Titolo originale: Il pianeta degli uomini spenti
Anno: 1961
Regia: Anthony Dawson
Soggetto: Vassilji Petrov
Sceneggiatura: Vassilji Petrov
Direttore della fotografia: Marcello Masciocchi
Montaggio: Jorge Serrallonga
Musica: Mario Migliardi
Effetti speciali: Telemaco Tilli e Massimo Tavazzi
Produzione: Ultra Film – Sicilia Cinematografica
Origine: Italia
Durata: 1h e 42’
1h e 24’ versione USA
CAST
Claude Rains, Bill Carter, Umberto Orsini, Renzo Palmer, Maya Brent, Jaqueline Derval, Carlo D’Angelo, Giuliano Gemma, Jim Dolen, Carol Danell, Joseph Pollini, John Stacy, Aldo D’Ambrosio, Massimo Righi, Annamaria Mustari, John Karlsen
TRAMA
Gli scienziati di un osservatorio scoprono che un pianeta sconosciuto si dirige in rotta di collisione verso la Terra. Il pianeta, che appare disabitato e deserto, è in realtà una specie di gigantesca astronave controllata, comandata e pilotata da un enorme supercomputer programmato per conquistare la Terra, malgrado gli alieni responsabili di questo piano e di un viaggio che ha richiesto decenni siano ormai estinti. Sul pianeta vi sono migliaia di dischi volanti teleguidati dal computer. La gigantesca macchina, inconsapevole dell’estinzione dei suoi creatori, continua implacabile il progetto di conquista per portare a termine la sua missione. Le armi terrestri non possono nulla contro il pianeta invasore, vani sono gli sforzi di fermare la minaccia con i missili o le armi delle astronavi terrestri e solo un eccentrico ma illuminato scienziato, il professor Benson, responsabile dell’osservatorio e insigne matematico, riuscirà a sventare la minaccia, trovando il modo di bloccare tutte le macchine aliene, annullando la loro programmazione.
NOTE
“Il pianeta degli uomini spenti”, diretto da Antonio Margheriti con lo pseudonimo di Anthony Dawson, fu redistribuito nel 1978 col titolo “Guerre planetarie” sulla scia del successo ottenuto dal film “Guerre stellari” di George Lucas, mentre negli Stati Uniti è conosciuto con i titoli “Battle of the Worlds”, “Battle of the Worlds – The Arrival of the Outsider” e “Planet of the Lifeless Men” e in Francia come “Le planète des hommes perdus – L’etranger du Cosmos”.
Fu il secondo film diretto da Margheriti, regista di un gran numero di film di genere e tra i pochissimi in Italia a cimentarsi nel filone della space-opera: si trattò di una produzione a basso costo ma con finanziamenti superiori del precedente film di Margheriti, “Space-Men”, consentendo di scritturare un attore di fama internazionale quale Claude Rains (“Shangri-La”, “Mondo perduto”, “Notorius”, “Casablanca”, “L’uomo invisibile”, “Il Fantasma dell’Opera”, “L’uomo lupo”, “L’uomo che vide il futuro”), che fornì un’interpretazione molto intensa, dando vita a un personaggio curioso ed intrigante. Nel cast vi erano anche altri attori che diventarono famosi negli anni a seguire: Umberto Orsini (“L’anticristo”, “Racconti di fantascienza”, “I racconti fantastici di Edgar Allan Poe”), Renzo Palmer (“Diabolik”, “Il cinico, l’infame, il violento”, “Tre passi nel delirio”, “Caltiki il mostro immortale”) e Giuliano Gemma (“Tex e il Signore degli Abissi”, “Tenebre”, “Ercole e la regina di Lidia”) qui al suo primo film. E poi ancora segnaliamo fra gli altri interpreti: Carlo D’Angelo (“Vip mio fratello superuomo”, “I vampiri”), Jim Dolen (“Totò nella luna”, “La vergine di Norimberga”, “La ragazza che sapeva troppo”), Joseph Pollini (“Space-Men”), John Stacy (“Yeti – Il gigante del 20° secolo”, “Wild Beasts – Belve feroci”, “Zeder”, “Mia moglie è una strega”, “Kriminal”), Aldo D’Ambrosio (“I criminali della galassia”), Massimo Righi (“6 donne per l’assassino”, “Sette uomini d’oro nello spazio”, “La guerra dei robot”, “Il raggio infernale”, “Superargo contro Diabolikus”, “La lama nel corpo”, “La decima vittima”, “Terrore nello spazio”, “I tre volti della paura”) e John Karlsen (“Bill & Ted’s excellent adventure”, “Esperimento I.S.: il mondo si frantuma”, “Il nascondiglio”, “La setta dei dannati”, “Frankenstein oltre le frontiere del tempo”, “La chiesa”, “Il piccolo diavolo”, “La bestia uccide a sangue freddo”, “Tre passi nel delirio”, “Fenomenal e il tesoro di Tutankamen”, “…4 …3 …2 …1 morte”, “La cripta e l’incubo”, “Maciste all’inferno”, “Lycanthropus”).
Come il precedente, fu scritto da Ennio De Concini con lo pseudonimo di Vassilji Petrov (“La regina delle Amazzoni”, “Space-Men”, “La maschera del demonio”), mentre alle musiche troviamo Mario Migliardi (“A come Andromeda”).
Secondo Edoardo Margheriti, figlio del regista, la pellicola è ispirata al fumetto “Flash Gordon” di Alex Raymond nei personaggi e nelle situazioni della prima parte: “l’eccentrico Professor Benson appare molto simile al folle Professor Zarro, e simile è anche la struttura iniziale del racconto”.
A causa dei limiti di budget gli “Uomini Spenti” del titolo, ovvero le creature extraterrestri (le prime in assoluto del cinema italiano), furono rappresentate da grovigli di tubi di plastica lattiginosa illuminati con luci rosse o verdi. Racconta ancora in merito il figlio Edoardo: “Fu una trovata per spendere poco, scaturì da una congenita povertà, perché non avevamo i soldi per realizzare nessun tipo di scenografia spaziale più elaborata. In quegli anni la cosa che costava meno erano quei tubi di gomma e decidemmo di fare così le scenografie. Con quelli piccoli facemmo i modellini, e con quelli grandi i decors”.