Andando a ritroso nel tempo, ci soffermiamo su un importante libro scritto tempo fa dall’amico Riccardo Rosati e sempre godibile e interessante: si tratta del saggio DA MAISON IKKOKU A NANA – MUTAMENTI CULTURALI E DINAMICHE SOCIALI IN GIAPPONE TRA GLI ANNI OTTANTA E IL 2000 (116 pagine; 12,50 euro), scritto insieme ad Arianna Di Pietro e pubblicato da Società Editrice La Torre nel 2011
Questo studio si propone di evidenziare alcuni importanti cambiamenti sociali avvenuti in Giappone tra gli anni Ottanta e il 2000 attraverso la lente tradizionale della critica cinematografica e, in particolare, del cinema di animazione. Difatti, talvolta persino più che il cinema tradizionale, quest’ultimo è capace di mostrare senza malizia le inquietudini e le frustrazioni delle generazioni a cui si rivolge, offrendo interessanti spunti di indagine sociale. Si è scelto, quindi, di analizzare due opere seriali che possono apparire inusuali per questo genere di approfondimenti ma che, in realtà, sono molto attendibili come documento della cultura nipponica: MAISON IKKOKU (1986) e NANA (2006). In primo luogo, perché costituiscono una testimonianza diretta della società giapponese in quanto suo prodotto. In secondo luogo, perché sono state create da autrici esponenti delle stesse generazioni che descrivono e appartenenti pertanto alla medesima cultura. Infine perché, essendo state concepite originariamente per un pubblico giapponese, sono scevre dalla velleità di comunicare un modello sociale e culturale differenti.
Il volume si fregia di una prefazione di Gianluca Di Fratta e si può trovare anche in edizione variant con copertina alternativa dedicata a NANA.
Riccardo Rosati (classe 1974), laureato in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, da anni studia la lingua e la cultura del Giappone. Ha al suo attivo numerosi saggi e articoli su pubblicazioni italiane e straniere e ha preso parte a conferenze in Italia e all’estero. Il suo interesse è rivolto principalmente alla analisi dei fenomeni sociali attraverso le varie forme artistiche, segnatamente nel cinema e nella letteratura. È autore di “Perdendo il Giappone” (Armando Editore, 2005) e co-curatore insieme a Enrico Azzano e Raffaele Meale di “Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010” (CSF Edizioni, 2010).
Arianna Di Pietro (classe 1980), yamatologa, è laureata in Archeologia e Storia dell’Arte Giapponese presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Esperta di stampe kabuki-e, ha condotto ricerche presso musei e collezioni private in Italia e in Giappone. È supervisore delle attività inerenti il Giappone per il centro per la promozione della cultura orientale “VersOriente”, dove tiene anche un corso sul fumetto giapponese, e collabora come consulente con enti e istituzioni.