Nonostante l’estate stia per volgere al termine, ciò non significa che la nostra (e la vostra) passione per i libri debba scemare, per cui continuiamo a segnalarvi nuove uscite da inserire nella vostra biblioteca personale del fantastico. Questa volta vi suggeriamo “Mal di luna – La figlia del licantropo bianco” di Giusy Tolve (221 pagine; € 15,90), pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo.
Il romanzo racconta di una società post nucleare nella quale gli esseri umani coesistono con creature mostruose frutto dell’evoluzione: i licantropi. A questi ultimi gli esseri umani riconoscono la condizione di malati incurabili, considerandoli dalla nascita dei condannati a morte. In realtà gli umani rifiutano questo nuovo anello della catena evolutiva al punto di istituire dei centri di contenimento nei quali tenere sotto osservazione gli individui mutati. La protagonista della vicenda, Fara Roi, è una creatura speciale perchè rappresenta un’ulteriore fase evolutiva rispetto ai comuni mutaforma. Fara è un Luv Ravas, licantropo che pur avendo tutte le caratteristiche di un mutaforma (forza, velocità e ferocia) conserva la forma umana aggiungendo, però, a queste particolari doti fisiche altre speciali facoltà come l’anagnosi (una sorta di lettura del pensiero). Fara, ex mercenario al servizio di un medico genetista – deciso ad estirpare il morbo della licantropia e con esso tutti coloro che ne sono portatori sani – rifiuta il proprio passato in favore di una vita normale. Questo finché non torna a farle visita il suo mentore, Nico Rinaldi, ex agente del Sismi costretto ad abbandonare la vita del cacciatore dopo aver scoperto di essere malato di NRS. Quest’ultimo chiede a Fara di aiutarlo a risolvere un complicato caso di omicidio. I corpi martoriati, rinvenuti nei pressi dell’Abbazia di San Michele, sono di cinque poliziotti appartenenti al reparto supplementare (un corpo speciale creato al fine di occuparsi esclusivamente di reati legati alla licantropia). In questo suggestivo luogo (l’Abbazia di San Michele esiste realmente in Basilicata), abitato soltanto da una piccola setta di monaci ankhniani (culto misterico che ha fuso parte dei dogmi cristiani con antiche culture egizie, divenendo la religione più praticata nel sud del paese), Fara e Nico scoprono che dietro gli omicidi si nasconde il padre di Fara, Fausto Roi, il Loup Garou più potente della circoscrizione. Questi, lasciando dietro di sé una lunga scia di morti e servendosi di un Loup Garou più giovane e spaccone, attira sua figlia in quel luogo per spingerla prima a diventa capo di un branco e poi a mettere a morte gli umani che negano la supremazia dei licantropi.
Come ci ha raccontato la stessa autrice “il romanzo è stato scritto parallelamente alla stesura della mia tesi di laurea, un saggio sui più famosi “Bestiari medievali”, libri che raccontano di creature reali ma per lo più di esseri mitologici come manticore, draghi, lamie, unicorni e altro ancora”.
Giusy Tolve è nata a Potenza nel 1982 e si è laureata in filologia romanza a Venezia presso l’Università Ca’ Foscari. Insegna italiano e storia in un istituto paritario da un paio di anni e questo è il suo primo romanzo.
Buona lettura.