Arriva per Nicola Pesce Editore il volume LE ORIGINI DELLA PAURA (160 pagine; 16,90 euro) di Mariano Rose e Alessandro Saiu, una storia originale ambientata nell’universo narrativo di H. P. Lovecraft, nella quale efferati omicidi, segreti impronunciabili, maledizioni e culti aberranti faranno da sfondo alle vicende del protagonista.
L’odio è umano. Nessun demonio, nessuna scusa.
Harlan J. Gulguvit, Cronista per i casi di Esoteria ed Esorcismo, lo ha visto con i suoi occhi. È trascorso un anno dagli eventi di Salem, eppure nulla riesce a cancellare il ricordo di quegli orrori. Poi un nuovo incarico: Nicholas Heinrich, giovane studioso, è prigioniero a Ebol Town, tra le Fenland scozzesi. È accusato di omicidio, di asservimento a Satana… un caso che il Cronista ha già affrontato in passato. Tra oscuri segreti e riti perduti, Harlan J. Gulguvit si ritroverà presto ingoiato da un vortice di violenza e disperazione…
Leggiamo dall’appendice degli autori: “LE ORIGINI DELLA PAURA si configura (nel suo formato finale) come una storia originale inserita nell’universo ideato da H. P. Lovecraft. Anticipa gli eventi narrati nei suoi racconti, riporta nomi e credenze propri di quelle vicende, ricerca le stesse atmosfere che hanno saputo emozionare (e terrorizzare) milioni di lettori. Tutto ciò, tentando di salvaguardare una certa originalità. Si potrebbe dire allora che la vicenda tenda a un obiettivo ambizioso. Allo stesso tempo, tuttavia, non si esaurisce in esso. Numerose sono state le influenze e i richiami presi a modello, diversi i reali eventi storici analizzati e inseriti nella narrazione. Innumerevoli le difficoltà incontrate durante il percorso senza la certezza matematica di un’opera integra, capace di reggersi sulle sue sole gambe. Come dicevo, un atto di fede. Uno che ci ha pienamente ricompensati.
Harlan J. Gulguvit ha viaggiato in lungo e in largo e il suo Libro delle Cronache è ricettacolo di quegli eventi: Kingsport e il culto di Yule (cap. 2, frammento cap. 3) citati in “La ricorrenza”; il Necronomicon (cap. 3 e 8) immancabile tessera del puzzle, libro maledetto recuperato dal giovane Heinrich e riconducibile a diversi racconti dell’autore di Providence; la mitologia protetta dal Guercio e dai suoi accoliti, Azatoth, i grandi antichi (cap. 6) nominati in “La cosa sulla soglia”, “L’abitatore del buio” e molti altri racconti; i culti ridestatisi dopo le azioni sconsiderate di Gulguvit (cap. 8), riconducibili a “Il richiamo di Cthulhu” e Dagon; la “discesa agli inferi” del Cronista (cap. 6), così vicina all’esperienza dello sventurato esploratore de “La città senza nome”…”.