Per la collana “Danze Macabre” di Catbooks, disponibile solamente sul circuito Amazon, torna con una sanguinosa e inquietante novità l’amico Antonio Tentori: parliamo del romanzo RITORNO AL DELIRIO (122 pagine) con l’editing e la curatela di Alda Teodorani. Non si tratta di una semplice novella, perché il volume è in realtà l’ideale seguito di GIÙ NEL DELIRIO di Alda, in cui assistiamo al ritorno di Grazia Greuter: “la corsa è finita. Grazia si allontana senza voltarsi indietro. I vagoncini riprendono a girare con il corpo esanime, che nessuno ha ancora scoperto. Grazia controlla a stento il tremito che la invade e si dirige con calma verso un posteggio di taxi”. Così Antonio presenta la sua nuova fatica: “Dentro, sopra un panno di velluto rosso, spicca il nero di una pistola. Una beretta calibro 22. La prende. Una pistola è una cosa, vera, solida, di acciaio. Micidiale”.
Potevamo forse farci scappare la possibilità di sentire i due diretti interessati in merito a questa operazione editoriale veramente interessante? Certo che no! E allora, signore e signori, ecco a voi Antonio Tentori e Alda Teodorani.
ANTONIO E ALDA DI NUOVO INSIEME: A CHI E’ VENUTA QUEST’IDEA E COME SIETE ARRIVATI A QUESTA COLLABORAZIONE CHE AFFONDA LE SUE RADICI IN UNA AMICIZIA DI LUNGA DATA?
Antonio. L’idea di scrivere il seguito del romanzo di Alda Giù, nel delirio è stata mia. Naturalmente la nostra amicizia e collaborazione, che risale ormai a molti anni fa, ha permesso che questa idea si realizzasse.
Alda. Lunga data davvero. Ci siamo conosciuti al Mystfest di Cattolica nel 1990, e ricordo che feci leggere ad Antonio i miei primi racconti. Quando ho sistemato la mia corrispondenza per l’archivio Alda Teodorani a Massa Lombarda presso la biblioteca comunale ho riletto le lettere che ci siamo scambiati. Non le ho inserite nel mio fondo perché vi erano dettagli molto privati ma parlammo a lungo del libro e nel tempo ci siamo sempre confidati sui nostri progetti. Come si può capire, questa ultima collaborazione fa parte di un cerchio…
Penso sia importante anche dire che il libro è pubblicato dal marchio editoriale che ho ideato nel 2011, CatBooks, che doveva affiancarsi all’etichetta CatRecords con la quale ho prodotto alcuni dischi. L’idea di CatBooks è nata durante la stesura del mio libro Sacramenti - il cui protagonista è un editore – e dall’esigenza di rimettere in commercio i miei primi libri, visto che i loro diritti erano tornati in mano mia. Ora il progetto è cresciuto, CatBooks ha apposto il suo marchio sulle opere di scrittori affermati ed esordienti, anche il precedente libro di Antonio, La sospensione dell’incredulità. La scrittrice Cristina Canovi cura la collana “Danze Macabre”, che pubblica ogni anno la nostra antologia sui delitti e nella quale è edito anche Ritorno al delirio.
COME NASCE L’IDEA DI DARE UN SEGUITO A “GIU’ NEL DELIRIO” E ALLE GESTA DI GRAZIA GREUTER, LA PROTAGONISTA?
Antonio. Giù, nel delirio è un romanzo che mi ha profondamente colpito all’epoca della sua uscita in libreria con la casa editrice Granata Press e nel tempo vi sono rimasto particolarmente affezionato. Ho chiesto più volte ad Alda perché non ne faceva un seguito, dal momento che uno dei due protagonisti, Grazia Greuter appunto, era ancora viva. Ritenevo che il romanzo avesse tutte le potenzialità per proseguire, mi interessava vedere cosa avrebbe fatto Grazia una volta rimasta da sola. Alda però non era mai convinta di farlo e a un certo punto, dietro le mie gentili insistenze, mi ha incoraggiato a scriverlo io. E così è stato.
Alda. Sì, erano anni che Antonio mi assillava con l’idea che scrivessi un seguito di Giù nel delirio o di Le radici del male, in realtà in questo ultimo c’era già una ideale prosecuzione del primo, dal momento che Giù, nel delirio aveva un finale aperto tutte le carte erano ancora in gioco. Ma il punto era che per me la trilogia era conclusa e non me la sentivo di tornarci su.
Antonio. Giù, nel delirio è soprattutto una travolgente e onirica storia d’amore tra due personaggi borderline, la pittrice Grazia Greuter e il fotografo Antonio Giordani, attratti entrambi dall’estetica della violenza e del sangue. Ritorno al delirio invece è fondamentalmente un noir, anche se non mancano momenti orrorifici e visionari. Racconta la vendetta di Grazia Greuter contro tutti coloro che ritiene responsabili della morte del suo amante e quindi si scatena contro un’organizzazione criminale il cui capo è il misterioso Iguana.
Alda. Il libro ha una narrazione secca e asciutta, contiene l’indifferenza della crudeltà e un lato affacciato sul mondo di una certa malavita che nel primo Delirio mancava completamente, proprio perché il punto di vista era quello del fotografo che ha una visione quasi poetica del sangue e il suo amore per Grazia era una sorta di epifania.
Ritorno al delirio mi sembra assai influenzato da certe tematiche e un certo stile derivanti dalle passioni cinematografiche di Antonio Tentori, che mantiene comunque la sua originalità.
QUANTO DI ALDA E QUANTO DI ANTONIO C’E’ IN “RITORNO AL DELIRIO”?
Antonio. Ho preso dal romanzo di Alda il personaggio di Grazia, rivisitandolo secondo il mio stile e sensibilità, più altre figure minori. Ritengo che Ritorno al delirio sia del tutto un mio romanzo, che rende omaggio all’autrice di Giù, nel delirio.
Alda. Fin dal momento in cui Antonio mi ha detto della sua idea, ho capito che si sarebbe trattato di qualcosa di originale e suo e infatti non ho voluto leggerlo finché non me lo ha mandato concluso. Dato il mio forte coinvolgimento con il personaggio principale e con la storia, oltre al fatto che da tanti anni mi occupo di struttura narrativa ed editing, non volevo influenzarlo. Il libro esplora un lato che è rimasto un po’ in ombra, essendo Giù, nel delirio narrato in prima persona da Antonio Giordani, era inevitabile.
Tuttavia, in qualche modo, Ritorno al delirio è permeato dalla prima opera, e non poteva IMHO essere diversamente visto quanto è rimasta profondamente radicata nel suo autore al punto da volerne scrivere uno spin-off.
CLASSICA DOMANDINA FINALE: PROGETTI FUTURI PER ENTRAMBI?
Antonio. Sto scrivendo alcune sceneggiature thriller e horror. Intanto quest’anno usciranno film di Dario Germani, Pupi Oggiano e Lorenzo Lepori, a cui ho collaborato. Per la narrativa sempre quest’anno uscirà per le Edizioni Shatter la mia novelization del film Inferno di Dario Argento.
Alda. Ho lasciato la Scuola Internazionale di Comics, all’interno della quale lavoravo dal 1998, e con la quale i rapporti per me stavano diventando sempre più complicati e insoddisfacenti. Ho amato molto quella scuola, che occupava anche tanto del mio tempo di quando non mi trovavo al suo interno, e l’ho sempre sponsorizzata. Adesso mi dedico a tempo pieno alla scrittura, all’editing e alle traduzioni. Collaboro saltuariamente con la Scuola di Scrittura Omero, portando avanti quella che è una mia creazione, e cioè un corso individuale dedicato a chi vuol seriamente scrivere e non fare un corso tanto per farlo. Sto collaborando con “Future Fiction” di Francesco Verso, e stiamo meditando su un nuovo corso per chi vuole scrivere fantascienza. Mi occupo dello scouting, dell’editing e dell’impaginazione per CatBooks. Non mi fermo mai e medito su nuove idee per nuovi orrori dopo l’uscita del mio romanzo autobiografico Quando gli alberi diventano neri (in edizione cartacea per “Future Fiction” e in formato e-book per Delos Digital, che mi ha dedicato la collana “La regina nera”).