Hysteria Production, nome sotto il quale si celano vecchi amici della Zona Morta come Davide Rosso e Daniele Vacchino (il terribile duo!!!), torna a confezionare un nuovo corto horror intitolato THE CURSE OF MALANOTTE.
Iniziamo dalla scarna trama che già ci proietta però dentro la pellicola: nell’immaginario paese di “Malanotte” una donna si aggira per boschi e rovine alla ricerca di una verità esoterica. Intravede figure sfuggenti, spettri di bambini e l’ombra di una suora nera…
Diretto ancora da Federica Rocca, regista sempre più brava e precisa a ogni prova, con le musiche e gli effetti speciali di Mattia Signaroldi e con il make up a cura di Manuela Tramontano e Francesca Tacca, il breve film si avvale dell’interpretazione di: Francesca Patisso, Alessia Rollone, Daniele Vacchino, Sara Marino, Nicolò Massara, Liam Bertoloni, Rossano Bertoloni, la voce fuori campo di Verena Broda e i bambini Delia, Giuseppe, Isabel, Letizia, Marco e Sofia.
Accompagnato da cantilene e filastrocche infantili che richiamano alla memoria quelle dei film di Dario Argento e Mario Bava, il cortometraggio è un vero e proprio omaggio ai film “maledetti” degli anni Ottanta: paese maledetto, bosco maledetto, rovine maledette, figure maledette, bambini maledetti, suore maledette…
Già dall’incipit è tutta una maledizione di stampo gotico quella che permea la storia: incubi ricorrenti, un paese fantasma, ricordi e cronache agghiaccianti, luoghi spettrali, misteri irrisolti e gli occhi, quegli occhi… poi precipitiamo immediatamente nell’incubo e via via l’adrenalina cresce mentre la maledizione aleggia in ogni scena fino a portarci a un finale ancor più maledetto dell’intera trama.
Così Davide Rosso ci ha detto: “L’intenzione era quella di girare un gotico ambientato nel mondo di oggi, quello morso dalla pandemia, un’Italia attraversata da ondate di irrazionalità e sonno fatuo della ragione. Poi, per tempi e mancanza di mezzi, ci siamo concentrati sull’atmosfera, sul paese abbandonato, la maledizione, la consegna del silenzio, le rovine eccetera, tutti elementi classici del gotico cinematografico italiano. Per certi versi, mentre lo giravamo, ho pensato che sembrava una sorta di “Operazione paura” di Bava, con un finale un pò trash che voleva essere un omaggio a “Una vergine tra i morti viventi” di Franco, uno dei miei film preferiti. Del covid, o della pandemia è rimasto qualcosa nella voce off, così come l’idea di ispirarci a un fatto di cronaca accaduto non lontano da Vercelli. La suora demoniaca non è un omaggio ai film recenti, solo era il costume preso su Amazon che costava meno, altrimenti poteva esserci pure un pirata o la Sora Lella! Comunque, senza star troppo a farla lunga, direi che è un omaggio alle atmosfere del gotico nostrano, a certi film lenti anche di Margheriti. Chi lo ha visto infatti ci ha rinfacciato la lentezza. Oggi la gente ha altri standard, le narrazioni logorroiche di Netflix, la perfezione formale e tecnica a nascondere una assoluta mancanza di idee. Va bene così. Si tratta sempre di un cinema realizzato senza un euro, fatto in due giorni, montato in tre per amicizia e in amicizia, senza ricavarci manco un complimento. Forse qualche insulto, sì, però le attrici (anche se non si spogliano, Roger Fratter in questo è un genio!!!) son fighe, almeno!”.
Nel frattempo i nostri amici non se ne stanno con le mani in mano: sono già al lavoro su un nuovo film super sul giallo italiano sempre con riferimenti ad Argento e Bava, mentre sono in pre-produzione per il prossimo corto, che sarà un horror più ironico e trash, un ritorno alle origini degli anni ‘90, a cose come la Full Moon Entertainment, le riviste “Splatter” e “Mostri”, giusto per intenderci!
Stay tuned!