FEDERICO ZAMPAGLIONE

Personaggio eclettico e poliedrico, Federico Zampaglione è noto ai più per essere il front-man della band dei Tiromancino. Non tutti sanno però che il Nostro è anche un ottimo regista, soprattutto di film horror: dopo “Shadow” e “Tulpa – Perdizioni mortali”, Federico sta per tornare l’1 agosto di quest’anno con la sua nuova pellicola “The Well”, un oscuro thriller soprannaturale che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine. Abbiamo avuto l’occasione di incontrarlo per voi, per farci raccontare un po’ di lui e di questa sua passione per il cinema.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È FEDERICO ZAMPAGLIONE?

Mah, ogni tanto per la verità me lo chiedo anch’io. Credo di essere una persona che nella vita ha scelto di seguire principalmente le sue passioni, anche quando questa passioni entravano in contrasto apparente l’una con l’altra, come la musica dei Tiromancino, intimista, romantica, e l’horror, quindi due immaginari completamente diversi. Ma quello che li unisce è la mia passione, il mio amore verso entrambe queste cose. Quindi ho messo sempre al primo posto la ricerca, la passione, il fare le cose in maniera artigianale, in maniera sentita, mettendoci il cuore e ho messo sempre dietro la ricerca del risultato, del successo facile, del compiacere il pubblico. Al pubblico ho sempre dato nel bene o nel male quello che io sentivo, quello che piaceva intanto a me, poi se è piaciuto anche a loro è stato un bene, a volte è successo a volte no, ma comunque le cose piacevano a me e questo mi ha tenuto sempre artisticamente vivo.

COME E’ NATA LA TUA PASSIONE PER IL CINEMA E SOPRATTUTTO PER QUELLO HORROR?

La mia passione per il cinema horror ha radici lontanissime, ero un bambino. E’ nata così un giorno per caso: mio padre mi portò nel Tunnel degli Orrori all’EUR, io entrai in contatto con tutto il mondo dell’horror e rimasi folgorato… e da lì ho cominciato ad appassionarmi a tutto quello che aveva a che fare con il cinema, ma anche il fumetto di genere, anche semplicemente facendomi regalare da ragazzino tutte le grandi icone dell’horror di quel periodo dalla mummia all’uomo lupo al vampiro. Poi ho amato tanto il cinema di genere con il quale sono cresciuto, degli anni Settanta, un cinema selvaggio, viscerale, senza compromessi. Quindi l’horror è sempre stata per me una zona di grande interesse perché ti dà la possibilità di spaziare con la fantasia, di passare dal reale al soprannaturale, di inventare situazioni che sono emotivamente molto forti, ma allo stesso tempo non devono seguire il binario della realtà. Credo che sia una delle espressioni artistiche più complesse, più sfaccettate, ma anche più romantiche e interessanti.

DOPO “SHADOW” E “TULPA”, SEI RECENTEMENTE TORNATO AL GENERE CON “THE WELL”. CE NE VUOI PARLARE? COME E’ NATA L’IDEA DEL FILM E COME TI SEI MOSSO PER REALIZZARLO?

Dopo “Shadow” e “Tulpa” per tanti anni non ho più fatto film horror, perché in qualche modo la vita mi ha portato altrove e quindi mi sono invece riconcentrato molto sulla musica, ho fatto diversi album, tantissimi concerti… poi sono ritornato al cinema con un film che aveva ben poco a che fare con l’horror, che era “Morrison”, e in tutti questi anni ho sempre aspettato una storia, un’idea, un qualcosa che mi coinvolgesse veramente per decidere di dedicargli due anni della mia vita, finché non è arrivata quest’idea di “The Well”. Un giorno, parlando con mia moglie, le dissi: “Ma cos’è che ti spaventa di più? Un luogo, un’idea, un qualcosa…”. E lei mi rispose: “Io ho sempre avuto una paura tremenda del pozzo… la paura di caderci dentro, la paura di qualcosa che possa uscire da lì, di cosa c’è sul fondo…”. E io ho detto: “Caxxo, il pozzo effettivamente è un qualcosa che ha sempre inquietato pure me!”. E da lì diciamo che è nata l’idea di farci un film. Poi è stato scritto il soggetto con Gensini, la sceneggiatura con Stefano Masi che è anche il produttore e, malgrado nessuna delle istituzioni ci abbia dato nulla e ci abbia sostenuto, siamo riusciti comunque a realizzare questo film.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Guarda, “The Well” in generale è stato un film difficilissimo da realizzare, perché il tempo era poco e la difficoltà sia dei personaggi sia delle ambientazioni sia delle scene stesse era grande perché poi c’erano tante scene elaborate, horror, c’erano tante location da gestire, molti trucchi speciali, molti prostetici, effetti pratici che sono stati tutti fatti con Carlo Diamantini. E’ stato un film molto difficile, che mi ha messo proprio alla prova: infatti tornavo in albergo la sera che ero svuotato completamente. Però anche qui, la passione mi teneva sul pezzo e la stessa passione poi era condivisa un po’ da tutta la troupe e dagli attori, per cui poi sul set si era creato un clima quasi da plotone, da truppa, che andava avanti anche nelle difficoltà e siamo riusciti in quattro settimane a fare un film che ne avrebbe richieste anche di più.

QUALI SONO STATE LE FONTI DI ISPIRAZIONE DEL FILM?

Non ce n’è una in particolare. Diciamo che dentro di me ci sono cose che appartengono al passato, dei grandi maestri: in questo caso ci può essere una reminiscenza de “La casa dalle finestre che ridono” perché c’è un’ambientazione gotica, c’è un dipinto da restaurare. Però poi dentro ci sono anche tante cose che appartengono al linguaggio più moderno, le atmosfere che addirittura puoi ritrovare anche nel mio primo horror, “Shadow”, molto cupe, sepolcrali, quasi medievali, che però vengono raccontate con un taglio più moderno, aggressivo, grafico. Quindi, diciamo che non c’è un riferimento in particolare: ho visto tanto di quel cinema horror nel corso della mia vita che è come se, quando poi faccio un disco, dentro ci puoi trovare degli echi di Battisti e di Dalla, ma anche delle cose più moderne… è un mix che a me piace fare, artisticamente, di moderno e di classico.

UN DOVEROSO APPUNTO VA ALLA SCELTA DEGLI ATTORI. TROVIAMO MOLTI NOMI INTERESSANTI PER I QUALI VOGLIAMO UN TUO BREVE COMMENTO: LAUREN LAVERA, CLAUDIA GERINI, LINDA ZAMPAGLIONE, GIOVANNI LOMBARDO RADICE…

Il cast ha fatto un ottimo lavoro, credo che tutti quanti abbiano dato il massimo. Claudia è un’attrice che ama questo genere, tra le poche attrici italiane che lo conosce e che lo prende seriamente, perché purtroppo molto spesso gli attori di nome pensano che il lavoro sia una cosa semplice da fare ed è lì che si vanno a prendere delle grandi cantonate. Lauren LaVera è un’attrice duttile, sempre sul pezzo. Ci facevamo delle lunghe chiacchierate in cui io le spiegavo esattamente cosa volevo e lei era sempre molto ricettiva. Stessa cosa per mia figlia Linda con la quale sul set avevo un rapporto uguale a quello di tutti gli altri attori, cioè non c’erano rapporti papà/figlia. Lombardo Radice l’ho visto poco, abbiamo fatto però delle belle chiacchierate. Purtroppo poi quando è venuto a mancare è stato un grande dispiacere, perché era una persona che, per quel poco che l’ho conosciuta, mi sembrava molto interessante. Io metterei tra loro anche il lavoro immenso che ha fatto Lorenzo Renzi nel ruolo del carceriere: ha preso 30 chili per fare quel ruolo e ha sviluppato tutto un linguaggio del corpo perché non ha neanche una battuta, tutta una serie di suoni diversi, di tic, che secondo me hanno reso quel personaggio veramente potente e abbastanza unico.

RECENTEMENTE LA CENSURA SI E’ ABBATTUTA SU “THE WELL” DANDO ALLA PELLICOLA UN V.M. 18: IL FILM E’ STATO CONSIDERATO PIU’ DISTURBANTE DI “SAW”, “HOSTEL” E DELL’ULTIMO “EVIL DEAD”. COME HAI PRESO LA NOTIZIA?

Prendo atto del pesante divieto imposto al mio film, ma non farò nessun ricorso né taglierò scene per ammorbidirlo. “The Well” è un horror viscerale, crudo e senza compromessi e la visione può effettivamente essere sconsigliata a un pubblico di minori.

ULTIMA DOMANDA. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO?

Progetti per il futuro ho qualche nuova canzone che non so dove finirà e quando farò uscire, però canzoni che mi piacciono. E ultimamente mi è venuta una storia molto potente per un nuovo film horror, però… chissà cosa succederà? Oggi preferisco godermi quello che c’è nel mio piatto senza troppo pensare al futuro, perché il futuro è imprevedibile e tutte le volte che fai dei piani o dei programmi spesso vengono poi sconvolti da altre cose. Ormai ho tolto le aspettative dalle cose che faccio perché non dipende da me poi il risultato, quindi mi godo il fatto di farle e ho tolto anche troppi programmi futuri perché mi godo quello che devo fare in quel momento. Ad esempio: tra un po’ uscirà “The Well”, farò una tournée quest’estate… andare a curiosare troppo lontano mi sembra una perdita di tempo.

Un saluto a tutti e grazie per l’intervista.

GRAZIE A FEDERICO ZAMPAGLIONE PER IL SUO TEMPO: NON PERDETEVI L’USCITA DI “THE WELL” L’1 AGOSTO PERCHE’ E’ UN FILM VERAMENTE POTENTE! ALLA PROSSIMA!

Davide Longoni