Siamo sempre abituati ad associare le piramidi solamente agli antichi Egizi, ma nella realtà queste costruzioni sono sparse un po’ in tutto il mondo, come ad esempio quelle in centro America o quelle asiatiche. Una in particolare sta interessando molto gli studiosi, perché potrebbe riscrivere decisamente la storia. Stiamo parlando di quella di Gunung Padang, a 30 km dalla città di Cianjur, nella provincia di Giava in Indonesia, che potrebbe essere la piramide più antica del mondo. Anzi, una delle costruzioni più antiche del pianeta.
I recenti studi di un team di esperti di esperti farebbero pensare infatti che questo incredibile sito megalitico sia antecedente alle piramidi egizie e persino a costruzioni ritenute le più antiche della Terra come quelle di Göbekli Tepe in Turchia. Il team ha pubblicato recentemente i frutti della ricerca durata anni sulla rivista “Archaeological Prospection”. Il gruppo interdisciplinare dell’Agenzia nazionale per la ricerca, capitanato dal geologo Danny Hilman Natawidjaja, afferma nello studio che Gunung Padang risale addirittura all’ultima era glaciale, in pratica a un’età compresa tra i 25mila e i 14mila anni fa.
Gunung Padang ha sicuramente un fascino misterioso e ancestrale. Non per nulla gli abitanti del luogo lo considerano un luogo sacro, lo venerano e ad esso sono legati da vincoli atavici. Il sito, dichiarato patrimonio culturale nazionale, viene chiamato anche “Montagna dell’Illuminazione” ed è situato sulla sommità di un vulcano spento.
La piramide sarebbe stata costruita scolpendo inizialmente la collina lavica e poi ponendo in essere interventi architettonici avvolgenti. E’ risultato chiaro però, secondo gli esperti, che la struttura è frutto di interventi diversi operati in varie fasi temporali. Lo studio evidenzia infatti che subì le ultime lavorazioni tra il 2mila e il 1100 avanti Cristo, quindi in epoca diciamo più “recente” rispetto all’inizio della costruzione.
Nella prima fase i costruttori scolpirono il materiale lavico. Poi altri, un migliaio di anni dopo, tra il 7900 e il 6100 a.C., aggiunsero uno strato di mattoni e pilastri di roccia. Successivamente fu riversato uno strato di terra su una frazione della collina, coprendo parte del lavoro precedente. Tra il 2000 e il 1100 a.C., invece, gli esponenti di un altro aggregato umano aggiunsero ulteriore terriccio, edificando i terrazzamenti in pietra oggi visibili e inserendo nuovi elementi strutturali.
Le evidenze rilevate nel sito indonesiano sono, in ogni caso, straordinarie e stravolgono le consapevolezze finora maturate dagli archeologi.
La prima cosa sorprendente è che i primi costruttori di Gunung Padang dimostravano capacità tecniche molto elevate. Una scoperta che spazza i convenzionali paradigmi applicati ai cosiddetti cacciatori-raccoglitori che si pensava fossero i primi abitanti della Terra. La ricerca evidenzia, insomma, che esistevano pratiche costruttive avanzate già durante il periodo glaciale.
L’equipe di esperti ha studiato a fondo e per molto tempo (dal 2011 al 2015) la struttura tramite procedimenti tomografici ed utilizzo del georadar. Inoltre i ricercatori hanno fatto carotaggi nella collina raccogliendo campioni che hanno consentito una datazione degli strati col radiocarbonio e i risultati sono stati davvero sorprendenti.
E’ stata perfino confermata, inoltre, l’esistenza di evidenti cavità all’interno della struttura che farebbero pensare a stanze, gallerie e passaggi interni, proprio come per quelle egizie. Per questo gli esperti hanno intenzione di eseguire indagini più approfondite attraverso l’utilizzo di sonde dotate di telecamere per poter esplorare al meglio l’interno.
Gunung Padang si rivela così uno dei più grandi e stimolanti misteri che l’archeologia moderna e le nuove tecnologie ci propongono. E sembrerebbe proprio che i risultati, se convalidati, potrebbero effettivamente riscrivere la storia così come l’abbiamo finora conosciuta. Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi.