INV(F)ERNO… GLI ZOMBI SECONDO EMANUELE MATTANA

Grazie all’amicizia che ci lega da tempo memorabile con Emanuele Mattana, siamo riusciti a vedere in anteprima il suo nuovo film intitolato INV(F)ERNO, che ci ha davvero stimolato e che si è rivelata una vera sorpresa nell’ambito del cinema dell’orrore indipendente.

Il lungometraggio della durata di quasi 2 ore, è un action/horror che strizza volutamente l’occhio ai cult horror anni ’80 di George A. Romero, come “La città verrà distrutta all’alba”, “Il ritorno dei morti viventi” e “Zombi”, con tantissime citazioni e rimandi a tali pellicole, ma totalmente contestualizzati nel periodo attuale.

Il film inizia con un prologo che in realtà ci porta già all’interno della trama. Un tizio di nome David parla delle storie che suo nonno gli raccontava da piccolo per impaurirlo e una in particolare lo terrorizzava, quella degli “uomini invisibili”.

Dopo una panoramica che ci accompagna velocemente fra cunicoli sotterranei, appariamo all’improvviso in un salone di parrucchiera dove troviamo Irina che viene a conoscenza di un rave-party tramite un’amica: un numero imprecisato di persone si riunirà a breve per festeggiare in una zona isolata… ma di loro non si saprà più nulla. Si perderà ogni traccia. Partirà così una mobilitazione di ricerca da parte di tutte le autorità e di gruppi di volontari, ma senza esito.

E’ passato qualche giorno. Irina non è riuscita ad andare al rave-party perché si è ammalata e si incontra con gli amici David e Dimitri, anche loro assenti dalla festa perché entrambi innamorati della ragazza: i tre decidono di unirsi alle ricerche degli scomparsi e di iniziare proprio dalla  Arrow Chemical, una gigantesca fabbrica abbandonata che si trova proprio nelle vicinanze dell’appuntamento per il festino illegale… e dove il trio presume che gli amici si siano rifugiati.

David racconta che suo nonno aveva lavorato ai tempi in cui la fabbrica era aperta e che gli aveva raccontato che nel Dopoguerra era in realtà una copertura del governo per affari poco chiari.

Trovato un posto per dormire, ci si ricollega proprio al prologo e David prosegue con i racconti del nonno, dando una spiegazione alla vicenda degli “uomini invisibili”, gente che dopo la guerra aveva perso tutto e tutti, vagabondi e gente senza parenti e senza fissa dimora. Pare che un comando segreto militare conducesse esperimenti su di loro utilizzandoli come cavie, per gettarli poi nei pozzi e annegarli sigillandone la superficie. Quei pochi che entravano in contatto con queste cavie umane, dicevano che gli “uomini invisibili” non avevano ormai più nulla di umano, erano diventate violente bestie che attaccavano qualunque cosa capitasse loro a tiro. La ditta ovviamente aveva insabbiato tutto, coperta dai militari, ma suo nonno aveva dei dossier con documenti e foto degli “uomini invisibili” che aveva lasciato a David, davvero terrificanti. Mentre decidono finalmente di dormire perché ormai è notte fonda, i tre si accorgono che non c’è campo e che sono rimasti completamente isolati dal mondo esterno.

Il mattino dopo, svegliatisi tutti in ritardo e infreddoliti, all’improvviso vengono assaliti da un tipo che viene subito immobilizzato: si chiama Pavel e chiede di fare silenzio e di non fare rumore perché “li” attira. Lui è un senzatetto che abita in quel posto da parecchie settimane e vede ogni notte gli uomini del buio, gli “uomini invisibili” come li chiama, che sono in giro, sotto la fabbrica, ma non bisogna fare rumore per non attirarli… e loro tre adesso con tutto il rumore che hanno fatto li hanno di nuovo risvegliati. Pavel racconta poi del rave-party che con il casino della musica alta li ha fatti uscire dai cunicoli: li hanno massacrati tutti e trasformati in… “loro”. L’unica regola per sopravvivere è restare in silenzio.

I tre non credono a una parola, lasciano legato Pavel e vanno alla ricerca dei loro amici. Si iniziano a sentire nerl frattempo suoni gutturali, gorgoglii, rumori di passi trascinati… come moderni zombi “loro” si sono svegliati, sono risaliti dai sotterranei e sono arrivati.

Arriva nel frattempo una macchina con due guardie, che entrano per dare un’occhiata, ma vengono immediatamente aggrediti sotto gli occhi di David, Dimitri e Irina. Poco dopo si calmano le acque e i tre trovano Olga, una delle guardie, ferita e la soccorrono, mentre il collega, nonostante l’assalto subito, è riuscito a scappare dagli “uomini invisibili” e a scappare con l’auto… forse alla ricerca di aiuto. Intanto Olga racconta di aver sentito al comando da un gruppo di militari che la Arrow Chemical era stata bonificata dopo un’epidemia a seguito di un esperimento riuscito male che portava le cavie a diventare cieche, isteriche e poi completamente folli di rabbia. Nessun sopravvissuto. L’operazione si chiamava “Inverno caldo”.

Dopo il racconto all’improvviso la ragazza muore e i tre scappano impauriti alla ricerca di una via di fuga.

I militari nel frattempo scoprono la scomparsa delle due guardie e sospettano che siano entrate nella fabbrica e che siano entrare in contatto con gli infetti. Decidono quindi di intervenire.

La perlustrazione dei tre alla ricerca di una via d’uscita intanto prosegue tutto il giorno senza soluzione, finché cala di nuovo la notte, che trascorre però fortunatamente senza problemi. Al risveglio qualcun altro è entrato nella fabbrica, probabilmente alla ricerca dei ragazzi che erano spariti durante il rave-party, ma viene immediatamente trucidato dagli “uomini invisibili”… e poco dopo si trasformano in mostri come loro. Anche Olga è ormai diventata una di loro. I tre si separano, mentre all’esterno i militari stanno iniziando ad arrivare e, per non destare sospetti, allontanano i civili con dichiarazioni alla stampa di una fuga di gas nocivi.

Ha inizio il massacro finale… chi sopravvivrà?

INV(F)ERNO è un film decisamente adrenalinico e carico di tensione, con una buona dose di horror e splatter, ma senza mai eccedere: Emanuele Mattana riesce a mantenere sempre viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata del lungometraggio, senza mai cadute di tono e ogni volta elargendo un tassello in più alla trama, creando un perfetto affresco a metà fra l’action e lo zombi-movie degno delle grandi pellicole del passato, ma con una strizzata d’occhio anche a quelle più recenti. I suoi morti viventi, gli “uomini invisibili”, ricordano molto più i “crazies” de “La città verrà distrutta all’alba” che non gli zombi di pellicole come “Il ritorno dei morti viventi” e “Zombi”, ma la matrice e la scuola “romeriana” sono ben presenti.

Prodotto da Emanuele Mattana Productions in partnership con Incontri Productions, il film vede un nutrito cast di attori tutti molto bravi e ben calati nella parte a loro assegnata: Simone Murru, Michela Mura, Alessandro Picchi, Luca Scarabelli, Mario Leutner, Leonardo Morgione, Irene Terzaghi, Davide Del Vitto, Michele Saporito, Danilo Miglierina, Annabell Papa, Antonino Caracciolo, Tiago Funaro, Inka Tolvanen ed Eliana Moleri.

Scritto, sceneggiato e diretto dallo stesso Emanuele Mattana (mentre Emiliano Grisostolo si è occupato della revisione della sceneggiatura e Davide Del Vitto ha ricoperto il ruolo di aiuto regia), INV(F)ERNO si avvale degli effetti speciali curati sempre dal regista insieme ad Annabell Papa e Michele Saporito (anche editor) e dell’ottima fotografia di Luca Alberti. Un discorso a parte va fatto per le musiche di Marco Giardina, che riesce a comporre una colonna sonora azzeccatissima e di grande atmosfera, che riesce a sottolineare perfettamente qualunque scena, che sia di relativa calma o di totale azione, andando a pescare fra le sonorità più disparate e ispirandosi, senza mai però scopiazzare o scimmiottare, alle tematiche sonore care a Goblin, Oliver Onions, Simon Boswell, Fabio Frizzi, Vince Tempera e molti altri. Ricordiamo per dovere di cronaca che, durante i titoli di coda, la canzone “Inferno” è cantata da Francesca Sanavro.

Il film è stato interamente girato nella provincia di Varese, principalmente all’interno di un’azienda in disuso dal 2004 e acquistata da una nuova società, la CUMDI s.r.l., il cui titolare, il signor Niesi Giuseppe, ha autorizzato il regista Emanuele Mattana a poter ambientare le riprese all’interno della stessa prima dell’inizio dei lavori di rinnovamento della fabbrica.

INV(F)ERNO è attualmente in programmazione in alcuni cinema… cercatelo, perché merita davvero di essere visto!

A cura della redazione