NUOVA CASA NUOVA VITA
di Nicola Catellani
Il campanello di casa suonò, Renato ebbe un sobbalzo e il suo cane abbaiò.
Era raro che qualcuno venisse da lui, e soprattutto a quell’ora del pomeriggio. Non era di certo il postino. E siccome Renato non aspettava nessuno, lo scampanellatore imprevisto doveva per forza essere uno scocciatore.
Prima di andare ad aprire, scrutò l’esterno riparandosi dietro le tende della finestra. La sua solita precauzione. Quando era andato in pensione si era trasferito con la moglie in quella casa di campagna, piuttosto isolata in piena pianura padana, e da un paio d’anni era rimasto vedovo.
Lo scampanellatore non poteva essere un vicino, perché la casa più prossima, a un centinaio di metri, era disabitata da tempo e aveva il tetto mezzo crollato.
Meglio usare un po’ di cautela prima di aprire la porta.
Fuori dal cancello vide un uomo in giacca e cravatta, con una cartellina in mano.
Con quel vestito, se fossero in due sarebbero Testimoni di Geova.
Controllò bene: era uno solo.
Allora è un agente immobiliare.
Una volta ogni tre o quattro mesi capitava di lì un agente immobiliare, sempre diverso, a informarsi se la sua casa era in vendita, o se conosceva qualcuno nei dintorni intenzionato a vendere casa.
Nei dintorni? Ma quali dintorni?
Vabbé, siamo cortesi, tanto questo ormai ha capito che sono in casa.
Aprì la porta e si avviò verso il cancello.
*
“Buonasera!”, esordì il tipo, sfoggiando un amichevole sorriso mentre Renato si avvicinava guardingo, “Mi chiamo Emanuele, dell’agenzia immobiliare Nuova casa nuova vita”.
Come volevasi dimostrare.
Era un giovanotto nemmeno trentenne, più basso di lui di tutta la testa. Erano sempre i giovani immobiliari a passare da lui: evidentemente quella zona serviva per fare la gavetta. Renato giunse fino al cancello, e senza aprirlo guardò l’agente.
Peccato, almeno l’ultima volta era una ragazza carina…
“Guardi, agente, sono già passati altri suoi colleghi, e la mia casa non è in vendita. E non so nulla dei miei vicini, perché, come può vedere, qui di vicini non ce ne sono…”
Il giovane non si scompose e continuò a sorridere:
“Oh, ma noi non siamo un’agenzia immobiliare come le altre. Non siamo interessati a casa sua o a quelle abitate dai suoi vicini.”
“Ah no?”
“Le chiedevo invece se può darmi informazioni su quella.”
E indicò il la casa col tetto sfondato.
“Quella?”, si stupì Renato, “Ah, non ho la minima idea di chi sia. Dev’essere in quello stato da decenni.”
“Bene, ma…”, e qui si fece più circospetto, “Mi dica, non ha mai visto nessuno in quella casa o nei paraggi? Che so, magari di notte? Ha visto luci, sentito rumori, cose così?”
Quella strana domanda preoccupò Renato:
“In che senso? Drogati, criminali? Guardi che qui non…”
“No, no. Ma in giardino lei ha un cane. L’animale non ha mai manifestato comportamenti strani verso quella casa? Magari ringhi improvvisi?”
Renato fissò il tizio negli occhi. Se non si parlava di drogati o di criminali, dove voleva arrivare con quelle domande?
“Cosa pensa, che in quei ruderi ci siano i fantasmi?”, lo schernì.
“In effetti lo spero proprio.”
*
Renato poteva decidere di chiudere lì la conversazione e salutare il pazzo, oppure dargli corda nella sua follia per vedere dove andava a parare. Scelse la seconda opzione, tanto quel pomeriggio non aveva altro di meglio da fare.
“Si spieghi meglio.”
“Guardi, la mia può sembrare una richiesta strana…”
“Lei dice?”
“…ma la nostra agenzia tratta clienti… particolari. In questo caso specifico siamo in trattativa con un medium alla ricerca di una casa… beh, infestata.”
“Infestata?”
“Sì, abitata da fantasmi.”
“Lo so cosa vuol dire infestata. Ma lei… crede a queste cose?”
Il giovanotto drizzò la schiena con orgoglio:
“Non ha importanza cosa credo. La nostra agenzia punta alla customer satisfaction, signore, alla soddisfazione del cliente. Se il cliente vuole una casa infestata, noi gliela troviamo. Quindi,” e tornò alla sua postura precedente, “ha mai notato nulla di strano in quella casa? Perché sa, gli edifici abbandonati sono luoghi perfetti per…”
“No, nulla di strano”, chiuse Renato, “Niente fantasmi, spettri o ectoplasmi da queste parti. E nemmeno ufo né omini verdi. Buonasera e tanti auguri per la sua ricerca.”
“Le posso lasciare il mio biglietto da visita? Vede, noi ci occupiamo anche di case normali. Nel caso…”
Renato prese il biglietto per educazione, lo portò in casa e lo buttò nella spazzatura.
*
Tornò a osservare dalla finestra, per vedere se il tipo se ne andava davvero. Lo vide risalire in auto e ripartire.
L’auto però si fermò un centinaio di metri dopo, proprio davanti alla casa disabitata. Renato rimase a guardare incuriosito. Vide l’agente immobiliare uscire dall’auto e dirigersi con cautela verso l’ingresso, oltrepassando un varco nella recinzione.
Ma cosa vuol fare?, si preoccupò Renato, Non vede che è disabitata? Vuole commettere una violazione di domicilio? O vuole… cercare i fantasmi?
Gli parve che l’uomo avesse in mano un foglio di carta. Forse voleva prendere appunti sulla planimetria. Lo vide fermarsi davanti alla porta esterna, e chinarsi verso terra. Quando si rialzò, non aveva più il foglio.
Il tipo si guardò attorno per qualche secondo, poi tornò guardingo alla sua auto. Rimise in moto e ripartì.
Ha lasciato il foglio davanti alla casa?
*
Renato cercò di infischiarsene per qualche secondo, poi non resistette: uscì e si incamminò verso la casa abbandonata. Dopotutto, due passi mi fanno comunque bene: e se devo camminare, tanto vale andare fino là.
L’edificio era una classica casa colonica, e se fosse stata ristrutturata avrebbe fatto anche la sua figura. Peccato per il tetto.
Arrivò alla recinzione, si guardò attorno con circospezione, e oltrepassò il varco. Fantasmi, bah! Qui l’unica paura è essere scoperti da qualcuno di vivo.
Puntò dritto alla porta, e aveva ragione. C’era un foglio poggiato a terra sul marciapiede, fermato agli angoli da quattro sassi.
La curiosità incombeva, e Renato lo raccolse. Era un volantino pubblicitario.
CARO FANTASMA,
ABITI IN UN RUDERE ABBANDONATO?
IN UNO SQUALLIDO CIMITERO?
IN UNA VECCHIA CASA VUOTA?
VORRESTI TRASFERIRTI IN UN LUOGO
CON UN PO’ DI VITA VERA ATTORNO A TE?
AFFIDATI ALL’AGENZIA IMMOBILIARE
“NUOVA CASA NUOVA VITA”:
ABBIAMO DECINE DI CASE PRONTE AD ACCOGLIERTI!
PASSEREMO FRA UNA SETTIMANA
A RITIRARE QUESTO VOLANTINO
PER VERIFICARE SE HAI ACCETTATO LA NOSTRA PROPOSTA.
NON PERDERE QUESTA FANTASMICA OCCASIONE!
Renato non credeva ai propri occhi: la storia della casa per il medium era una balla! Quel tipo non cercava case infestate, cercava i fantasmi stessi… e si aspettava pure di trovarseli di fronte fra una settimana, pronti a traslocare!
Roba da matti.
Scosse la testa, rimise a terra il foglio così come l’aveva trovato, e uscì dalla recinzione.
Dando le spalle all’edificio abbandonato, non poté però evitare di provare un imprevisto brivido lungo la schiena… e accelerò il passo verso casa.
Ripescò dal pattume il biglietto da visita: se avesse dovuto denunciare quel tipo come squilibrato, meglio conservare il suo recapito.
*
Una settimana più tardi il foglio non c’era più. Durante quel periodo, Renato aveva gettato di tanto in tanto lo sguardo verso la casa abbandonata, e più volte aveva fatto quattro passi in quella direzione per cogliere sul fatto l’agente immobiliare, ma senza successo. Poi, durante una di queste passeggiate, si accorse della scomparsa.
Si rammaricò di essersi lasciato sfuggire il tipo: sarebbe stato interessante vederlo alle prese coi fantasmi.
*
I giorni passarono, e la questione dei fantasmi passò in second’ordine rispetto alla routine della vita. Renato aveva il suo daffare a tenere la casa in ordine, a coltivare il piccolo orto e curare il giardino, impegnandosi in mille piccoli lavoretti per evitare alla sua abitazione di degradarsi come la vicina. Di tanto in tanto saliva in auto e si recava in città per acquistare alimenti con cui stipare i suoi due frigoriferi e il congelatore.
Almeno una volta al mese, poi, non mancava mai di fare visita a sua moglie, sostando per alcuni minuti davanti alla tomba di famiglia e sostituendovi i fiori appositamente coltivati nel suo giardino.
Fu durante una di queste visite che vide nuovamente l’agente immobiliare.
*
Il giovane stava camminando tra le tombe, diretto verso l’uscita. Renato non lo riconobbe subito, anche se gli parve una persona nota. Lo identificò solo mezzo minuto più tardi, collegando la bassa statura con la giacca e cravatta. E i fogli che gli pareva avesse in mano.
È il matto dei fantasmi!
Per qualche istante Renato si fermò a scrutare nella direzione in cui l’aveva visto muoversi.
Se è matto potrebbe essere pericoloso. Dovrei evitarlo. Anche perché mi ha mentito sulla storia della casa.
Il ragionamento era probabilmente corretto, ma la curiosità se ne infischia dei ragionamenti. Perciò Renato si riscosse e partì di buon passo verso l’uscita del cimitero.
In fondo, coi matti basta solo un po’ di cautela. Prenderli con le pinze, non affrontarli di petto. Girare intorno all’argomento.
Intercettò l’agente immobiliare davanti al cimitero.
“Buonasera.” lo affiancò “Lei è quel tipo dell’agenzia dei fantasmi, vero?”
Il ragazzo lo guardò ma non parve riconoscerlo.
“Sono dell’agenzia immobiliare Nuova casa nuova vita”, precisò con una certa cautela. “Lei è il signor…?”
Renato ignorò la domanda e proseguì.
“Lei è passato da casa mia, in campagna, un mese fa, per chiedermi informazioni su una casa diroccata di fianco alla mia.”
“Può darsi. È il mio mestiere. Ne vedo molte al giorno. In questo momento non ricordo il luogo specifico in cui ci siamo visti, ma se lei ha delle… novità, sarò lieto di ascoltarla.”
Renato lo indirizzò verso un luogo più riparato, e abbassando la voce disse:
“L’ho vista mentre entrava nel cortile di quella casa diroccata e poggiava il volantino davanti alla porta. Che storia è questa?”
“Storia? Volantino?”
“Sa, sono entrato anch’io, dopo di lei, e l’ho letto. Con me aveva sostenuto di stare cercando una casa per un medium, invece il suo volantino dice una cosa diversa.”
L’agente immobiliare lo guardò in faccia, dal basso in alto, come per valutare la situazione. Quindi affermò a mezza voce:
“Non le ho mentito, se intende questo. Diciamo che ci occupiamo sia di case per medium sia… degli affari del volantino.”
“I fantasmi non esistono”, sbottò Renato.
“Di certo non più nella casa vicino alla sua”, il sorriso tornò sul volto del ragazzo, “Ora la ricordo, era quella col tetto sfondato. Niente più fantasmi, può stare tranquillo.”
“Lo ero anche prima. Perché dice ‘niente più’? Sostiene di averli fatti traslocare?”
“Non vedevano l’ora. Senza offesa, ma lei abita in una zona piuttosto noiosa anche per i morti.”
“Mi prende in giro, vero?” ribatté piccato “Sarò anche vecchio, ma non imbecille. I fantasmi non esistono e i gosbaster neppure!”
L’agente immobiliare tornò serio.
“Non sto prendendola in giro. Venga, le offro un caffè e le spiego meglio. Io mi chiamo Emanuele, piacere.”
Renato fu preso in contropiede dalla proposta, e non riuscì a rifiutare.
“Renato”, borbottò, porgendo la mano a sua volta.
*
“Ovviamente lei è libero di non credermi nemmeno ora”, esordì Emanuele sedendosi a un tavolino, “ma i fantasmi esistono. Noi ne abbiamo avuto la prova più volte.”
“E dove sono queste prove?” ribatté acido Renato. Si era già pentito di aver accettato l’invito di quel tipo, chiaramente un truffatore, ma ormai si era seduto anche lui.
“Non le ho con me, naturalmente. Oggi non era nei miei programmi incontrarla, né tantomeno convincerla. Desidero solo garantirle questo: Nuova casa nuova vita non è un’agenzia che sfrutta l’ingenuità o la paura delle persone. Non siamo dei ghostbuster che rimuovono fantasmi dalle case infestate, anche se in qualche caso ci capita di fare anche questo, come servizio extra a pagamento. Al contrario, noi preleviamo fantasmi da vecchi edifici disabitati e li spostiamo in case abitate, ma solo dietro specifica richiesta dei proprietari. Si tratta in genere di medium, chiromanti, ma anche scienziati interessati a questi argomenti – per ovvie ragioni, fuori dal loro ambito lavorativo ufficiale – e una volta perfino un circo. E le garantisco: nessuno di loro si è mai lamentato del nostro servizio.”
“Tutto questo non è una prova, sono solo parole. Potrebbe essere tutto un discorso inventato per prendermi in giro.”
“Se avessi voluto truffarla, l’avrei già fatto quando passai da casa sua. Ma io quel giorno non le proposi nulla, e non le sto proponendo nulla nemmeno ora. Non siamo malviventi intenti a truffare le vecchiette. Noi ci limitiamo a identificare case infestate, recuperare i fantasmi e passarli a chi ce ne fa richiesta. Le dirò, abbiamo quasi più richieste dei fantasmi disponibili: ormai io passo tutte le mie giornate in giro a caccia di ectoplasmi.”
“Anche nel cimitero, vedo”, osservò Renato sarcastico, e provò a insistere per vedere fin dove proseguiva la commedia di quell’agente farlocco. “Lascia anche lì i suoi volantini?”
“Dipende dal cimitero. Quelli di campagna danno risultati migliori, perché molti fantasmi preferiscono trasferirsi in luoghi più vivi: quelli sono dei veri mortori”, e sogghignò, probabilmente era una battuta usata di frequente. “Ma anche nei cimiteri cittadini ogni tanto c’è qualche fantasma scontento e desideroso di cambiare aria.” Estrasse dalla sua borsa un paio di volantini, identici a quello già visto da Renato, ma piuttosto sciupati. “Oggi sono passato solo a ritirarli. Naturalmente nei cimiteri non li lascio in bella vista, ma nascosti in mezzo alle piante. Per i fantasmi non fa differenza.”
“Quindi oggi ha trovato fantasmi ad aspettarla? E dove ha messo l’aspirapolvere per prelevarli?”
“Ah! Ah! No, niente attrezzature da film, è tutto molto più banale. Vede, i fantasmi per loro natura si legano a determinati oggetti: quando ci fanno capire di voler accettare la nostra proposta, ci limitiamo a spostare l’oggetto.”
“E quale sarebbe l’oggetto?”
“Ce ne sono di vari tipi, ma purtroppo rientrano nel segreto professionale. Capisce, se tutti venissero a sapere che è facile, perderemmo l’esclusiva.”
Ecco, la fantasia del tipo comincia a esaurirsi.
“Ah, certo, tutti quanti si metterebbero a spostare fantasmi di casa in casa…”
“Una cosa di questo genere, sì.”
“E come capite se hanno accettato la vostra proposta?”
“Anche questo, purtroppo…”
“Segreto professionale.”
“Infatti.”
“E… mi lasci indovinare: lei è in grado di capire quando i fantasmi accettano la sua proposta… ma non può dirmi come accade perché è un segreto professionale.”
Il ragazzo sfoggiò di nuovo il sorriso da agente immobiliare.
“Capisco il suo scetticismo. Facciamo così: la prossima volta che passerò dalle sue parti cercherò di portarle delle prove più convincenti.”
“Oh, non si scomodi per me”, ormai Renato era lanciato col tono sarcastico, “Non faccio parte della sua clientela: vede, per il momento sono ancora vivo.”
“Ah! Ah! Guardi, le lascio comunque uno dei miei volantini, poiché ormai sa di cosa si tratta. Se la casa vicino alla sua dovesse riprendere vita in qualche modo, lo lasci là e mi avvisi. O se viene a sapere di qualcuno con problemi di fantasmi…” Gli porse il foglio, e Renato non ebbe la prontezza di rifiutarlo, né di ribattere alcunché. Voleva solo terminare quell’incontro.
Il mondo è pieno di matti e di truffatori, si disse tornando a casa. Posteggiò l’auto, entrò, accartocciò il volantino e lo gettò nel cestino dei rifiuti, lasciandolo lì. Quindi si dedicò ai suoi quotidiani impegni casalinghi, senza più pensare a fantasmi e presunti agenti immobiliari.
*
A mezzanotte, nel buio della casa addormentata, un vago lucore iniziò a promanare dal cestino dei rifiuti. Dapprima fu solo una pallidissima fluorescenza, ma a poco a poco divenne più evidente. Non era un principio d’incendio, perché appariva di un vago colore azzurro. Il lucore sembrava ondeggiare dentro al cestino, finché apparve anche un nuovo barlume, in questo caso tendente al verde. Le due fluorescenze tremolarono, aumentando e diminuendo la loro luce, come se i loro raggi fossero solidi e cercassero faticosamente di fuoriuscire da qualcosa che li teneva prigionieri.
Poi, di scatto, una delle due luminosità si fiondò verso l’alto, manifestandosi in una sorta di velo azzurro, trasparente e incorporeo, galleggiante nell’aria. Subito dopo, un secondo velo di colore verdognolo lo affiancò.
(Finalmente sono fuori!)
(Anch’io! Uh, temevo davvero di restare prigioniero per l’eternità in quel disgustoso volantino… Dove siamo? Questo non è il cimitero)
(Sembra una casa privata. Come ci siamo arrivati?)
(Quel furfante di agente immobiliare! Ha lasciato un volantino vicino alla mia tomba, e appena mi sono avvicinato per curiosare sono stato trascinato all’interno del foglio!)
(Pure io! Non riuscivo più a uscire: era una trappola!)
(Avevo sentito parlare dei cacciatori di fantasmi, ma credevo fossero una leggenda metropolitana. Maledizione, stavo così bene in quel cimitero umido e nebbioso!)
(A chi lo dici. C’erano tutte le comodità, e la notte potevo farmi i fatti miei, senza stupidi viventi in giro. Qui invece… oh, spero solo non sia la casa di un medium, altrimenti ci tocca di lavorare tutti i giorni!)
(Mi pare sia abitata da un solo uomo. E da un cane, che ci ha già fiutati)
(Se becco quell’agente immobiliare gli faccio passare io un bel quarto d’ora! Come si permette di rapirci in questo modo?)
(Dobbiamo trovare un sistema per lasciare questa casa al più presto)
(Sono d’accordo. Io conosco un solo metodo, ma è sempre valido)
(Penso anch’io la stessa cosa)
(Andiamo a fare una visita al padrone di casa)
*
Tre giorni più tardi.
“Pronto, qui agenzia immobiliare Nuova casa nuova vita.”
“È il signor Emanuele?” La voce nel cellulare sembrava piuttosto concitata. L’agente immobiliare sorrise: capitava spesso così quando gli telefonavano.
“Sono io, mi dica. Come posso aiutarla?”
“Senta… sono il signor Renato… quello del caffè al cimitero”, la voce ansimava, e sembrava riluttante. “Ho… un problema in casa…”
“Un… ah, capisco. Vuole che passi a vedere?”
Le parole uscivano impaurite ma riluttanti dalla bocca dell’uomo.
“Lei aveva detto di poter anche… rimuovere… certe cose…”
“Senza problemi. Vengo, controllo la situazione e le faccio seduta stante un preventivo. Non deve preoccuparsi di nulla.”
“Io… beh… grazie… Venga presto, però…”
“Parto subito.”
L’agente immobiliare riattaccò, e non riuscì a trattenere un sorriso. Ormai ci sapeva fare: l’aveva capito al primo sguardo che quel pensionato nella casa isolata era una preda facile. Anche stavolta il trucco del volantino aveva funzionato!
Eh sì, i fantasmi sottratti ai cimiteri sono sempre i migliori. Non sopportano le case abitate. Adesso che ho trovato questi due, gli faccio girare come minimo quattro o cinque abitazioni prima di riportarli indietro.
Scelse la cartellina col listino prezzi delle rimozioni urgenti e si avviò fischiettando all’automobile.