Qualche tempo fa vi abbiamo segnalato l’uscita di “32“, il nuovo film di Michele Pastrello, un action horror “politico” (un po’ come facevano certi registi americani negli anni Settanta), incentrato sul tema della brutalizzazione del paesaggio, in questo caso quello veneto, e della natura. A vedere il cortometraggio, la prima cosa che qualcuno potrebbe dire infatti è: “ma questo film forse non è un horror”. A rispondere a questa domanda è lo stesso Michele: “lo è, credo, un po’ come forse horror era “Le colline hanno gli occhi” di Wes Craven. Senza paragonarmi al maestro americano, “32” è il tentativo di abbinare e contaminare le tonalità thriller-horror ad una riflessione politica. Molto soddisfatto sono degli interpreti, soprattutto di Eleonora Bolla, che, nota bene, all’esordio cinematografico, ha donato intensità e calore ad un ruolo per nulla facile da gestire. Difficile trovare interprete più giusta per il ruolo”.
E partendo dalle ultime parole di Michele Pastrello, andiamo a conoscere meglio proprio l’interprete femminile di “32”, Eleonora Bolla appunto.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ELEONORA BOLLA?
Una donna che non ha paura di faticare, faticare e ancora faticare per ottenere ciò che vuole.
Un’attrice che cerca di svelare, senza paura di mettersi in gioco completamente, corpo, anima e cuore.
SE NON VADO ERRATO QUESTA È LA TUA PRIMA ESPERIENZA CINEMATOGRAFICA. VUOI PARLARCI DI QUELLO CHE HAI FATTO PRIMA?
Esperienza che ha ulteriormente rafforzato la mia convinzione che il lavoro dell’attore è l’unico lavoro che io senta di poter fare nella mia vita. L’Accademia d’Arte Drammatica “Il Palcoscenico” ed in particolare lo studio che ho intrapreso con Alberto Terrani fino al raggiungimento del diploma di attrice, mi ha dato la consapevolezza di quanto io sia disposta a dare per questo lavoro.
Ho esordito a teatro nel ruolo di Giulietta (monologo tratto dalla famosa opera “Romeo e Giulietta” di W.Shakespeare) al saggio di fine Accademia, ruolo che ha chiesto molto al mio cuore.
IN “32” INTERPRETI UN RUOLO MOLTO DIFFICILE E IMPEGNATIVO. COME SEI RIUSCITA A CALARTI NELLA PARTE E QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTÀ MAGGIORI CHE HAI RISCONTRATO?
Ho studiato a fondo il ruolo che ho interpretato in “32” cercando in quella donna tutte le sfumature che possono esserci in una donna che soffre, che non viene ascoltata, ma che continua a lottare fino all’ultimo (a destra una scena del film). Ho cercato di inseguire come lei la libertà. Ho cercato di vivere quello che lei ha vissuto, proprio per questo la difficoltà maggiore l’ho trovata nel rendere appieno il suo stato d’animo subito dopo aver subito la violenza.
QUAL È STATA LA SCENA PIÙ DIFFICILE DA GIRARE?
Sicuramente quella dello stupro, cristo quanto freddo. Abbiamo girato quelle scene a Febbraio. Tra un ciak e l’altro mi coprivo con il piumino; per non parlare delle scene iniziali, tra una corsa e l’altra ho perso spesso le scarpe. Ho provato l’ebbrezza di correre a piedi nudi nel fango.
PER IL TUO ESORDIO HAI SCELTO UN FILM CHE RIENTRA NEL GENERE HORROR-THRILLER. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Se devo dire la verità è alquanto bizzarro il fatto che i primi film che mi hanno affascinato da piccolina sono stati proprio di questo genere.
Quasi per caso mi sono trovata ad affrontare questa tematica proprio alle mie prime esperienze da attrice ma trovo che mistero e inquietudine siano due aspetti con la quale ci troviamo sempre, in un modo o nell’altro, a scontrarci nella vita.
Due aspetti che un po’ mi appartengono. In questo genere si mette in mostra come l’uomo inevitabilmente abbia paura e di come esso sia fragile, questo è dannatamente una verità.
COME E’ STATO LAVORARE CON MICHELE PASTRELLO?
E’ stato un piacere lavorare con Pastrello (a sinistra Eleonora e Michele sul set di “32″). Quello che ho apprezzato di più in lui è stata la sua grande attenzione sia per il lavoro dietro la macchina da presa sia per quello davanti alla macchina da presa, con la stessa dedizione ha gestito ogni piccolo particolare dando grande importanza a noi attori. Un attore per quanto bravo ha sempre bisogno di un regista che lo segua e che creda in lui.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER LE PARTI CHE DEVI INTERPRETARE?
I personaggi che interpreto li cerco dentro di me. Li faccio crescere in me, traggo dalle mie esperienze il dolore, l’allegria, le debolezze ma anche le forze dei miei personaggi perché credo che ognuno di noi sia forte e fragile allo stesso tempo, buono e cattivo, pudico e trasgressivo. Possiamo essere mille cose basta guadarsi dentro, basta aprire il cuore e lasciarsi andare. Osservo e rivivo tutto con emotività.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Sempre con la regia di Pastrello a luglio sarò impegnata in un cortometraggio con un ruolo che mi impegnerà molto, poi spero di mettermi alla prova anche con altri ruoli, spero di confrontarmi anche con altri generi, di certo la tenacia non mi abbandona.
Il mio sogno è essere un’attrice vera, non chiedo altro.
In bocca al lupo per tutto… e se volete saperne di più andate a trovare Eleonora sul suo space.
31/05/2008, Davide Longoni