MYRIAM AMBROSINI… DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Con alle spalle romanzi di grande successo come UN CUORE ALTROVE (Kimerik Edizioni, 2018), PHANTAZO (Porto Seguro Edizioni, 2020) e il recente SELFIE (La Bussola Edizioni, 2023), Myriam Ambrosini si è sicuramente ritagliata un posto nel cuore di coloro che amano il fantastico. A questo punto DOVE ERAVAMO RIMASTI? mi verrebbe da dire, usando una frase, ormai entrata nell’immaginario collettivo, utilizzata spesso a suo tempo dal mai dimenticato Enzo Tortora. Nel caso della nostra Myriam, non c’è fortunatamente un passato burrascoso, ma sicuramente ulteriori vicende di vita che, in qualità di scrittrice, l’hanno veicolata verso due nuovi romanzi che queste vicende hanno trasfigurato.

TORNIAMO INDIETRO PER UN MOMENTO AL 2020: FACENDO TESORO DI ALCUNE ESPERIENZE PERSONALI, AVENDO LAVORATO COME VOLONTARIA PRESSO UN OSPEDALE ROMANO, HAI DATO ALLE STAMPE “PHANTAZO”, UNA VICENDA TRA L’ESOTERICO E IL PARANORMALE CHE SPINGE PERÒ A PROFONDE RIFLESSIONI. GIUSTO?

È infatti al di là della vita, la protagonista di PHANTAZO: un fantasma senza nome né ricordi che si aggira fra le corsie di un ospedale come un testimone invisibile delle vite lì dentro racchiuse. Attraverso lo spettro, da un punto di vista totalmente inedito ed estraneo, si colgono le più diverse sfaccettature dell’animo umano, in particolare quelle di Yasmine, Francesca e Mara, tre donne provenienti da diversi – e ugualmente durissimi – retroscena culturali. Intorno a loro e insieme a loro, a dare un senso a quel girovagare, apparentemente inane dell’incorporea protagonista, tutta un’umanità dolente – e a tratti tenera, empatica, luminosa – che coltiva il miraggio di un riscatto finale.

DA CREATIVA, QUANTO TI HANNO SEGNATA LE DEVASTANTI VICENDE DELL’EPIDEMIA DA COVID?

Per fortuna non mi ha toccato direttamente, ma non mancando di empatia, non ho potuto rimanerne psicologicamente sconvolta. Ho scritto infatti, in una gara poetica sul tema, diverse poesie che sono andate poi a fare parte di una raccolta intitolata “L’Italia al tempo del Coronavirus” (facilmente rintracciabile su internet). Indotta poi, anche dall’isolamento che quel periodo ci impose, a profonde riflessioni sulla vita, la morte e la realtà di noi stessi – spesso i veri sconosciuti -, ho dato vita al mio ultimo romanzo, cimentandomi, per la prima volta, in un fanta-thriller psicologico dal titolo SELFIE.

CI VUOI SINTETICAMENTE ESPORRE LE NOTE SALIENTI DI QUESTA TUA ULTIMA OPERA CHE È GIÀ STATA SELEZIONATA PER UN PREMIO IMPORTANTE DEL SETTORE, E CIOÈ “NERO CAFÈ”?

Naturalmente, mi sono servita di un thriller – a tratti anche terrorizzante – per evidenziare il rapporto conflittuale o ossessivo che spesso abbiamo con la nostra stessa immagine. Quel nostro incontro/scontro con l’involucro che, per uno spazio sempre troppo breve, ci riveste… Un’ossessione appunto – come nei selfie – e spesso invece, una ripulsa, una battaglia interna che stentiamo ad ammettere. Luigi Pirandello, prima e più di ogni altro, ha voluto approfondire questa singolare tematica, tra il ricorso a maschere, che in qualche modo ci trasformino ed ingannino: è il famoso “Uno, nessuno e centomila”, dove la nostra interezza va frastagliandosi in tutti quelli con cui ci troviamo – anche nel quotidiano – ad incontrarci . “Uno”, che dovremmo essere noi per noi stessi, “centomila”, gli aspetti che andiamo ad assumere per il nostro prossimo, e forse in realtà “nessuno”, perché tutti questi noi stessi potrebbero essere ugualmente ingannatori, compreso il giudizio estetico che ci regaliamo personalmente. Ed è proprio da questa somma di riflessioni che nasce e prende vita SELFIE, in cui alcuni amici – all’inizio un’allegra brigata -, durante una devastante tempesta tra i monti e in totale isolamento, saranno costretti a scontrarsi e ad affrontare le loro maggiori paure.

SEMBRA DAVVERO MOLTO INTRIGANTE… MA LA NOSTRA MYRIAM È UNA FUCINA SEMPRE IN EBOLLIZIONE: QUALI SONO DUNQUE I PROGETTI PER IL FUTURO?

Ho appena terminato un romanzo poliziesco, dal titolo STATUARIUS, che, al momento, intendo far partecipare a un concorso che tratta questo genere, ed è pronto per la pubblicazione anche un altro mio romanzo,  AB URBE CONDITA, una mia personale rivisitazione della nascita di Roma… tra l’altro la mia amata città.

IN BOCCA AL LUPO, ALLORA… ANZI “ALLA LUPA”!

Grazie a te per l’attenzione, mai sopita, nei miei riguardi!

Davide Longoni