LA PRINCIPESSA TRISTE

C’era una volta un castello magico costruito sul mare con tante torri merlate e tanti tetti colorati. Esso pareva quasi costruito nel cielo e appoggiato su un caleidoscopico, meraviglioso e colorato arcobaleno.

Questo maniero era così incantevole che pareva di cristallo: era stupendo, enorme e brillante a tal punto che le sue pareti riflettevano i colori dell’arcobaleno che si specchiavano sul mare che circondava questo incantata magione.

In questo meraviglio castello viveva una dolce principessa, giovane, esile e delicata e il suo nome era Ornella. Questa bella, giovane principessa era, ahinoi, sempre sola e un po’ riservata e schiva, e forse anche un po’ malinconica. Passava le sue giornate a guardare il mare dal quale sembra affascinata. I giorni passavano inesorabili, lunghi, noiosi e tristi, e con la preoccupazione del Re e della Regina che vedevano la loro Ornella sempre più sola, malinconica e infelice.

Era un giorno di maggio quando la principessa, guardando dalla finestra della sua stanza vide, all’orizzonte, una magnifica nave al cui comando c’era un bellissimo giovane. Essa si fermo nel porto del castello e la giovane donna  subito si innamorò di questo misterioso marinaio. Quella sera la principessa triste, che ora non era più triste, si stava preparando per partecipare al ballo di corte dove avrebbe finalmente conosciuto il suo marinaio. La serata trascorreva tranquilla, spensierata, tra balli, tavole imbandite e tante tante allegre risate. A un certo punto entrò la principessa che era semplicemente meravigliosa con il suo abito azzurro che sembrava quasi fatto dalle onde del mare e tutti rimasero stupiti dalla bellezza di Ornella. Il marinaio, che in realtà era un principe, chiese al re di poterla sposare… ma il re offeso dalle parole del principe lo cacciò via. Il principe sparì nella notte con la sua nave dicendo a Ornella: “Tornerò presto a prenderti e vivremo per sempre felici e contenti!”.

Purtroppo non fu così perché il principe non tornò più e Ornella sempre più preoccupata e disperata gridava dal ponte: “Torna, torna da me!”.

Nessuno rispose mai alla sua preghiera e così  Ornella un giorno si buttò in  acqua per raggiungere il suo principe e, dopo averlo raggiunto in fondo al mare, vissero felici e contenti per sempre.

Nelle notti di tempesta si sente ancora il vento cantare la canzone di Ornella che dice: “Torna!” mentre, il giorno dopo la tempesta, la spiaggia vicino al castello della principessa triste è piena di bellissimi fiori colorati come l’arcobaleno che sorregge il castello incantato.

Questa è la versione romanzata di una delle tante leggende che alleggiano sul Castello di Ortona ridente località marina in Abruzzo nota per il suo castello sul mare e perché nella chiesa di San Tommaso Apostolo sono custodite le preziose reliquie del Santo. La vera leggenda del castello aragonese di Ortona racconta, purtroppo, una storia diversa da quella qui narrata e infatti si legge su https://storieinspiegabili.odisseaquotidiana.com/search/label/Abruzzo:

La Leggenda della Ritorna di Ortona

“C’era una volta una giovane principessa che viveva nel Castello Aragonese di Ortona, era molto amata dai suoi genitori e benvoluta dalla corte e dal popolo per la sua grazia e la sua generosità. E proprio il mare è il protagonista della leggenda della bella principessa amata dal popolo: si racconta che un giorno al porto di Ortona approdò una nave e il capitano, un ricco mercante, fu accolto alla corte del re; l’uomo portava con sé prodotti esotici provenienti da tutto il mondo. Il mercante conobbe la bellissima figlia del sovrano, se ne innamorò perdutamente e da lei fu subito ricambiato, fu un colpo di fulmine, ma senza lieto fine, perché questa non è una storia d’amore, è un racconto strano e misterioso, pertanto serve un ostacolo che sbarri la strada ai due innamorati.

Il Re non aveva assolutamente intenzione di dare la sua unica figlia in sposa a un lupo di mare, un avventuriero, ma, non volendo mancargli di rispetto, né ferire la sua giovane figlia, gli propose una sfida impossibile da superare. Promise infatti al mercante di concedergli la mano della figlia solo se gli avesse portato in dono qualcosa di unico, mai visto prima in quelle terre e straordinario. Il mercante, molto sicuro di sé, partì immediatamente promettendo di tornare al più presto. Passarono i giorni, che diventarono prima settimane e poi mesi, ma del mercante non si ebbero notizie: tutte le mattine la fanciulla si sedeva su uno scoglio davanti al porto e da li guardava il mare aperto, sperando nel ritorno del mercante; i pescatori di passaggio la sentivano piangere e invocare: “Ritorna, ritorna…” e da quel giorno lo scoglio fu soprannominato “la Ritorna”.

Il mare allora, mosso a compassione dalle grida strazianti della ragazza, avendo pietà di lei, decise di mostrarle la verità. Si racconta che una notte un’onda avvolse la principessa e la portò sui fondali, dove giaceva il corpo senza vita dell’amato. La mattina successiva dal mare affiorarono dei bauli pieni di frutti mai visti prima, erano verdi e tondi e venivano chiamati Cervelli di Scimmia o Arance degli Osagi e si diceva che chi ne avrebbe mangiato sarebbe stato in grado di compiere imprese impossibili. Questo era lo straordinario dono per il Re di Ortona. Della principessa non se ne seppe più nulla, ma ancora oggi, presso il Castello di Ortona, i pescatori giurano di udire i lamenti di una giovane donna nelle notti di burrasca”.

Nicoletta Camilla Travaglini