Borley è un piccolo villaggio che si trova in Inghilterra, più o meno sul confine tra l’Essex e il Suffolk… ed è anche il villaggio dove si trova il Rettorato di Borley, uno dei luoghi più infestati del Regno Unito.
Prima del Rectory, secondo voci non confermate, su quello stesso terreno, pare vi fosse un monastero benedettino. La casa attuale invece, che in realtà è una canonica, fu costruita nel 1863 dal reverendo Henry Dawson Ellis Bull. L’edificio, già di suo, una volta terminato aveva un’aria decisamente cupa: se poi aggiungiamo che, oltre a sorgere sui presunti resti di un monastero, nel giardino vi era un laghetto in cui si diceva fosse annegato un uomo, poco distante era situato un cimitero per gatti e sempre lì vicino giacevano i resti di alcune delle vittime della Grande Peste del XVII secolo, è facile intuire come il Borley Rectory sia diventato il luogo prediletto di fantasmi e spiriti.
Come se non bastasse tutto ciò, si narravano oscure leggende su quel luogo ancora prima che il reverendo vi costruisse la propria abitazione. La più famosa di queste era la storia di una suora fantasma: si diceva infatti che una novizia di un paese vicino si fosse innamorata di un frate del presunto monastero benedettino. Travolti dalla passione, durante una notte di luna piena, i due decisero di fuggire insieme, aiutati da un cocchiere che avrebbe guidato la carrozza che li avrebbe portati lontano. La coppia però venne scoperta: non si sa che fine fece il conducente che li stava aiutando, ma la tradizione racconta che il frate venne impiccato e la suora murata viva. Molti cittadini di Borley sostengono di aver visto i fantasmi dei due e perfino del cocchiere senza testa e della carrozza con i cavalli… si sarebbero addirittura uditi il rumore di una vettura invisibile e degli zoccoli degli animali che si avvicinava e poi si allontanava.
Ovviamente il reverendo Bull non prestò ascolto a nessuna leggenda quando decise di far costruire la sua canonica sul quel terreno, finché non iniziarono a manifestarsi i primi fenomeni di poltergeist: oggetti che si spostavano o che si muovevano da soli e andavano a scagliarsi contro i muri, forti colpi improvvisi, luci che si accendevano e si spegnevano, la figura di una suora e quella di un uomo (foto a destra) che si aggiravano in giardino su quello che era stato definito “il sentiero della suora”, passi fantasma. E come se non bastasse alle figlie del reverendo capitava spesso di svegliarsi durante la notte e di vedere un uomo in abiti scuri e di foggia antica fermo o seduto vicino al letto.
Nel 1892 Bull morì e il figlio gli successe nel ruolo di canonico di Borley ed ovviamente ereditò la casa. E con il suo arrivo iniziarono nuove manifestazioni, tra cui di nuovo l’uomo alto vestito di nero in piedi davanti al letto. Fu allora che i Bull decisero di andarsene, vendendo la casa a un altro reverendo, Guy Smith, che, non sapendo nulla dei “problemi” della casa, vi si trasferì con tutti i famigliari.
I fenomeni d’infestazione, un’altra volta, non tardarono a mostrarsi. Ma Smith non si perse d’animo e, tramite il Daily Mirror, contattò lo studioso di parapsicologia Harry Price. Purtroppo a nulla servì il suo intervento: egli stesso assistette impotente a fenomeni di levitazione di oggetti, chiavi che cadevano da sole dalle serrature e addirittura una volta un candeliere in vetro rosso si frantumò in mille pezzi schiantandosi contro una scala. Si tentò allora, invano, con una seduta spiritica nella “stanza blu”, una camera al secondo piano caratterizzata da una grande intensità di fenomeni. Durante la seduta si manifestarono ulteriori fenomeni: la specchiera di una parete emanò una scarica di colpi e una saponetta del lavabo si sollevò in aria e colpì violentemente una brocca di metallo, lasciandovi una profonda ammaccatura. Poco dopo più di un anno anche gli Smith abbandonarono il posto.
La casa rimase disabitata per qualche anno finché nel 1930, nel mese di ottobre, il reverendo Lionel Foyster e sua moglie Marianne traslocano al Rettorato… e improvvisamente le apparizioni incrementarono esponenzialmente: gente che rimaneva bloccata nelle camere, oggetti scomparsi, finestre rotte da forze sconosciute, strani suoni. Ma l’incidente peggiore toccò proprio alla signora Foyster: una notte venne sollevata dal suo letto, schiaffeggiata da mani invisibili e costretta a scansare oggetti pesanti che le venivano scagliati addosso, mentre un’altra volta rischiò addirittura di venire soffocata contro un materasso. Poco tempo dopo l’arrivo dei nuovi abitanti, iniziarono ad apparire sui muri di casa anche inquietanti scritte invocanti aiuto e rivolte proprio a Marianne. Trascorsi cinque anni, nel 1935 i Foyster decisero di abbandonare il Rettorato e da allora la casa è diventata centro di studi per “ghost hunters”.
Il primo a tornarvi fu Price nel 1937 per condurre alcuni esperimenti, dopo aver reclutato studiosi ben preparati e aperti di mente disposti ad aiutarlo. Durante queste ricerche lo studioso registrò moltissimi fenomeni e apparizioni, caratterizzate anche da comunicazioni medianiche, grazie all’aiuto della tavoletta Ouija, con una certa Marie Lairre, vissuta nel XVII secolo. Lo spirito disse di essere stata in vita una suora francese e di aver lasciato il convento per sposarsi con un nobile che abitava nel posto in cui era stato costruito il Rettorato di Borley, ma venne uccisa e i suoi resti erano stati sepolti proprio in quel luogo. Un altro spirito invece affermò che la casa sarebbe stata bruciata quella stessa notte: ciò non accadde, ma 11 mesi dopo, il 27 febbraio del 1939, si sviluppò un fortissimo incendio, durante il quale alcuni testimoni dissero di aver visto evanescenti figure muoversi sia in casa sia in giardino: si racconta ad esempio di una giovane donna vista a una finestra del piano superiore mentre la casa ardeva. Ma in casa non c’era nessuno e infatti, domato l’incendio, non fu ritrovato alcun corpo.
Da allora la canonica non venne più ricostruita.
Nel 1943 Harry Price tornò alla carica e decise di avviare degli scavi, che portarono alla luce un osso parietale e una mandibola con ancora cinque denti attaccati: all’esame necroscopico i resti risultarono appartenere a una donna di età inferiore ai trent’anni, confermando forse la leggenda della suora e le dichiarazioni dello spirito di Marie. I resti vennero poi sepolti in terra consacrata.
L’anno successivo le rovine dell’edificio vennero distrutte e durante i lavori di demolizione un inviato del Times fotografò un pezzo di mattone sospeso a mezz’aria, senza trucco e senza inganno (foto a sinistra).
Attualmente non rimane nulla del Rettorato di Borley, le poche macerie rimaste in piedi sono state distrutte completamente dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale: ora al posto della casa infestata c’è solo un vasto pezzo di terra incolta, di proprietà privata e quindi inaccessibile!
A tutti… tranne, forse, che agli spiriti!
23/07/2008, Davide Longoni