Fra i tanti casi di cronaca nera carioca e fra le storie brasiliane di serial killer, omicidi, sette religiose e altri fatti cruenti pubblicati nel volume IL LIBRO NERO DEL BRASILE di Francine Arioza trova spazio anche questo terrificante sequestro.
Tutti gli eventi furono trasmessi in diretta dalle principali emittenti di tutto il paese. La presenza della stampa fece sì che il carnefice usasse le telecamere per trasmettere tutte le sue minacce e terrorizzasse sempre di più tutti coloro che assistevano alla scena del crimine. Il responsabile del sequestro e delitto, Sandro Barbosa do Nascimento, all’epoca aveva solo 21 anni ed è stato ucciso asfissiato all’interno dell’auto della Polizia Militare dopo il suo arresto. La sua storia di vita e il racconto del rapimento sono diventati dei lungometraggi chiamati Ônibus 174.
Sandro è stato abbandonato da suo padre e ha visto sua madre essere pugnalata a morte quando era un bambino. Quindi, è andato a vivere nelle strade e nei rifugi. Il ragazzo è sopravvissuto anche a un’altra tragedia, quella di Candelária, quando un gruppo di ragazzi senzatetto sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nell’area della chiesa, nel centro di Rio de Janeiro. I principali colpevoli del crimine erano poliziotti ed ex poliziotti.
Il 12 giugno del 2000 esattamente alle 14.20, si è verificò a Rio de Janeiro questo sequestro che sconvolse il Brasile. L’autobus 174 è stato sequestrato nella zona di Jardim Botânico. Mentre era alla fermata, Sandro fece un segno e salì sull’autobus indossando pantaloncini, maglietta e avendo con sé un revolver 38 in bella vista, prendendo in ostaggio tutti i passeggeri presenti. Barbosa saltò il tornello e si sedette vicino a una delle finestre.
Venti minuti dopo il sequestro, uno dei passeggeri riuscì ad avvertire un veicolo della polizia che passava per strada, e ben presto il trasporto fu intercettato da due agenti. In quel momento l’autista e alcuni dei passeggeri riuscirono a scappare, ma dieci persone rimasero in ostaggio. La prima a essere presa di mira dalla pistola di Sandro fu Luciana Carvalho, che è stata portata davanti al veicolo e costretta a guidare l’autobus, prima che il malvivente facesse il primo colpo verso il vetro. Il suo atteggiamento aveva l’intenzione di spaventare tutti i fotografi e i media presenti nel luogo.
Il primo ostaggio a essere rilasciato fu invece lo studente Willians de Moura, rimanendo così solo donne nel trasporto. Subito dopo, Janaína Neves si arrese e fu costretta a scrivere sulle finestre con il rossetto frasi come: “Ucciderà tutti alle sei” e “Ha un patto con il diavolo”. La donna venne coperta con un lenzuolo sopra la testa dal carnefice che le disse che avrebbe contato fino a cento e quando avesse finito l’avrebbe uccisa. Quando il conteggio finì, la chinò e finse di sparare alla donna, da usare come minaccia per la polizia.
Il sequestro durò circa cinque ore e finì dopo che Sandro scese dall’autobus usando come scudo una professoressa di 21 anni incinta di due mesi, Geísa Firmo Gonçalves. Quando entrambi si trovarono fuori dal veicolo, uno dei cecchini sparò colpendo per sbaglio l’ostaggio, ricevendo ancora più colpi di pistola da Barbosa fino a venire ucciso. Dopodiché Sandro venne arrestato, ma la sua vita durò pochissimo, dal momento che venne asfissiato all’interno dell’auto della Polizia Militare.