Stefano Jacurti, attore e scrittore con esperienze registiche nel cinema indie e nel teatro, si cimenta in un libro dedicato a un grande regista di western memorabili come Il mucchio selvaggio: Sam Peckinpah.
IL CINEMA WESTERN E NON DI «BLOODY» SAM PECKINPAH (240 pagine; 20,90 euro; I libri di Emil), che si avvale della prefazione di Orietta Cicchinelli (giornalista, scrittrice, cofondatrice del quotidiano «Metro Italia») è un percorso fra le debolezze di un uomo e la forza di un regista di film indimenticabili come Pat Garrett e Billy the Kid con la partecipazione di Bob Dylan a cui si uniscono il disturbante Cane di paglia, il cupo Voglio la testa di Garcia, il road movie di una coppia fantastica in Getaway, il fallimentare Sierra Charriba che divenne leggenda e altre pellicole che furono spesso contro corrente.
Jacurti trascina i lettori nella parabola di un regista scomodo e nella sua lotta contro le Major di Hollywood, un precursore che aprì la strada all’idea di un cinema indipendente. Sequenze indimenticabili e attori entrati nell’immaginario collettivo, compreso quello che poteva essere e non è stato con Fellini, Leone e Peckinpah seduti allo stesso tavolo, fanno del libro un viaggio vulcanico che vide “bloody” Sam girare capolavori assoluti nonostante gli eccessi di una vita alla Steve McQueen.
Ma non è tutto: Stefano Jacurti è uno sfegatato del western, uno che arriva a vestirsi come se fosse in un western e che ha pure diretto un film western… per questo non possiamo non segnalare anche WESTERN SEX ROCK AND HORROR – RACCONTI AD OVEST DI TUTTO (320 pagine; I libri di Emil).
Lingue di fuoco scaturiscono da un fucile negli spazi sconfinati dove un bambino è l’unico sopravvissuto di una carovana massacrata. Mentre si susseguono battaglie nella neve, lupi all’attacco e cavalleggeri che spariscono nel nulla, ecco sopraggiungere storie di disertori, di corpi che si uniscono in amplessi selvaggi e di altri maciullati dalle pallottole. La raccolta è un western che cavalca le rughe di una vecchia malata; un western nel quale, tra i conflitti a fuoco e quelli dell’anima, uomini e donne seguono una pista ad ovest di tutto. Le visioni orrorifiche della civil war e un pistolero nel buio, galoppano a fianco del sogno americano fallito, spolpato, ucciso: ma non per chi si arma per l’ultima ballata, per chi sgassa con una Harley Davidson e per chi, sulle note delle country music, ingaggia l’ultimo rodeo. WESTERN SEX ROCK AND HORROR è una pista costellata di conti da saldare, da una squaw bellissima, da una forca che attende. Sono storie classiche, contaminate, sanguinarie, consumate come le cicche nel posacenere di un motel del sesso on the road.
Buona lettura.