Proseguiamo a esplorare, direttamente da “Il libro nero del Brasile” di Francine Arioza, alcuni dei fatti di cronaca nera più raccapriccianti e raramente esplorati della società brasiliana, degni di veri e propri film horror, affrontando questa volta il tema del cannibalismo.
Il Cannibale di Breu Branco
Questo è uno dei crimini più orribili e cruenti dell’anno 2015 in Brasile. La notte del 6 maggio 2015, Maria Zélia Ribeiro dos Santos di 40 anni, è stata vista bere con un uomo conosciuto come Rafael di 27 anni in un bar della città. Dopo quella notte non fu mai più vista. Indagando sulla scomparsa di Maria Zélia la polizia si imbatté in un macabro psicopatico serial killer necrofilo e cannibale.
La sua preferenza era rivolta a donne di mezza età che seduceva, portava a casa, con cui faceva sesso e in seguito uccideva sadicamente. Oltre ad ucciderle, le squartava e conservava alcuni dei loro organi come il cuore. Nel suo cortile furono trovati i corpi squartati di due donne. Oltre a Maria Zelia, il Cannibale di Breu Branco uccise anche Joana Cristina da Silva Soares di 48 anni. Nel frigorifero dell’accusato furono trovati un cuore, pezzi di carne umana confezionati in sacchetti di plastica e una bottiglia con due litri di sangue.
Dopo il suo arresto, sono state trovate accuse contro di lui anche in altre città, ma fino a oggi è stato accusato solo dei due omicidi commessi a Breu Branco.
Un disaccordo nelle prime ore del 20 agosto 2011 tra colleghi si è concluso con un omicidio con smembramento e cannibalismo sulle rive del fiume Tocantins.
Paulo César Rodrigues dos Santos, di 50 anni, e Jacione Costa Dias, di 20 anni, stavano bevendo con Diosmar Rodrigues de Amorim, di 26 anni, quando è iniziata una rissa. Assassinato a colpi di machete, a Diosmar furono tagliati il pene, la gola, le mani, le braccia e le gambe. I carnefici presero anche il fegato e il cuore della vittima: Paulo César addirittura arrostì e mangiò un pezzo di fegato di Diosmar.
Secondo quanto riferito, il cadavere venne poi gettato nel fiume con l’aiuto di Jailton Jesus da Cruz, di 29 anni, incaricato di trovare una pietra da mettere all’interno del corpo per impedirgli di galleggiare. La strategia si rivelò però inefficace: un pescatore trovò il corpo galleggiante nelle vicinanze della Colonia di Pescatori di Taquari.
Il caso fu denunciato da un altro collega, che cercò un veicolo della Polizia Militare sostenendo di aver assistito ad una “scena barbara” praticata dai suoi compagni. Amadeu Rodrigues riferì che c’era un “disaccordo” tra lui e i suoi compagni e chiese che la controversia fosse risolta dalla Polizia, portandoli sulla scena dell’omicidio. I tre sospetti furono arrestati nelle rispettive case la seconda notte dopo il crimine. Furono tutti accusati di omicidio colposo, occultamento e distruzione di cadavere. Paulo César ammise di aver “pugnalato” e mangiato “un po’ del suo fegato senza sale”, ma non è stato in grado di fornire dettagli sull’episodio perché “era molto ubriaco”.
Senza sale
Il cameriere Fernando Henrique Alves di 20 anni fu arrestato il 25 agosto 2011 dopo aver ucciso il parrucchiere Gilvan Firmino Ferreira di 25 anni, con un coltello da cucina. Il crimine fu commesso ad Alfenas, nel sud di Minas Gerais, nel garage della casa di Gilvan, il cui corpo è stato smembrato, le budella strappate, il pene inserito nella bocca, i testicoli strappati, il viso sfigurato dai colpi di un estintore, un organo fritto, assaggiato e poi offerto a un cane.
La vittima, che era omosessuale, stava bevendo vino e facendo uso di droghe con il cameriere quando fu aggredito. Fernando fu arrestato mentre beveva caffè poco dopo aver lasciato la casa della vittima.
Presentato dalla Polizia Civile, Fernando affermò in televisione: “L’ho ucciso, ho preso un pezzo del suo organo e l’ho fritto. Ho provato a mangiarlo, ma non ha funzionato, era senza sale. L’ho dato al cane”. Il reporter non esitò allora a chiedere i motivi del crimine. “Motivo? Follia”, la risposta dell’assassino.
Cannibalismo nella galera di Pedrinhas in Brasile
Nel 2013 un avvenimento macabro avviene anche dentro una galera in Brasile. Un malinteso tra i sei membri di una banda criminale finisce con l’orrida morte di uno di loro. Il condannato viene torturato, ucciso a coltellate, smembrato e il suo fegato arrostito e servito in un banchetto ai suoi carnefici.
Il caso macabro è venuto alla luce solo perché un agente di polizia che indagava su omicidi avvenuti in carcere ha trovato un “testimone chiave” che ha rivelato il reato dopo essere stato trasferito dal carcere di unità.
Secondo il procuratore, la vittima identificata come Edson Carlos Mesquita da Silva ha avuto il corpo squartato in 59 pezzi. Lo stato dei resti era così drastico che l’identificazione è stata possibile solo grazie a un tatuaggio.
Gli autori del reato sono stati Rones Lopes da Silva conosciuto come Ron Boy, Geovane Sousa Palhano, Enilson Vando Matos Pereira conosciuto come Mathias e Samyro Rocha de Souza, conosciuto come “il Satana”. Presenti anche altri uomini non identificati, elencati nei registri come “Individui X”. Per via di un malinteso hanno legato e torturato la vittima per ore. Mathias è intervenuto chiamando Ron Boy decidendo che Edson doveva essere ucciso.
I carnefici hanno ucciso la vittima con un coltello. Il giorno successivo, Bacabal decise di squartare il corpo. Dopo aver diviso il corpo in 59 pezzi, hanno gettato sale sul corpo per rallentare la decomposizione della carne e mascherare l’odore, depositando quindi i resti in sacchetti di plastica sparsi in discariche.
Il fegato è stato invece rimosso, arrostito alla griglia e mangiato dai tre, che hanno poi anche inviato pezzi ad altri detenuti.
Gli autori sono stati accusati di omicidio aggravato, tortura e vilipendio. Uno degli agenti che si occupa di casi simili ha affermato che almeno altri due casi di cannibalismo sono stati confermati e spiega che la “Legge del silenzio” che regna nelle carceri rende difficile la scoperta di casi del genere.