FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 08 – PARTE 07

CREATI DA DIO, CREATI DALL’UOMO – PARTE 07

FINAL FANTASY (Final Fantasy: The Spirits within)

Il regista Hironobu Sakaguchi ha creato un videogioco, nel 1987, intitolato “Final Fantasy”. Da allora fino a oggi ne sono state fatte tantissime versioni con vendite che hanno superato svariati milioni di copie, ma il suo sogno era di portare il suo gioco sullo schermo, realizzato non con attori, ma con personaggi creati dal computer.

Gli sceneggiatori Al Reinert e Jeff Vintar, avevano osservato i disegni preliminari di Sakaguchi e avevano cercato di fondere assieme la filosofia giapponese con la sensibilità americana. In seguito l’artista Tani Kunitake realizzò una seconda serie di story-board più accurati, anche se a ben vedere le sue mansioni andarono ancor più in là: “Invece di disegnare uno schizzo di quel che si voleva fare, seguivo tutto il processo ed entravo nel bozzetto, e in pratica cominciavo ad allestire tutto in digitale per passare la mano al Motion Capture. Sono stato presente anche nella sala di montaggio nelle ultime fasi di produzione”.

Dopo quattro anni di duro lavoro è nato Final Fantasy e questa è la storia: nel 2065 la Terra è sotto il dominio dei Phantoms, alieni che non solo uccidono i terrestri, ma rubano loro l’anima. I terrestri non si arrendono e i pochi superstiti combattono per la libertà e contro anche il generale Hein, un pazzoide che vuole sganciare una potentissima bomba sul pianeta. La protagonista si chiama Aki Ross e fa parte del gruppo Deep Eyes, capitanato dal suo ex-fidanzato Gray Edwards. Guida spirituale del gruppo è il professor Sid, che vuole riunire gli otto spiriti della Terra: all’inizio del film siamo a quota sei e una volta finito i Phantoms i saranno sconfitti.

La capigliatura di Aki è stata realizzata con un software altamente sofisticato che ha analizzato, uno per uno, tutti i sessantamila capelli del personaggio determinandone il movimento e i riflessi sotto le luci. L’intenzione originale era farne una “attrice virtuale”, vale a dire che il suo programma potesse essere riutilizzato per altri personaggi in altri film, ma la cosa non ebbe seguito. Il film comunque è passato alla storia come il primo girato interamente in CGI (Computer Generated Imagery, cioè disegni generati al computer) e il primo ad aver usato la tecnica cosiddetta fotorealistica, cioè disegni che imitano in tutto le fattezze e i movimenti, anche facciali degli esseri umani. Questa “umanizzazione” fu ottenuta con varie tecniche. Alcuni mimi indossarono tute nere aderentissime alle quali erano stati applicati 37 marker rifrangenti e doveva simulare i movimenti umani davanti a sedici cineprese collegate a dei computer: la tecnica cosiddetta MoCap (Motion Capture). Il set per le riprese MoCap era agli Hawaii film Studios e i tecnici della Square lo chiamarono la Zona. Ci sembra giusto ricordare alcuni degli attori della Zona: Tori Eldridge interpretò i due personaggi femminili (Aki e la guerriera Jane), Gemini Burke e Matt McKenzie si divisero i ruoli dei soldati maschi, mentre altri attori hawaiiani completarono questo cast “virtuale”. Queste immagini venivano poi trasmesse allo studio Square di Honolulu dove i programmatori provvedevano a disegnare e ad animare i personaggi, basandosi su di esse. Poi un animatore li ritoccava per “personalizzarli”; elementi come i capelli di Aki o l’impermeabile di Hein venivano trattati in un’animazione a parte; la parte più complessa furono i movimenti facciali: fu creato una specie di database di ogni possibile mossa del viso (dalle sopracciglia alle labbra) con particolare attenzione alla sincronizzazione dei dialoghi, arrivando a creare quello che la Square battezzò Biblioteca dei Fonemi. E infatti la registrazione delle voci fu completata prima delle riprese in MoCap, diversamente da quanto si fa di solito nel doppiaggio dei cartoni animati.

A conti fatti, si può dire che le sequenze di Final Fantasy, più che disegnate, girate, o doppiate, furono “selezionate” fra una vasta gamma di possibilità. E a proposito del doppiaggio il cast dell’edizione americana è davvero prestigioso, con nomi come Donald Sutherland (Sid), James Woods (Hein), Alec Baldwin (Gray) e Steve Buscemi. Per la voce di Aki il produttore Jun Aida scelse l’attrice cino-americana Ming-Na, famosa per la serie tv “ER”.

Sakaguchi fu influenzato dall’ipotesi Gaia, una teoria scientifica elaborata da James Lovelock secondo cui la Terra sarebbe un organismo talmente in interazione con i suoi organismi viventi da esserne condizionato nel suo equilibrio. Il nome Aki è lo stesso della madre di Sakaguchi e fu la sua morte a spingerlo a interrogarsi sull’aldilà e ad accettare quest’ipotesi: riflessioni poi confluite nelle edizioni del videogioco “Final fantasy” successive e quindi nel film.

La trama del film è legata perlopiù alle edizioni VII, VIII e IX del videogioco, ma Sakaguchi sostiene che film e gioco hanno in comune tematiche e schemi narrativi: “Un gruppo di eroi contrasta un incombente olocausto globale affidandosi alle loro abilità individuali, acquisendo conoscenze tramite varie sfide ed emergendo vittoriosi ritrovando l’amore e il rispetto per se stessi e i propri compagni”.

Il film è una coproduzione fra la giapponese Square e la major hollywoodiana Columbia Pictures. La Square disponeva all’epoca di tre studi: a Tokyo, a Los Angeles e a Honolulu. Fu scelto quest’ultimo per la lavorazione del film per la sua posizione geografica, a metà appunto fra Giappone e America.

Gli incassi furono buoni in tutto il mondo, specie in Giappone, ma non tali da ripagare dei costi, resi esorbitanti dal prolungamento della lavorazione. La Square decise così di rinunciare al neonato settore cinema. E nessun altro film è mai stato girato imitando in toto le rivoluzionarie tecniche di Final Fantasy: the spirits within.

(7 – continua)

Giovanni Mongini e Mario Luca Moretti