TERRORE NELLO SPAZIO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Terrore nello spazio

Anno: 1965

Regia: Mario Bava

Soggetto: da un racconto di Renato Pestriniero

Sceneggiatura: Mario Bava, Alberto Bevilacqua, Callisto Cosulich, Antonio Romàn, Rafael J. Salvia, Louis M. Heyward e Ib Melchior

Direttore della fotografia: Antonio Pérez Olea e Antonio Rinaldi

 

Montaggio: Romana Fortini e Antonio Gimeno

Musica: Gino Marinuzzi

Effetti speciali: Mario Bava e Carlo Rambaldi

Produzione: Fulvio Lucisano

Origine: Italia / Spagna

Durata: 1h e 30’

CAST

Barry Sullivan, Evi Marandi, Norma Bengell, Ángel Aranda, Mario Morales, Stelio Candelli, Franco Andrei, Fernando Villena

TRAMA

Due grandi navi interplanetarie, in viaggio d’esplorazione in alcune zone ignote dello spazio, ricevono un SOS da Aura, un pianeta sconosciuto e disabitato. Le due navi, il Galliot e l’Argos, decidono di atterrare su quel mondo che appare desolato e morto. Durante la discesa sulla superficie i membri dell’equipaggio dell’Argos vengono improvvisamente posseduti da una forza sconosciuta che spinge ogni uomo e donna sull’astronave a uccidersi a vicenda. Solo il capitano Markary ha la volontà di resistere, riuscendo poi a destare dal violento stato ipnotico gli altri membri dell’equipaggio.

Dopo l’atterraggio dell’Argos, e non ricevendo più notizie dalla Galliot, l’equipaggio sbarca sulla superficie del pianeta alla ricerca della nave gemella. L’atmosfera che li circonda è fredda, inquietante, asettica. Quando finalmente arrivano in vista della nave, scoprono con orrore che tutti i membri dell’equipaggio sono morti, all’apparenza assassinatisi tra loro. Tra di essi vi è anche Toby Markary, il fratello minore del capitano. Alcuni dei corpi dei compagni vengono ricomposti e seppelliti, ma alcuni di essi sono rimasti chiusi all’interno della Galliot. Nel poco tempo necessario ad andare a prendere gli strumenti per entrare nella nave, i cadaveri però scompaiono misteriosamente. Anche alcuni membri dell’equipaggio dell’Argos scompaiono all’improvviso per poi venire ritrovati morti. Ma quando ancora i loro cadaveri giacciono nelle sale dell’astronave, Tiona, una delle donne dell’equipaggio, li vedrà di nuovo in piedi camminare nei corridoi. Gli uomini sono in preda al panico e Markary ordina di fare il possibile per fuggire da Aura ma, purtroppo, i danni subiti durante l’atterraggio della nave sono tali da impedire un decollo immediato. Intanto le morti proseguono.

Durante l’esplorazione del pianeta, Wes scopre le rovine di una nave spaziale a pochi chilometri dalla Argos. Markary, Sanya e Carter decidono di indagare. All’interno della nave aliena scoprono gli scheletri di un equipaggio umanoide dalle dimensioni gigantesche morto da tempo. Anche altre navi sono quindi state ingannate dal segnale di soccorso e hanno evidentemente trovato la morte su Aura. Durante il sopralluogo all’interno della nave aliena il capitano Markary e Sanya restano per un attimo intrappolati ma riescono poi a fuggire. Tornati all’esterno, però, si accorgono che Carter è scomparso inspiegabilmente.

Intanto i membri dell’equipaggio del Galliot si ridestano ed escono dalle proprie tombe e due di loro, Kier e Sallis, si intrufolano all’interno dell’Argos per rubare il dispositivo che permette all’astronave di evitare collisioni con le meteore nello spazio, senza il quale le due navi non possono affrontare lunghi viaggi spaziali. Kier riesce a fuggire ma Sallis viene fermato da Markary che, aprendogli l’uniforme, si accorge che il corpo è in decomposizione. Da Sallis quindi si apprende così che i corpi vengono manipolati dagli Auran, gli originali abitanti del pianeta che hanno bisogno dei corpi umani per abitarli. Sallis racconta di come non sia necessario uccidere il corpo ospite ma serve solo che la sua volontà sia indebolita e propone anche che le due specie vivano in simbiosi, accogliendo gli Auran sul pianeta di origine delle due navi. Markary però rifiuta sdegnato una simile offerta. Con l’intero equipaggio del Galliot sotto il loro controllo, questi esseri parassiti intendono abbandonare il proprio mondo ormai morente. Ma il capitano Markary è deciso a fermarli e poi ad abbandonare il pianeta. Con i sopravvissuti prende quindi d’assalto la nave, si riappropria del prezioso dispositivo antimeteore e posiziona cariche esplosive per fare esplodere la Galliot. Le perdite sono gravissime e solo gli ultimi sopravvissuti, Wes, Sanya e il capitano Markary, riescono a decollare lasciandosi alle spalle il pianeta.

Ma quando sono ormai nello spazio Wes scopre che i suoi ultimi due compagni sono stati a loro volta infettati. In un ultimo, disperato, tentativo di fermarli decide di sabotare la stessa Argos e rimane fulminato per l’esplosione del congegno antimeteore. Il capitano Markary e Sanya, gli ultimi due membri dell’equipaggio, o per meglio dire i due Auran che ormai ne hanno preso il controllo, impossibilitati a compiere un lungo viaggio spaziale, decidono di scendere sul pianeta più vicino, benché piccolo e arretrato: la Terra.

NOTE

Terrore nello spazio”, diretto da Mario Bava, è tratto dal racconto del 1960 “Una notte di 21 ore” di Renato Pestriniero e fu riedito nel 1979 col titolo “Alien… è terrore nello spazio”.

La sceneggiatura è opera dello stesso Mario Bava coadiuvato da Alberto Bevilacqua (“I tre volti della paura”, “Seddok, l’erede di Satana”), Callisto Cosulich (“I misteri di Roma”), Antonio Romàn e Rafael J. Salvia (“Valdez il mezzosangue”). Nella versione del film distribuita negli Stati Uniti dalla AIP, la sceneggiatura fu riadattata da Louis M. Heyward (“Black Horror – Le messe nere”, “Il grande inquisitore”, “Il castello delle donne maledette”, “20.000 leghe sotto la Terra”) e Ib Melchior (“Anno 2000 – La corsa della morte”, “Oltre i limiti”, “The time travelers”, “S.O.S. Naufragio nello spazio”, “Viaggio al settimo pianeta”, “Reptilicus – Il mostro distruggitore”, “Marte distruggerà la Terra”, “Il re dei mostri”).

La pellicola viene citata tra i migliori film di fantascienza italiani del periodo e come fonte di ispirazione per la realizzazione di “Alien” (1979) di Ridley Scott, da cui la decisione di rieditarlo lo stesso anno con un nuovo titolo.

Le musiche sono opera di Gino Marinuzzi (“Ercole alla conquista di Atlantide”), mentre gli effetti speciali dello stesso Mario Bava insieme a Carlo Rambaldi.

Nel cast figurano fra gli altri: Evi Marandi (“Goldface – Il fantastico superman”), Ángel Aranda (“Goliath contro i giganti”, “Il colosso di Rodi”) e Stelio Candelli (“Nuda per Satana”, “Yeti – Il gigante del 20º secolo”, “Hercules”, “Rage – Fuoco incrociato”, “Dèmoni”, “La notte degli squali”).

Davide Longoni