ERATAI 07 – LA FINE DELL’UNO: IL RE BIANCO E IL RE NERO – SECONDA PARTE

V

“Dannazione, che dolore!” Urlò Adam. Il suo corpo  si piegò in avanti, cercò un appiglio sulla parete con la mano, annaspando. Il respiro si fece sottile e un’ondata calda risalì lungo la schiena dallo stomaco. Il sangue sembrava incendiarsi nelle sue vene.

Il Re era solo nella sala delle Vasche, e nessuno si accorse del suo malessere. Si ridusse in ginocchio, il viso s’ingravidò di sudore. Percepì delle parole nell’aria:

Una stella per la maestà del toro,

una per la balena che addomestica le onde,

un’altra per il potente bramire del cervo.

Sono le tre stelle nel cielo d’oro

Che l’estate sono nel mare le impronte

Verso casa la strada del cielo terso

“Chi è? Olain, sei tu?” cercò di urlare, soffocato da uno spasmo.  Ma quella voce lo perseguitò, colpendolo ancora. “Ma si chi diavolo sei? Fatti avanti, dannato codardo!” gridò.

All’improvviso si accese un monitor di controllo. La luce rossa pulsante era segnale di un serio pericolo. Trascinandosi nella sala di controllo attivò i sistemi di lettura di sicurezza.

Emise una bestemmia stupito, guardando il monitor. Il dolore stava scemando e quando chiamò il Comandante della Sicurezza  Olain, si era ripreso. All’ingresso del Siran nella sala di controllo, i sintomi erano del tutto spariti, non solo, era come se quel tremendo malore, gli avesse irraggiato una profonda energia.  Stava bene, quasi una nuova linfa lo avesse nutrito di vigore.

“Cosa succede?” fece in preda all’ansia il Comandante, manipolando alcuni joystick sferici sulla tastiera “I parametri stanno sfiorando il codice rosso!”

“Tempo sia in atto un altro Collasso del Connettivo. Controlla l’emissione elettromagnetica nella piscina.” Rispose Adam.

“Agli ordini.”

Tutti e due sapevano che un altro Collasso in un così breve lasso di tempo dal precedente, sarebbe potuto essere fatale all’intero Sito di Detenzione.

“Maestà, c’è uno spettro al di sopra di dieci punti sulla normale attività.”

“Dannazione!” Adam sbatté un pugno sul tavolo “Questa volta li perdiamo! Forza, togli energia all’acqua!”

Olain lo guardò sospettoso: “Non siamo mai andati così sotto, Sire.”

“Ci andremo, perché questi, se non agiamo, moriranno tutti!”

“Non abbiamo riscontri sperimentali al di sotto dei dieci Chilowatt.”

“E non avremo più alcun riscontro se questi Allaghén  muoiono.”

“Ai vostri ordini.” Disse, innescando la discesa del livello d’acqua.

“No, no, per la miseria, no!” l’ansia del Re aumentò quando vide che all’ottavo Chilowatt, la luce nella piscina era ancora di un viola brillante.

“Sta aumentando!” fece Olain “Signore, guardi i parametri sul cilindro A3, A4 e A7!” il Comandante era sbalordito, anche se il suo volto rimase in un freddo contegno: “I dati segnano che gli Allaghén di questi cilindri hanno cominciato il processo di fissione interna.”

“Dannazione, siamo già in fase di decadimento gamma, questi li abbiamo persi!”

“Anche A8, A20, A1, A34, Signore.”

“Merda! Fa’ scendere le barre di controllo e aumenta la grafite!”

“Sì, Signore.”

Le disperate strategie di controllo dei due sembrarono inutili, e la luce nella piscina divenne un’aurora viola dalle iridescenze eccezionali.

“Altri cilindri stanno decadendo, Maestà!”

“Dio mio! Ma perché! Cosa succede?”

“Non ne ho idea, signore, l’unico modo per innescare una simile fissione è sparare dentro il contenitore un Atomo proiettile di Uranio e buttarci poi dell’acqua d’innesco per l’ Idrogeno.”

“Perdio la pressione di questi cilindri è inaudita!”

“Credo sia meglio riportare il raffreddamento, Signore!”

“No, non ancora, provocheremo un raffreddamento troppo rapido e il resto dei cilindri potrebbe non tollerare lo sbalzo di attività!”

“Signore, altri cilindri in decadimento!”

“Maledizione!”

Olain ebbe un brivido, guardando il monitor centrale.

Adam sollevò gli occhi sullo stesso panorama e: “Sembra che le reazioni nucleari siano istantanee e incontrollate. La pressione aumenta in modo caotico, se non procediamo a un contro innesco atomico, salterà tutto per aria.”

La tensione era feroce. Adam dovette decidere.

“Stanno morendo uno dopo l’altro.” Pensò “come se un virus letale li avesse infettati.”

“Spengiamoli, Olain, raffreddiamo la vasca numero Uno.”

“Signore…” fece il Siran spaesato.

“Sì, hai capito. Sopprimiamo gli Allaghén della Vasca numero Uno.”

Il Siran non mosse un muscolo del volto, ma la sua titubanza venne percepita dal Re.

“Ogni cilindro è una bomba nucleare di 3 Kilotoni, che ha iniziato una fissione istantanea,  in modo incontrollato. Se qualcosa andasse storto nelle misure di contenimento del danno, adesso, hai idee di cosa ci aspetterebbe?”

“Perderemmo l’Astronave del Sito, Signore.”

“E l’onda d’urto danneggerebbe il resto della flotta.”

“Meglio perdere una vasca che tutto il Sito e il resto delle Navi.” Replicò il Comandante.

“Sì, Olain, metti in atto il protocollo di Contenimento del Danno, livello Zero.”

“Livello Zero, agli ordini, Maestà.”

Livello Zero, cioè soppressione all’istante di ogni forma di vita all’interno dei cilindri di detenzione della piscina. Non è difficile domare una reazione di fissione nucleare molto simile a quelle di un primitivo ordigno atomico, se presi in tempo, uno a uno, quei cilindri si sarebbero spenti e i gli Allaghén al loro interno ridotti a materiale radioattivo di scarto, i cui scopi potevano essere studiati e analizzati in un momento successivo.

“Togliamo di mezzo tutta la grafite, non voglio rischiare un incendio proprio durante le iniezioni letali. Poi, apriamo le valvole dell’ Oro e del Kalium.”

Si sollevarono le barre di moderazione e la mistura letale venne introdotta nei cilindri da aghi infilati nella parte inferiore di ogni cilindro. 

“Buttiamo del Boro sulle passatoie,  intanto.” Continuò il Re.

Dei nebulizzatori irrorarono gli ambienti asciutti attorno alla sala dei cilindri di polvere di Boro e sabbia.

“Oro e Kalium hanno saturato i cilindri, signore.”

“Bene, adesso mettiamo il Cumar.” Un elemento radioattivo piuttosto raro, in grado di divorare letteralmente l’energia prodotta dalla fissione in un contenitore. Non si potrebbe usare all’esterno, poiché al contrario incendierebbe l’aria, causando danni ancora peggiori dell’esplosione nucleare. Ma è il colpo di grazia per quegli sventurati,  imprigionati nei cilindri. Dopo aver mangiato l’energia in eccesso, va a disgregare la struttura degli atomi rimasti. La morte non è veloce, ma straziante per un Allaghén, se non fosse per l’Oro che li “addormenta” e il Kalium che spenge quasi istantaneamente  i fotoni, una morte per induzione da Cumar sarebbe orrenda, quasi come se a un uomo sciogliessero la pelle, e di seguito le ossa, per ultimo il cervello.

In breve tempo quella piscina si spense, l’acqua tornò a brillare riflettendo solo la luce delle lampade.

“È tutto finito.” Pensò a voce alta “Spero solo non abbiano sofferto.”

“Temo di non avervi ben udito, Maestà.” Parlò Olain

Era diventato matto? “Speriamo non abbiano sofferto” quale assurdità era andato a pensare! Per fortuna Olain davvero non recepì le parole del Re: “Nulla, Olain,  riflettevo sul da farsi. Ora dovrò rendere conto a Dio di quanto è accaduto.”

“Signore, non è colpa vostra. Guardate i dati: sembra che nei cilindri sia stata introdotta un’infezione .”

“Com’è possibile?”

“Seguendo le ultime tracce delle memorie madri di ciascun cilindro, sembrerebbe che il virus sia stato inserito attraverso le barre di controllo.”

“Vorresti dire che il vettore del virus è stata la grafite?”

“Non ho elementi per dirlo, ma leggendo questi tracciati, sembra essere l’unica risposta.”

Adam si mise a leggere quelle sequenze di rune e lettere che scivolavano sui monitor virtuali.

“La grafite. Sì, sembrerebbe essere l’unica via possibile. Ma non capisco.”

Trascorse del tempo su quelle cascate cifrate. Olain era smontato dal turno, anche se insistette per rimanere al fianco del Re, Adam lo mandò via. Voleva rimanere da solo davanti ai suoi Allaghén. “I miei Allaghén.” Sobbalzò “ma che mi possano dannare! Queste sono solo lampadine fulminate!”

“Adam, perché, credendo nel tuo fallimento, ti sei perso?”

“Il Mio Signore, non tollera l’imperfezione.”

“Adam, sono forse gli Uomini perfetti?”

“Mio Signore, la perfezione appartiene solo a te.”

“Non ti crucciare, hai perso parte del nostro lavoro, ma dalla morte c’è rinascita.”

“Signore perché provo pena per questi morti?”

“Perché l’imperfezione è dei mortali, mentre la perfezione è di Alath. Tu provi pena per chi muore, ma la vista dell’Uomo è limitata al presente, mentre quella del Tuo Signore accoglie l’infinità del tempo. Ora tu ti crucci per dei demoni che hai dovuto uccidere, per evitare che distruggessero alte più importanti vite. Ma questo tuo gesto domani sarà la base di un grande avvenimento. In queste vasche giacciono esseri malvagi, dall’animo menzognero. Se non stessero in fondo alla nostra vasca, sarebbero sepolti negli inferi. Non ti dispiacere per l’avaria, e va’ avanti, per volontà del tuo Dio.”

Ma nonostante il suo Signore lo avesse ancora accondisceso, Adam continuava a divorarsi l’animo per aver spento la luce a quei sessanta Allaghén.

“Ma erano già morti.” Si disse “Erano solo atomi in fissione selvaggia, tumori nucleari.” Tentò di consolarsi, leggendo e rileggendo ancora le memoria di quell’evento, registrata nel cervello informatico del Sito.

“La grafite non può essere stato il vettore del virus.” Rifletté.

Cercò nell’immenso archivio scientifico ogni cosa riguardasse le infezioni capaci di aggredire i sistemi di sicurezza informatici.  Ma nulla comparve.

“Se fossi un terrorista che volesse compiere un colpo simile, dovrei anzitutto aggredire le difese esterne del Sito. I computer di sorveglianza, di conseguenza  il cervello che gestisce i programmi integrati di sicurezza. Poi dovrei oltrepassare lo scanner che percorre l’intero tunnel d’immissione alle Vasche. Dovrei avere un dna del tutto identico a quello del Re, per non venire disintegrato. Dovrei trattenere questo dna per tutto il tragitto, perché lo scanner segue sino all’ingresso delle Vasche. Poi, una volta lì dentro, dovrei oltrepassare altri sistemi di riconoscimento, conoscere ogni singola parola di accesso, e possedere le chiavi. Solo dentro la Sala di Controllo potrei accedere alla strumentazione per interagire con i cilindri.” Passeggiava nervoso lungo la Sala com’era solito fare quando rimuginava “Dunque il sistema dovrebbe conoscere colui il quale ha immesso il virus. Ma l’unico che il sistema riconosce sono io stesso. Olain entra sempre dietro a me, o quando io sono già dentro la Sala, neppure lui potrebbe accedere senza la presenza del mio dna.”

Intanto immaginava i clamori che un simile incidente avrebbe sollevato e la polvere che lo avrebbe presto potuto insozzare agli occhi dei Comandanti nell’Empireo.

VI

“Quindi mi state dicendo che le esplosioni del Sito Uno non sono opera di un vostro sabotatore?” disse Shatan, con i quattro Generali riuniti nella sua sala privata, nella sagrestia del tempio di Manzath.

“È come ti abbiamo raccontato. Non ho idea di come sia potuto accadere, ma pare che nel Sito Uno, una vasca sia letteralmente scoppiata in una reazione nucleare di fissione.” Avanzò Urael.

“E Adam? Non è stato in grado di prevenire un problema così primitivo come una reazione di fissile all’interno dei nuclei? Questo mi colpisce, Signori.”

“Adam ha messo in atto il protocollo del Contenimento del Danno, da quel che sono riuscito a capire. Ma nessuno sa nulla di quanto sia accaduto. La relazione è riservata alla sola lettura di Alath. Ci ha esclusi dal problema, perciò non sappiamo se non attraverso voci di corridoio.”

“Escludere gli esperti è una prassi di Adam, ormai. Sembra che Alath voglia creare un super cervello in grado gestire tutto lo scibile Empireo.” Rincarò Gavrael “Se continuerà così, ci ritroveremo tutti senza lavoro.”

Shatan si alzò in piedi.

“Olain è uno dei tuoi, non potresti interrogarlo?” domando Maekael.

“È un Siran, ma non è dei miei, fa parte del Rango Iperboreo. Sapete cosa significa, vero?”

“Che è intoccabile, svincolato da ogni legame con i suoi Generali, risponde solo ad Adam e Alath.” Replicò Maekael “Gli Iperborei,una razza di dannata elite, creata solo per leccare il deretano ai due vertici!”

“Attento alla tua di lingua, Maekael, stai bestemmiando!” urlò Raphael.

“Bestemmio?” scattò alla gola di suo fratello “Sono stato il primo ad aver accettato la mano assoluta di Alath, il primo ad aver detto sì al suo Progetto, e lo rifarei seduta stante, m’immischierei in mille altre guerre sotto il suo vessillo! Ma Adam  ha  usurpato il mio posto accanto a Dio! E non venirmi a dire che bestemmio!”

“Signori, per favore, evitiamo questo scompiglio fra di noi.” Esortò Shatan, calmo, come se i due fratelli stessero scambiandosi tenerezze “Cerchiamo di rivolgere a nostro favore l’incidente al Sito Uno.” Continuò. La riunione andò avanti per tutta la notte.

Alessandra Biagini Scalambra