3,99 euro) di Paolo Pedote è il numero 100 della collana “Delos Crime”! La vendetta, con i suoi più stretti fratelli odio, gelosia, rabbia e follia, è la sola regina immortale che abita il cuore di ogni essere umano.
Chi è il serial killer che tutti chiamano l’Educatore? E perché prima di uccidere le sue vittime le marchia con una salamandra che sputa un cristallo di neve? Per non fallire nella soluzione di questo caso, il commissario Luigi Nord coinvolge nelle indagini l’amico Silvio Cattellan, brillante e tormentato criminologo. Comincia così una discesa nei meandri del dolore umano e della vendetta, che come la neve non fa rumore finché non inizia a bruciare…
Passiamo alla raccolta NOI SIAMO VENDETTA (66 pagine; 2,99 euro) di Diego Di Dio, del quale Andrea Carlo Cappi ha scritto: «Diego è un abile artefice di storie perché è anche un acuto osservatore che entra in ambienti e vite quotidiane disseppellendo amori, orrori, complicità e drammi».
Tre racconti, tre squarci nella follia dell’umano e del quotidiano. Tre porte spalancate sul male nero che alberga in ognuno di noi. E che resta latente fino al momento dell’esplosione, quando ogni cosa cambia per sempre. Tre personaggi tristi, ambigui e sconvolti, costretti a recitare sul palcoscenico delle proprie delusioni. Prima di precipitare nell’abisso.
Con VRANGELJA (25 pagine; 1,99 euro) torna Lukha B. Kremo che, abbandonata per un momento la fantascienza, ci racconta stavolta quale insolito contrabbando parte dall’isola siberiana di Vrangelja…
Avrebbe dovuto essere un lavoretto tutto sommato semplice, per Diego. Certo, il posto individuato per il ritiro del “pacco” stavolta era proprio del cazzo: Vrangelja, un’isola rocciosa e desolata, piantata nel bel mezzo del Mare Artico, sopra la Siberia. Ma il compenso pareva adeguato, allettante. “Pareva”, appunto: perché una volta lì, Diego si ritrova suo malgrado invischiato in un giro di contrabbando di qualcosa che… non dovrebbe nemmeno esistere. Non più, almeno.
Nel racconto LO SMEMBRATORE DELL’ADDA (41 pagine; 1,99 euro) di Rino Casazza e Fiorella Borin andiamo a Brivio sull’Adda nell’anno 1920. Il piano è dei più azzardati, ma per fermare lo spietato serial killer del comasco, occorre tentare il tutto per tutto.
Un omicida seriale sta seminando il terrore nel comasco, nel 1920. Le quattro vittime della sua furia, senza apparenti legami fra loro, sono state sadicamente mutilate. Il commissario Vanzetti ha il sospetto che l’assassino agisca seguendo un ben preciso rituale, e possa essere uno dei suoi colleghi. Allo scopo di tendere un tranello al maggiore indiziato, organizza un incontro a casa propria, sperando che il colpevole si tradisca. Sarà sufficiente l’abilità dialettica del commissario a smascherare lo Smembratore dell’Adda? E che ruolo giocheranno due persone conosciute nella precedente indagine, l’austero professor Malcovich e la conturbante dark lady Isabel De Veere? Possibile che la chiave interpretativa dei delitti sia nascosta in una pagina dei Diari compilati da un cronista veneziano del Cinquecento?
E’ invece un romanzo breve DELITTO DI PAESE (71 pagine; 2,99 euro) di Barbara Bottalico: “Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male. Qualche assassinio senza pretese lo abbiamo anche noi, qui in paese”.
Sant’Ilario, 1980. Salvatore, giovane compagno di Ada, si lancia in mare da una rupe: tra le braccia stringe il loro bambino, il piccolo Alessandro, che muore annegato. Salvatore giura che è stato solo un terribile incidente, ma Ada non gli crede e non le resta che scappare altrove per lasciarsi alle spalle il dolore.
2019. Sant’Ilario è travolta da tre omicidi, tutti legati a Salvatore. Chi sta tracciando un cerchio di sangue così accurato, che man mano si stringe attorno all’uomo? Ada è costretta a tornare al paese natio e ad affrontare i fantasmi del passato per scoprire la verità su quanto è accaduto trentanove prima…
Infine vi segnaliamo MIO FRATELLO ERA PAKISTANO (44 pagine; 1,99 euro) di Kenji Albani: per Alessandro Giani, giovane operativo dell’AISE, la prima missione è qualcosa di più del battesimo del fuoco. È un confronto con le proprie radici. In Pakistan.
Qualcosa è andato storto nell’operazione congiunta CIA-AISE nei FATA, i Territori Tribali nel Pakistan Nord-occidentale. Cosa è accaduto ad Alessandro Giani, fresca recluta dell’intelligence italiana, alla sua prima operazione sul campo? Verrebbe anche da chiedersi perché impegnare un giovane alle prime armi e non un veterano adeguatamente competente. Non fosse che Alessandro, oltre a una fortissima motivazione, ha un’altra caratteristica utile: ci è nato, in quelle zone del Pakistan. Perché prima di essere adottato da una coppia italiana, da bambino, il suo nome era Amjad.
Buona lettura.