CON LO STUPOR MUNDI A GERUSALEMME… NUOVO ROMANZO DI RAFFAELE NIGRO

Il maestro del realismo magico e antropologico Raffaele Nigro, vincitore nel 1987 del Premio Campiello con “I fuochi del Basento”, a breve tornerà in libreria con una narrazione storica che si dipana in quella favolistica medievale da lui tanto amata. La storia riguarda un personaggio, del quale al momento non conosciamo il nome, che fuggito dalla città lucana di Melfi, in maniera fortuita entra a far parte della corte dell’imperatore Federico II di Svevia del quale seguirà le imprese in Europa arrivando in Terra Santa, dove lo Stupor mundi sarà incoronato Re di Gerusalemme nel corso della sesta crociata. Questo nuovo romanzo di Nigro sarebbe dovuto uscire dopo un altro sulla felicità, già in programma da un po’ per La Nave di Teseo. “Dopo aver finito di scrivere quest’ultimo romanzo – ci ha riferito Raffaele Nigro da noi raggiunto al telefono nella sua casa di Bari – ho chiamato Elisabetta Sgarbi della casa editrice La Nave di Teseo e le ho chiesto di soprassedere per l’altro romanzo già programmato perché ne avevo scritto uno nuovo che mi piaceva molto. Le ho raccontato la trama. Anche a lei è piaciuto, così tra aprile e maggio il libro sarà pubblicato”.

LA STORIA CHE RACCONTI PARTE DA MELFI, LA TUA CITTA’, E SI DIPANA TRA MILLE VICENDE E AVVENTURE…

Sì, parte appunto da Melfi ma poi si svolge in tutt’Europa e non solo. Il protagonista, un bravo cuoco, viene accusato di aver ammazzato due ebrei insieme ad altre persone e scappa dal suo paese giungendo in Sicilia con un gruppo di soldati melfitani. A Messina gli capita di essere alla presenza del giovane re Federico il quale non riusciva ad andare di corpo. Il cuoco gli prepara una tisana che mette a posto tutto. Federico per premiarlo lo chiama come cuoco e medico. Quando poi il re dovrà partire per la Germania a prendere possesso lì del trono, il cuoco andrà con lui. E da qui seguirà tutta la vicenda federiciana, accompagnando il sovrano anche a Gerusalemme.

DI CHE GENERE DI ROMANZO SI TRATTA?

E’ un romanzo storico in stile manzoniano cui aggiungo un po’ di quell’antropologia presente ne “I fuochi del Basento”.

QUESTO PER QUANTO RIGUARDA LA PROSA E L’IMMEDIATO FUTURO. MA RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO UN LIBRO DI VERSI DAL TITOLO “GLI DEI SONO FUGGITI” PER LE EDIZIONI PROGEDIT. NE VOGLIAMO PARLARE? TI SENTI ANCHE UN AUTORE DI VERSI? QUANDO LI HAI SCRITTI?

Scrivere poesia è una follia perché non la legge nessuno. Io scrivo qualche verso quando capita. Magari sono al computer senza fare niente e ogni tanto mi viene un pensiero e allora lo fermo e poi lo metto da parte. Nel tempo si è accumulata tanta roba scritta, si tratta di una vita di pensieri che partono dal 1980. Poi un giorno mi sono trovato a parlarne con Gino Dato, l’editore di Progedit e mi ha chiesto di pubblicare le mie poesie. Le ho prese e le ho messe insieme. Un poeta bravo avrebbe fatto cinque libri.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO? E CHI SONO GLI DEI CUI TI RIFERISCI?

Per dei intendo quel mondo fantasioso dell’infanzia, della giovinezza. Insomma di quel passato che noi pensiamo sempre più bello del presente che stiamo vivendo. E’ l’aspirazione verso qualcosa che non c’è più. Ma sono anche i rapporti stretti, quelli familiari e il senso dell’amicizia che sono svaniti. C’è anche il senso della politica che vorremmo, quella che ha maggiore attenzione e rispetto.

TRA PROSA E POESIA GLI ESTIMATORI DEL MAESTRO RAFFAELE NIGRO AVRANNO NUOVE STRAORDINARIE PAGINE DA LEGGERE!

Filippo Radogna