“Matrix” (1999) di Andy e Lana Wachowski, con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Ann Moss, Hugo Weaving, Joe Pantoliano, Julian Arahanga e Anthony Ray Parker.
Stati Uniti d’America, anno 1999… Thomas A. Anderson è impiegato in un’azienda multinazionale informatica in difficoltà con i dirigenti e a rischio di licenziamento. Anderson è però contattato da un misterioso sovversivo di nome Morpheus, che gli offre tutte le indicazioni indispensabili per poterlo raggiungere e per sfuggire al tempo stesso alle forze di polizia che lo stanno cercando. Durante la conversazione con Morpheus, quest’ultimo rivela ad Anderson che la realtà che lo circonda è in realtà una simulazione computerizzata inviata al suo cervello da un mega-sistema elettronico denominato Matrix; le macchine hanno infatti affermato la loro supremazia sull’umanità dopo che la superficie terrestre è diventata invivibile a causa di uno sconvolgimento ecologico. Tutti gli esseri umani sono ridotti ad una condizione neuro-vegetativa, immersi in un sonno continuo in innumerevoli baccelli artificiali collocati nel sottosuolo e “coltivati” da avanzatissimi ed enormi robot. Morpheus e gli altri soggetti umani ribellatisi a Matrix si muovono al di sotto della superficie terrestre a bordo di una nave dotata delle tecnologie più avanzate, mentre altri vivono nella città sotterranea di Zion. Liberato da Morpheus dalla perenne condizione onirica e dal nido artificiale in cui le macchine dominatrici lo avevano riposto, Anderson si ritrova nel mondo reale raggiunge la nave dei ribelli e apprende dal loro leader che lui è in realtà il Prescelto di nome Neo, che avrà il compito di condurre gli esseri umani all’annientamento di Matrix. Così Neo – il nuovo nome di Thomas A. Anderson – è addestrato da Morpheus per ricoprire il suo nuovo ruolo; ma Neo sarà riconosciuto come il Prescelto solo dopo aver affrontato nel mondo virtuale di Matrix l’agente Smith e le forze di polizia al suo comando che gli danno la caccia.
Fantakolossal di suggestiva spettacolarità e realizzato con un grande spiegamento di mezzi (il budget è stato pari a sessantatré milioni di dollari), “Matrix” (“The Matrix”) – vincitore di quattro premi Oscar – costituisce una pietra miliare nella storia del cinema di fantascienza, segnando una svolta in questo fortunato genere. Gli sceneggiatori e registi Andy e Lana Wachowski governano l’opera con apprezzabile professionalità, fondendo l’azione avventurosa, la tensione emotiva, gli eccezionali effetti speciali e le immagini apocalittiche e allucinanti del futuro della civiltà umana.
Sotto il profilo filosofico della comunicazione di massa cinematografica del lungometraggio dei Wachowski, emerge il tema di un’anti-Utopia o Distopia futuribile – ben radicata nella sfera psicologico-spirituale conscia e subconscia dell’immaginario collettivo – e in cui le tecnologie elettroniche hanno attuato un dominio assoluto ed un controllo capillare sulle menti degli esseri umani, penetrando a fondo nelle coscienze e negli animi come nello Spirito ovvero nell’Essere spirituale dei soggetti umani. Ma al tempo stesso “Matrix” dei Wachowski pone in risalto l’ideale – rientrante nell’Utopia progressiva e anch’esso presente nell’ambito dell’immaginazione collettiva – del ruolo decisivo dei lavoratori dipendenti – nello specifico, dell’informatico Anderson/Neo e degli altri ribelli – nella lotta per ristabilire la libera e democratica autodeterminazione di una società civile o di un popolo in una condizione di subordinazione (rispetto alle macchine), contribuendo ad imprimere alla Storia umana un divenire eticamente e moralmente avanzato.
Ma in “Matrix” ritroviamo anche altri contenuti filosofici interessanti, come il dualismo tra l’apparenza e il mondo reale, tra l’Essere autentico e la finzione, tra la verità e la falsità, insieme a tematiche di carattere religioso-teologico. Da quest’ultimo punto di vista, pensiamo alla figura di Neo che si erge come un nuovo Messia chiamato a redimere l’umanità dalla sottomissione ad una Tecnica estremamente avanzata, ad un apparato tecnologico onnipresente, totalitario e totalizzante.
Sono infine molto ben impostate le interpretazioni di Reeves, di Fishburne, di Weaving, della Moss e degli altri attori impegnati.
“Matrix Reloaded” (2003) di Andy e Lana Wachowski, con Keanu Reeves, Lawrence Fishburne, Carrie-Ann Moss, Hugo Weaving, Monica Bellucci, Gloria Foster, Anthony Zerbe, Helmut Bakaitis, Lambert Wilson, Collin Chou, Randall Duk Kim e Jada Pinkett Smith.
Giunti con la nave Nabucodonosor nella città sotterranea di Zion, Neo, ovvero il Prescelto, Morpheus e Trinity apprendono che centinaia di migliaia di macchine robotiche da combattimento si stanno avvicinando al centro abitato per distruggerlo e per annientare tutti gli esseri umani ivi presenti. L’unico maniera per impedire la distruzione e lo sterminio è di far tornare Neo nel mondo virtuale di Matrix per trovare le informazioni adatte allo scopo. Neo fa ritorno quindi nella realtà simulata realizzata dalle macchine dominatrici dell’umanità, e qui, con l’aiuto dell’Oracolo, di Persephone e dell’Uomo delle Chiavi, riesce ad incontrare l’Architetto, ossia l’entità dalle sembianze umane che si definisce come colui che ha progettato Matrix. Ma quel che Neo apprende in quell’occasione è davvero sconcertante; lui, il Prescelto, altro non sarebbe che un’anomalia, il risultato di un’equazione errata nel complesso di Matrix. L’incontro di Neo con l’Architetto e le informazioni acquisite non impediscono tuttavia l’attacco delle macchine a Zion e la conseguente strage. Tuttavia Neo, Morpheus, Trinity e pochi altri combattenti di Zion riescono a sopravvivere per continuare la lotta contro la dittatura delle macchine sul genere umano.
Megakolossal di iperbolica spettacolarità realizzato con un poderoso dispendio di mezzi (il budget complessivo ha raggiunto i centocinquanta milioni di dollari), “Matrix Reloaded” (“The Matrix Reloaded”) costituisce il secondo capitolo della saga cinematografica iniziata con il celebre “Matrix” e che rappresenta una pietra miliare nella storia del genere fantascientifico sul grande schermo. Gli sceneggiatori e registi Andy e Lana Wachowski governano l’opera con solida professionalità e polso robusto, fondendo con efficacia narrativa l’azione avventurosa, il rigore scientifico e gli aspetti filosofici, sulla scia di un intramontabile classico della fantascienza cinematografica come “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
Sul piano filosofico della comunicazione cinematografica di massa di “Matrix Reloaded” dei Wachowski, segnaliamo il tema anti-utopistico o distopico della supremazia delle macchine ossia della tecnologia più avanzata e sofisticata, sull’Uomo e della conseguente formazione di un sistema di dominio totalitario e totalizzante tale da costituire una nuova forma di schiavitù per tutti i soggetti umani, che impedisce il progresso autentico dello Spirito ovvero dell’Essere spirituale di questi ultimi come dell’intera civiltà. Troviamo poi la tematica-archetipo psicologico-antropologico-morale – anch’esso come il primo aspetto ben presente nella sfera psicologico-spirituale conscia e subconscia dell’immaginario collettivo – e utopistico-positiva – che assurge a modello di pensiero e di comportamento pubblico per gli spettatori fruitori della comunicazione filmica e non soltanto per essi – della popolazione umana-classe sociale subalterna composta di lavoratori meno abbienti ossia di un neo-proletariato che rifiuta la propria condizione di subalternità e che si batte per la propria liberazione e per tornare ad essere la soggettività determinante del divenire storico dell’umanità; pensiamo a questo proposito agli abitanti della città sotterranea di Zion come a Neo e ai suoi amici impegnati nella guerra contro le macchine.
Inoltre nel film dei Wachowski vi sono i temi del controllo democratico-sociale dell’Uomo sui risultati della Scienza e della Tecnica, orientati al soddisfacimento dei bisogni collettivi ossia alle necessità di quello che il filosofo Edmund Husserl chiamava “il mondo della vita”, e del dubbio inerente quale sia la realtà concreta e quale sia il sogno, se la verità ovvero l’autenticità sia nel platonico “mondo delle idee” o sia nella dimensione materiale.
Sono infine grintose e spiritualmente ben impostate le interpretazioni di Reeves, di Fishburne, della Moss, della nostra Monica Bellucci (nel ruolo di Persephone), dell’anziano ma sempre in gran forma Anthony Zerbe (nel ruolo del Consigliere della città di Zion) e degli altri attori.
“Matrix Revolutions” (2003) di Andy e Lana Wachowski, Kenu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Ann Moss, Hugo Weaving, Mary Alice, Helmut Bakaitis, Lambert Wilson, Monica Bellucci, Anthony Zerbe, Tanveer K. Atwal, Ian Bliss, Collin Chou, Nathaniel Lus e Jada Pinkett Smith.
Neo – ovvero l’Eletto o il Prescelto, che prima si chiamava Thomas A. Anderson – salva la città sotterranea di Zion dalla distruzione da parte delle macchine e la maggior parte degli abitanti dall’annientamento. Ma il Potere tecnologico totalitario imperante sul pianeta Terra organizza una nuova offensiva contro Zion, inviando alla volta della roccaforte dei ribelli centinaia di migliaia di Sentinelle, ossia di robot muniti di tentacoli, con l’ausilio di gigantesche trivelle che aprono loro la strada. Mentre Zion sta per essere investita dal devastante attacco delle macchine, Neo decide di raggiungere la città delle macchine sulla superficie terrestre, allo scopo di por fine alla guerra contro l’umanità che dura da più di cento anni. Dopo un viaggio estenuante a bordo di una nave in compagnia di Trinity (che perde la vita durante il percorso), Neo giunge sulla superficie terrestre e nella megalopoli della Tecnica dominatrice chiede al Re delle macchine di por fine alla guerra. Ma per raggiungere questo obiettivo, Neo sarà costretto dal Re delle macchine a far ritorno nella realtà virtuale di Matrix per affrontare l’agente Smith, che ha assunto una posizione di supremazia.
Terzo e ultimo capitolo della saga cinematografica fantascientifica iniziata con “Matrix” e continuata con “Matrix.Reloaded”, “Matrix Revolutions” (“The Matrix Revolutions”) è come i precedenti un superkolossal di grandiosa spettacolarità realizzato con un immane dispendio di mezzi (il budget ha toccato anche questa volta i centocinquanta milioni di dollari). Gli sceneggiatori e registi Andy e Lana (o Larry) Wachowski confermano le loro qualità professionali, guidando il lungometraggio con mano esperta e amalgamando l’avventura mozzafiato, la drammaticità, il realismo, il romanticismo e una serie di interessanti temi di carattere filosofico.
Infatti, proprio dal punto di vista filosofico della comunicazione di massa cinematografica, “Matrix Revolutions” – come gli altri due capitoli della trilogia – pone in risalto l’idea idee utopistico-negativa o distopica della dominazione totalitaria delle macchine ovvero della Tecnica sull’umanità, insieme agli ideali utopistico-positivi della ribellione di una classe proletaria subordinata di umani al Potere delle macchine (rivendicando la propria sete di libertà e di superamento della subalternità ed il proprio desiderio di protagonismo politico e nel divenire della Storia), della società democratica multirazziale e multiculturale, di una finalità ultima dell’agire umano che supera la casualità meccanica – fondata sul binomio causa-effetto – aprendo le porte al misticismo, della necessità di un nuovo Messia che sia in grado di guidare il genere umano in un processo di redenzione e di rigenerazione del suo Essere – ai livelli individuale e sociologico – dall’assoggettamento alle macchine e dalla guerra contro queste ultime alla liberazione finale (la figura messianica di Neo, con la sua vicenda personale e i suoi poteri soprannaturali, è a tal proposito emblematica) e del sacrificio di un individuo – estraneo alle ricchezze economiche capitalistiche nonchè all’autorità politica – per la salvezza di una collettività ovvero dell’intera umanità (il riferimento è, a questo proposito, all’impresa finale di Neo nella Città delle macchine). La fantascienza cinematografica del resto è piena di esempi neo-messianici che si inscrivono in una religiosità laica, come evidenziano il film “Dune” di David Lynch, le serie de “Il pianeta delle scimmie”, di “Guerre stellari” e di “Superman” e come ha confermato quella di “Matrix” dei Wachowski Brothers. Inoltre, “Matrix Revolutions” ripropone la tematica di quale sia l’autentica realtà per l’Uomo, quella virtuale creata dal cervello elettronico Matrix o quella della brutale guerra degli esseri umani contro le macchine che intendono o ucciderli o schiavizzarli.
Va segnalato, poi, un argomento filosofico-ideologico-politico che i tre film della saga suggeriscono: si tratta dell’apologia di un nuovo “socialismo reale” ovvero di un rinnovato comunismo – nel quale però è ammessa la libertà di pensiero e di parola – che contraddistingue l’organizzazione della città sotterranea di Zion, dove vivono i soggetti umani che si sono ribellati al dominio delle macchine. Zion, da questo punto di vista, si contrappone radicalmente al mondo simulato di Matrix; nella prima non ci sono classi sociali né differenze nelle condizioni socio-economiche degli abitanti, mentre nella società civile della metropoli ricreato da un computer di Matrix vi sono ceti sociali differenti e pertanto individui ricchi e abbienti che esercitano la propria supremazia su molti altri (come nei casi del Merovingio, dell’Architetto e dello stesso agente Smith).
Non so se ne sono consapevoli, ma Andy e Lana Wachowski con la trilogia di Matrix hanno trasmesso al pubblico e immesso nella sfera psicoanalitico-spirituale (conscia e subconscia) dell’immaginario collettivo, l’ideale di una rinnovata ideologia comunista, di un rifondato “socialismo reale” che si pone – insieme con l’agire e l’esempio del personaggio messianico di Neo ovvero dell’Eletto – come modello di salvezza e di emancipazione dell’umanità futura dalla volontà di potenza delle macchine.
Devo aggiungere anche che “Matrix Revolutions” dei Wachowski Brothers lascia non pochi punti in sospeso ovvero vari nodi che potrebbero essere sciolti solo da un’altra trilogia cinematografica (in arrivo in questi anni e già iniziata con il recente “Matrix Resurrections”, 2021, ndr).
Sono lodevoli, infine, tutte le interpretazioni degli attori impegnati, da Reeves, da Fishburne e dalla Moss a Weaving, alla Alice, a Zerbe, a Bakaitis ed agli altri.