Parliamo ancora di Assedio (235 pagine; 4,50 euro) dal momento che non vi resta molto tempo per procurarvi questo libro, perché purtroppo il destino delle riviste da edicola è segnato dal breve volgere di un mese, magari vi capiterà una ristampa, una seconda edizione, una raccolta. Tutto può essere. Resta il fatto che io vi consiglio di correre in edicola per comprarlo, perché non è il solito Segretissimo tutto azione e spionaggio, che sinceramente mi avrebbe un po’ stancato. Ve lo dice uno che non ha mai comprato un Segretissimo in vita sua, ma che per Vincent Spasaro ha fatto un’eccezione e non se n’è pentito per niente.
Assedio è un romanzo di guerra, ambientato in una Sarajevo spettrale e cadente, sotto le bombe che fanno vittime e provocano distruzione, tra palazzi marroni, condomini stile jugoslavo e oscuri personaggi che tramano nell’ombra. Assedio è un romanzo fantahorror, psichedelico, intriso di letteratura e di parti poetiche. L’atmosfera ricorda pellicole storiche come L’ultimo uomo della terra, ma quello interpretato da Vincent Price e diretto da Ubaldo Ragona nel 1964, non i pessimi remake contemporanei, tratto in maniera più che fedele da un grande romanzo di Richard Matheson (Io sono leggenda).
C’ero anch’io, teppista grigio in un mare di terra e case alveare, a correre scivolando al riparo dalla pattuglia di guardie bramose. Ero qui, una volta. Due, quattro anni fa, una vita fa. Ero qui, colpevole di giovinezza e utopia. Cresciuto dalla parte sbagliata del Muro, mentre di là i giovani vivevano di libertà. Ero in strade ventose di pioggia battente, a notte fonda e la scuola domani, a gridare e gemere.
Assedio è anche un libro socio – politico che denuncia i mali della guerra e gli orrori di una dittatura comunista, ambientato in maniera esemplare in una Sarajevo che sembra casa dell’autore da come la descrive bene. Vincent Spasaro, invece, è romano, ve lo garantisco, trapiantato a Piacenza per amore – presto padre, a quanto dicono i pettegolezzi -, editor del Foglio Letterario (www.ilfoglioletterario.it), direttore di “Fantastico e Altri Orrori”, la più selettiva tra le collane di narrativa della casa editrice labronica.
Il Cieco è un grande personaggio, forse il migliore di Assedio, al punto che sembra tratteggiato dalla penna di Lovecraft.
Il Cieco camminò per i viali alberati ingombri di macerie, attraversò un ponte antico su cui statue di marmo sbrecciato lodavano qualche dio decaduto, si insinuò per vialetti in salita. Iniziò a piovere. La Città Nuova, Novi Grad, si stendeva dietro di lui, adagiata sulla conca e come addormentata. Sulla collina i palazzoni marroni non esistevano: era una fila ininterrotta di vecchie case ammassate l’una sull’altra in precario equilibrio, scalinate e ballatoi, e ogni tanto, sopra una piazza apertasi per miracolo nel dedalo delle stradine, un edificio nobiliare stendeva il proprio dominio. Fu davanti a una di queste piazze che il Cieco si fermò.
Un dark thriller ben riuscito, come lo definisce la quarta di copertina, che ruota attorno al mistero della stanza 41 che scoprirete solo a poche pagine dalla parola fine.
Siete ancora lì? Guardate che tra poco è il 30 luglio e non lo trovate più. Io vi ho avvisato. Dopo vi tocca ordinarlo.