LA MORTE NEGLI OCCHI DEL GATTO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: La morte negli occhi del gatto

Anno: 1973

Regia: Antonio Margheriti

Soggetto: Peter Bryan

Sceneggiatura: Antonio Margheriti, Giovanni Simonelli e Ted Rusoff

Direttore della fotografia: Carlo Carlini

Montaggio: Giorgio Serrallonga

Musica: Riz Ortolani

Effetti speciali: Marisa Tilli

Produzione: Luigi Nannerini

Origine: Italia / Francia / Germania Ovest

Durata: 1h e 35’

CAST

Jane Birkin, Hiram Keller, Françoise Christophe, Venantino Venantini, Doris Kunstmann, Anton Diffring, Dana Ghia, Konrad Georg, Serge Gainsbourg, Luciano Pigozzi, Bianca Doria, Tom Felleghy, Franco Ressel, Alessandro Perrella, Bruno Boschetti

TRAMA

Nel castello scozzese di Dragstone, appartenente a Lady Mary MacGrieff e a suo figlio James, giunge Corringa, figlia di Lady Alicia, la sorella di Lady Mary, espulsa dal collegio dove era stata mandata a studiare. All’arrivo della nipote, si scopre che sulla famiglia grava una spaventosa leggenda: chiunque dei MacGrieff venga ucciso da qualcuno dello stesso sangue diventa vampiro. Così accade: poco dopo l’arrivo di Corringa infatti, viene uccisa violentemente la madre e qualche giorno dopo muore anche un servitore. Gli omicidi proseguono a ruota libera con la morte di un medico, amante di Lady Mary, della prostituta Suzanne e di un altro servitore.

All’inizio viene ingiustamente sospettato James, che da piccolo era stato accusato a torto di aver ucciso la sorella, mentre la vera colpevole era stata la madre. Corringa in un primo momento lo considera un malato di mente, salvo poi trovare in lui un protettore innamorato: così, dopo aver creduto che a uccidere il primo servitore sia stata Lady Alicia, diventata forse vampira, l’escalation di delitti e una contingenza convincono la ragazza che l’assassina è invece Lady Mary. Tentando di sfuggirle la giovane si nasconde nei sotterranei, dove però la raggiunge il vero assassino, deciso a sterminare tutti i parenti per impossessarsi del castello.

Si tratta del falso cappellano Robertson, ucciso prima che l’omicida ne assumesse l’identità, in realtà un MacGrieff residente negli Stati Uniti. Ha appena ucciso anche Lady Mary, ma mentre sta per colpire Corringa viene freddato dalla polizia accorsa assieme a James, scampato come la ragazza allo sterminio dei MacGrieff.

NOTE

La morte negli occhi del gatto”, diretto da Antonio Margheriti, si avvale come per molte altre pellicole thrilling dell’epoca delle musiche di Riz Ortolani.

Girato tra febbraio e marzo del 1972, il film vede nel ruolo della protagonista l’attrice britannica Jane Birkin (“Assassinio sul Nilo” e “Delitto sotto il sole”, entrambe tratti dai romanzi di Agatha Christie), all’epoca ancora principalmente nota per la famosa canzone “Je t’aime… moi non plus” cantata in coppia con il fidanzato Serge Gainsbourg (per il cinema ha principalmente lavorato come musicista e ha composto molte musiche per i film di Joe D’Amato), che appare nel film in una piccola parte.

Fra gli altri interpreti segnaliamo: Hiram Keller (“Strogoff”), Françoise Christophe (“Fantomas”, “Fantomas contro Scotland Yard”), Venantino Venantini (“Cannibal Ferox”, vari film della serie Emanuelle Nera, “Paura nella città dei morti viventi”, “L’umanoide”, “La bestia nello spazio”, “Hercules II”, “Ladyhawke”), Doris Kunstmann (“Orzowei”), Anton Diffring (“L’uomo che ingannò la morte”, “Il circo degli orrori”, “Fahrenheit 451”, “Le streghe nere”, “Doctor Who”, “L’iguana dalla lingua di fuoco”, “La notte del licantropo”, “Confessioni proibite di una monaca adolescente”, “La maschera della morte”, “The Invisible Man”, “I violentatori della notte”), Dana Ghia (“Il medaglione insanguinato”, “Una farfalla con le ali insanguinate”, “Il trucido e lo sbirro”), Luciano Pigozzi (alias Alan Collins), Bianca Doria (“L’apocalisse”, “Strogoff”), Tom Felleghy (comparso in numerosissime pellicole di genere fra gli anni ’60 e ‘80), Franco Ressel (“Totò diabolicus”, “Sei donne per l’assassino”, “Il pianeta errante”, “Agente S03 operazione Atlantide”, “Gli fumavano le Colt… lo chiamavano Camposanto”, “L’occhio nel labirinto”, “Ragazza tutta nuda assassinata nel parco”, “Gli amici di Nick Hezard”, “A.A.A. Massaggiatrice bella presenza offresi…”, “Sette uomini d’oro nello spazio”, “I giochi del diavolo”), Alessandro Perrella (“Zenabel”, “Lady Frankenstein”, “L’orgia dei morti”, “Terror! Il castello delle donne maledette”, “La mano che nutre la morte”, “Le amanti del mostro”) e Bruno Boschetti (“Il rosso segno della follia”, “L’inafferrabile invincibile Mr. Invisibile”, “Milano trema: la polizia vuole giustizia”).

Per le riprese del Castello Dragstone venne utilizzato il Castello Massimo ad Arsoli, lo stesso utilizzato ne “I lunghi capelli della morte”.

In Germania Ovest è uscito col titolo “Sieben Tote in den Augen der Katze”, mentre in Francia come “Les Diablesses”.

Davide Longoni