Titolo originale: Ercole alla conquista di Atlantide
Anno: 1961
Regia: Vittorio Cottafavi
Soggetto: Archibald Zounds Jr.
Sceneggiatura: Vittorio Cottafavi, Sandro Continenza e Duccio Tessari
Direttore della fotografia: Carlo Carlini
Montaggio: Maurizio Lucidi
Musica: Armando Trovajoli e Gino Marinuzzi Jr.
Effetti speciali: Mario Bava
Produzione: Achille Piazzi
Origine: Italia / Francia
Durata: 1h e 40’
CAST
Reg Park, Ettore Manni, Laura Altan, Luciano Marin, Salvatore Furnari, Enrico Maria Salerno, Fay Spain, Gian Maria Volonté, Mario Valdemarin, Ivo Garrani, Mimmo Palmara, Mario Petri, Luciana Angiolillo, Nando Tamberlani
TRAMA
Il re di Tebe Androclo riceve dall’indovino Tiresia un’infausta predizione: i cattivi auspici per l’Ellade predicono che una grave minaccia si sta rivelando «da quelle forze terribili proveniente dall’Occidente, al di là dei mari, al di là dello Stretto da dove mai nessuna imbarcazione è tornata».
Androclo tenta allora di convincere il Consiglio dei Re della necessità di unirsi per contrastare l’imminente minaccia, ma tutti riescono, con vari argomenti, a sottrarsi dal dargli l’aiuto sperato. Perfino Ercole, reduce dalle stancanti dodici fatiche, si defila con la scusa della promessa fatta alla moglie Dejanira di rimanere, dopo tanto tempo, vicino alla famiglia.
Androclo comunque non demorde e con l’aiuto del figlio di Ercole, Hyllos, e del nano Timoteo, riesce a drogare l’eroe e a trasportarlo su un’imbarcazione diretta a ovest, insieme a pochi e malfamati marinai, i pochi che Androclo è riuscito a ingaggiare per la sua disperata impresa. Quando Ercole si risveglia, oramai ha lasciato da tempo la Grecia: l’eroe non si adira più di tanto, ma si rifiuta di collaborare dal momento che è stato costretto con l’inganno a imbarcarsi in questa nuova avventura.
Dopo l’attraversamento del grande Stretto una terribile tempesta si abbatte sulla spedizione e Androclo viene sbalzato fuori dalla barca, la quale viene in breve distrutta dai flutti. Ercole con il figlio e Timoteo riesce a salvarsi aggrappato ai relitti della barca; mentre prega il padre Zeus per la salvezza ha la visione di Androclo prigioniero che chiede aiuto.
L’aiuto divino per i naufraghi arriva sotto forma di un’isola, dove trovano una ragazza rinchiusa in una prigione immateriale che non è altro che il dio multiforme Proteo. Dopo che questi è stato sconfitto, Ercole viene a sapere che la ragazza è Ismene, figlia di Antinea, regina di Atlantide, mandata proprio da lei in sacrificio al dio Urano, e che la sua liberazione produrrà l’annientamento della propria gente. Giovani ragazzi sono sacrificati al dio per mantenere le nebbie che avvolgono Atlantide e che la proteggono dalle minacce esterne.
La ragazza viene riportata dalla madre, ma questa è visivamente contrariata da questo imprevisto. Quando saranno sole, comunicherà alla figlia che il suo destino è comunque segnato: se non verrà sacrificata al dio, Atlantide sarà distrutta.
La regina Antinea trae un malefico potere da una «Pietra Vivente» con cui può trasformare gli esseri umani in individui inebetiti, come dei robot, prostrati alla sua devozione. Quelli che si oppongono, sono condannati come prigionieri nella «Valle dei Deboli» a una lenta morte. Anche Androclo, salvato dal naufragio dagli atlantidei, viene ritrovato da Ercole sotto i malefici influssi della Regina.
Ercole non può di certo accettare questa società opprimente dedita a sacrifici umani. Così riesce a scoprire che la fonte energetica del potere divino della Regina, la «Pietra Vivente», proviene da alcune gocce del sangue di Urano, derivanti dalla castrazione subìta dal figlio Crono, e che precipitarono su Atlantide. Questo malefico potere, però, ha un punto debole: può essere infatti neutralizzato dalla luce del sole. Per questo viene conservato in una antro all’interno della montagna, dove vengono portati i bambini di Atlantide per essere trasformati in invincibili soldati.
Costretto a raggiungere e a liberare il figlio Hyllos, rinchiuso nelle carceri sotterranee, Ercole riesce dopo furiose lotte a sfondare le pareti della grotta dove è custodita la «Pietra Vivente» e a permettere alla luce del sole di raggiungerla. Questo ha come conseguenza l’inizio della distruzione dell’isola, la fine di Atlantide e dei malefici poteri della sua regina.
Recuperato Androclo, libero finalmente dai malefici, Ercole e i suoi compagni riescono a fuggire, portandosi anche Ismene, innamoratasi intanto di Hyllos. Mentre si allontana, il gruppo vede la montagna esplodere, coprendo con lava e zampilli tutta l’isola, ormai destinata a essere sommersa dai flutti del mare. Finché il sole tramontando non mette la parola fine a tutto. Come finale si sente la voce di Ercole fuoricampo che dice: «Nel grande Stretto erigerò due colonne. Serviranno da mònito agli uomini a non avventurarsi nell’ignoto, e a non sfidare gli dèi».
NOTE
“Ercole alla conquista di Atlantide”, diretto da Vittorio Cottafavi (“A come Andromeda”, “Operazione Vega”), è un film che mescola sapientemente vari generi: mitologico, storico, peplum, fantastico, horror e fantasy riescono a compenetrarsi in maniera magistrale, tanto da non riuscire a vedere esattamente dover termini l’uno e cominci l’altro.
Ispirandosi al film “L’Atlantide” e al personaggio della regina Antinea di Pierre Benoît, il soggettista Nicolò Ferrari, con lo pseudonimo di Archibald Zounds Jr., confeziona una storia ricca di fantasia e di risvolti ironici sceneggiata dallo stesso regista insieme a Sandro Continenza (“Spogliamoci così, senza pudor…”, “Non si deve profanare il sonno dei morti”, “L’iguana dalla lingua di fuoco”, “Ercole al centro della Terra”, “Tempi duri per i vampiri”, “Totò nella Luna”, “La morte viene dallo spazio”… fra i tanti film che ha firmato) e Duccio Tessari (“La regina delle Amazzoni”, i film della serie di Ringo, “Una farfalla con le ali insanguinate”, “Tex e il Signore degli Abissi”).
Alle musiche troviamo Armando Trovajoli (“Kill Bill – Vol. 1”, “Frankenstein ‘90”, “Mystère”, “Dottor Jekyll e gentile signora”, “I pianeti contro di noi”, “Ercole al centro della Terra”, “Lycanthropus”, “Il gigante di Metropolis”, “Seddok, l’erede di Satana”, “Tempi duri per i vampiri”) e Gino Marinuzzi (“Terrore nello spazio”, “Jekyll”), mentre gli effetti speciali vennero curati da Mario Bava.
Fra gli interpreti segnaliamo: Reg Park (“Ercole al centro della Terra”), Ettore Manni (“Valdez il mezzosangue”, “A.A.A. Massaggiatrice bella presenza offresi…”, “Arrivano Django e Sartana… è la fine”, “Sono Sartana, il vostro becchino”, “Ursus, il terrore dei Kirghisi”), Luciano Marin (“Maciste contro i mostri”), Salvatore Furnari (“Fuga dal Bronx”, “Il vangelo secondo Simone e Matteo”, “Gamma”), Enrico Maria Salerno (“L’uccello dalle piume di cristallo”), Gian Maria Volonté (“Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Quién sabe?”, “Antinea, l’amante della città sepolta”), Mario Valdemarin (“Il fascino dell’insolito”, “Extra”, “A.A.A. Massaggiatrice bella presenza offresi…”) e Ivo Garrani (“Zora la vampira”, “Holocaust 2000”, “Milano calibro 9”, “Seddok, l’erede di Satana”, “La maschera del demonio”, “La morte viene dallo spazio”).