Grande visionario e stratega, condottiero formidabile, sovrano energico dal pensiero illuminato, personalità di una sorprendente attualità per la sua concezione unitaria dell’Europa. Sono alcune espressioni che lo scrittore e giornalista Franco Forte ha utilizzato alla presentazione della sua ultima opera narrativa “Karolus – Il romanzo di Carlo Magno” (Edizioni Mondadori) nel corso del Festival del Giallo Città di Napoli tenuto dal 25 al 28 maggio all’Intistut Francais. Si tratta di un corposo e coinvolgente volume nel quale, in maniera romanzata, vengono narrate la vita e le gesta di Carlo Magno (nato nel 742 e deceduto nell’814), straordinario condottiero, re dei Franchi e primo imperatore del Sacro Romano Impero.
FRANCO FORTE, COSA TI HA SPINTO A REALIZZARE UN ROMANZO SU CARLO MAGNO? QUANTO C’E’ DI ATTUALE NELLE SUE IDEE?
Era arrivato il momento di scrivere su un personaggio molto conosciuto ma su cui si sa pochissimo, un sovrano che è stato fondamentale per tutta una serie di argomenti di cui oggi si discute. Per esempio l’Europa unita, per come la conosciamo noi oggi, viene costruita nel suo primo momento fondativo da Carlo Magno. A parte la Spagna che era sotto la dominazione musulmana, il resto dell’Europa era esattamente come la conosciamo oggi, aveva ai confini la Pannonia, territorio che va dall’Ucraina alla Russia, sempre in guerra tra loro. Era quindi il momento ideale per parlare di questo grande personaggio storico di cui, peraltro, a livello di romanzi si è scritto poco o niente.
QUALI ERANO LE SUE PRINCIPALI CARATTERISTICHE COME UOMO E COME REGNANTE?
Era un grande visionario che sapeva guardare oltre il suo tempo. Per esempio aveva un rapporto modernissimo con le donne, di totale rispetto e concordia reciproca. Aveva una visione del mondo al di là di quelle che erano le consuetudini del tempo, fondò la Schola Palatina, guidata dal filosofo e teologo Alcuino di York, che potesse avere anche un’impronta linguistica cercando di diffondere l’uso della lingua latina per farla comprendere da tutti e dare vita ad una identità europea. Cosa che non era stata ancora pensata, quindi parliamo di un grande visionario.
QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO PER SCRIVERE QUESTO AMPIO VOLUME, DI OLTRE SETTECENTO PAGINE, TRA RICERCHE E STESURA?
Ci sono voluti più di dieci anni di studi perché il personaggio era continuamente sottoposto a revisionismo storico per cui dovevo aggiornami costantemente. Però una volta arrivato ad un punto ho deciso di mettermi a scrivere e anche per questo, però, ci è voluto tanto tempo. La sua storia è talmente incredibile, anzitutto è vissuto oltre 71 anni in un’epoca in cui la media era di 40. Ha regnato per 50 anni e ha realizzato tantissime cose innovative per quel periodo. Era un personaggio possente, alto un metro e novanta. Era dotato di una grande forza. Ebbe il suo ultimo figlio a 65 anni. Fu un condottiero formidabile che ha combattuto per mezzo secolo. Fu un grande stratega, ha realizzato una serie di atti amministrativi e burocratici che hanno cambiato completamente il modo di vivere dell’Alto Medioevo. Insomma, fu straordinario sotto tutti i punti di vista. Un personaggio che assolutamente mi interessava far conoscere.
QUANTO E’ IMPORTANTE UN ROMANZO RISPETTO AD UN SAGGIO PER FAR CONOSCERE UN PERSONAGGIO STORICO?
Il romanziere deve studiare tutto quello che gli storici e gli archeologi sostengono e quindi le fonti. Poi nel romanzo è importante raccontare le emozioni di eventi e fatti e le interazioni tra emozionali e personaggi. E’ questo, nella sostanza, ciò che fa la differenza tra romanzo storico e saggio. Ed è proprio ciò che ho provato a proporre in “Karolus”!
IN DEFINITIVA UN VOLUME, QUELLO DI FRANCO FORTE, CHE PROPONE LA STORIA DI UN GRANDE PERSONAGGIO NARRATO IN UN’OPERA CHE NE APPROFONDISCE LA FIGURA IN MANIERA AVVINCENTE!