IL MIO NOME È ALFRED HITCHCOCK… ARRIVA IN ITALIA

Il documentario IL MIO NOME È ALFRED HITCHCOCK diretto da Mark Cousins nel 2022 è finalmente in arrivo a giugno in Italia su IWONDERFULL Prime Video Channel: realizzato in occasione del centesimo anniversario dal primo lungometraggio del maestro Alfred Hitchcock, il film dura due ore e riesamina la vasta filmografia e l’eredità di uno dei più grandi registi del 20° secolo, Alfred Hitchcock appunto, attraverso una nuova lente, ovvero attraverso la voce stessa dell’autore.

Alfred Hitchcock rimane senza ombra di dubbio uno dei registi più influenti nella storia del cinema. Ma come si regge il suo vasto corpus di lavori e la sua eredità nella società di oggi?

Mark Cousins, il pluripremiato regista autore di “The Story of Film: An Odyssey”, “The Eyes of Orson Welles” e “The Story of Film: A New Generation”, affronta questa domanda in questo suo documentario e guarda all’autore con un approccio nuovo e radicale: attraverso l’uso della propria voce, raccontando le immagini in prima persona, come se il regista fosse riemerso dalla tomba e si raccontasse ai suoi estimatori. Così, mentre Hitchcock rivede i suoi film, veniamo trasportati in un’odissea attraverso la sua vasta carriera – i suoi vividi film muti, i film leggendari degli anni ‘50 e ‘60 e le sue opere successive – in modi giocosi e rivelatori.

Mark Cousins ha così raccontato la genesi di IL MIO NOME È ALFRED HITCHCOCK: “Nel 2021 il mio produttore John Archer mi dice che il 2022 sarà il centesimo anniversario del primo film di Alfred Hitchcock, Number 13 (pellicola rimasta incompiuta e considerata perduta, ndr). Mi chiede se posso fare un film su Hitch. Anche se una volta ho realizzato un film su Orson Welles, di solito evito le grandi bestie del cinema. Sono ben coperti e preferisco esplorare territori meno conosciuti. Ma i film di Alfred Hitchcock mi sembrano inesauribili. E ho subito un’idea di come farlo. E se fosse un film in prima persona? Lo stesso Hitchcock parla, ma non utilizzando filmati d’archivio o vecchie interviste. E se scrivessi un nuovo, lungo monologo per essere doppiato da qualcuno che possa sembrare Alfred? Come un monologo di Alan Bennett. L’idea mi entusiasma perché mi permetterà come regista di essere molto diretto, di giocare con la voce.

Per essere sicuro che ci siano cose nuove da dire su Hitchcock, e visto che siamo in lockdown, decido di guardare tutti i film in ordine cronologico. Allo stesso tempo leggo alcuni dei tanti libri che analizzano le sue tecniche e ossessioni, così come il libro di sua figlia Patricia, quello di Tippi Hedren e altri. Per orientare la mia visione, scelgo alcuni temi meno attesi da cercare: solitudine, appagamento, altezza, ecc. Comincio a guardare e subito scarabocchio pagine di appunti. Quando guardo con soddisfazione in mente, ad esempio, Il pensionante e La signora scompare diventano leggermente diversi. I primi film muti iniziano a sembrare pre-echi di La donna che visse due volte. Guardo ore di interviste con Hitch e conosco la sua voce, le sue cadenze. Altre pagine di appunti. I miei quaderni si riempiono. Qualche mese dopo, sono pronto a scrivere. Prendo le forbici sui miei quaderni, tagliandoli in righe e paragrafi. Alla fine mi ritrovo con circa mille pezzi di carta. Poi li raccolgo in temi e li uso per strutturare la mia scrittura. Mi sono perso nella scrittura per diverse settimane. E poi la sceneggiatura è pronta e io e il montatore Timo Langer iniziamo a tagliare, inizialmente usando la mia voce per sostituire Hitchcock.

Quando abbiamo finito, il film dura due ore. Il produttore John e la produttrice esecutiva Clara Glynn lo guardano e siamo d’accordo sul fatto che abbiamo una sorta di mosaico, una trama giocosa. Ma chi farà la voce di Hitchcock? Ho chiesto suggerimenti al mio amico Simon Callow. Dice che “il miglior orecchio del settore è Alistair McGowan”. Abbiamo contattato il suo agente. Alla fine ricevo un messaggio di file audio sul mio telefono. È Alistair che legge i primi 5 minuti della sceneggiatura. E lui è Hitch. Lo registro in un piccolo studio a Shrewsbury e, sebbene abbia lavorato con Jane Fonda, Tilda Swinton e molti dei migliori del settore, sono colpito dalla precisione e dall’inventiva del suo talento. Sostituiamo la mia voce con la sua e il film è più vivo.

Il film è finito. Nei titoli di testa dico “Scritto e narrato da Alfred Hitchcock”. Questo ovviamente non è vero – e nei titoli di coda diciamo al pubblico chi ha veramente doppiato – ma vogliamo creare l’illusione che Alfred Hitchcock abbia finalmente deciso, dall’oltretomba, di condurci in una guida attraverso il suo straordinario lavoro (…). Guardato in sequenza, vedi la ricerca del regista. Non solo per le storie ma per la realizzazione, l’audacia e la forma. Questa ricerca fa sembrare i suoi film attuali. Per un uomo così interessato al tempismo, il suo lavoro è senza tempo”.

Buona visione.

A cura della redazione