LE COLLINE HANNO GLI OCCHI (1977)

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: The Hills Have Eyes

Anno: 1977

Regia: Wes Craven

Soggetto: Wes Craven

Sceneggiatura: Wes Craven

Direttore della fotografia: Eric Saarinen

Montaggio: Wes Craven

Musica: Don Peake

Effetti speciali: John Frazier e Greg Auer

Produzione: Peter Locke

Origine: Stati Uniti d’America

Durata: 1h e 31’

CAST

Susan Lanier, Robert Houston, Martin Speer, Dee Wallace, Russ Grieve, John Steadman, Virginia Vincent, Janus Blythe, James Whitworth, Lance Gordon, Michael Berryman, Cordy Clark, Arthur King

TRAMA

L’anziano Fred è in procinto di abbandonare la sua pompa di benzina sperduta nel deserto del Nevada dopo che il governo ha deciso di usare l’area per test nucleari, quando un’auto si ferma per fare rifornimento. Si tratta della famiglia di Bob ed Ethel Carter, in viaggio verso la California con i figli Brenda, Bobby, Lynne con suo marito Doug, la piccola Katy di 6 mesi e due cani, Bella e Bestia. Una volta ripartiti Bob, ex poliziotto ora in pensione, dirige la roulotte in un deserto collinoso per poter visitare le miniere d’argento degli antichi Apaches, nonostante Fred lo abbia avvisato che allontanarsi dalla strada principale è molto pericoloso. Le colline sono infatti abitate da una famiglia di selvaggi dediti al cannibalismo composta da Papà Giove e dalla sua progenie, Plutone, Mercurio, Marte e la giovane Ruby, che è stata incatenata dai fratelli dopo aver tentato di fuggire.

L’auto finisce fuori strada e i Carter rimangono bloccati, per cui Bob si allontana a piedi in cerca di aiuto. A notte inoltrata raggiunge la pompa di benzina del vecchio Fred che, proprio mentre sta per rivelargli la verità sul suo legame con i selvaggi delle colline, viene ucciso da Papà Giove. Bob tenta allora di fuggire ma, prima di arrivare alla roulotte, viene catturato e messo al rogo da Papà Giove, mentre il resto della sua famiglia viene attaccato da Marte e Plutone che uccidono Ethel e Lynne e rapiscono Katy. La bambina viene portata nel rifugio dove il clan di selvaggi si è riunito al completo, intenzionato a mangiare sia lei che il cadavere di Bob.

Nel frattempo il cane Bestia riesce a far precipitare Mercurio dalle rocce e, una volta fattosi giorno, uccide Plutone, dilaniandogli la gola. Doug si lancia disperato verso le colline alla ricerca della figlia e, con l’aiuto di Ruby, riesce a liberarla e a uccidere Marte. Rimasti alla roulotte, Bobby e Brenda attirano Papà Giove con un tranello e anche il capofamiglia dei cannibali finisce massacrato. I due superstiti possono così riunirsi con Doug e Katy, ai quali si aggiunge Ruby, finalmente libera.

NOTE

“Le colline hanno gli occhi”, scritto e diretto da Wes Craven, è stato girato a basso costo nel deserto del Mojave ed è stato definito dal critico John Kenneth Muir «un punto di svolta nel genere horror» e indicato come un crocevia di generi, tra cui il revenge movie, lo slasher, il western revisionista e il road movie. Alla sua uscita ottenne un grande successo di pubblico e negli anni è diventato un vero e proprio film di culto, lanciando due icone del genere horror come gli attori Michael Berryman (“La donna esplosiva”, “La casa del diavolo”, “Room 9”, “Z-Nation”, “Army of the damned”, “Le streghe di Salem”, “Penny Dreadful”, “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi – The series”, “Conan – The series”, “X-Files”, “Star Trek IV – Rotta verso la Terra”, “Kaan, principe guerriero 2 – Attraverso il portale del tempo”, “I racconti della cripta”, “Wizards of the Demon Sword”, “Guyver”, “Solar crisis”, “Oceano”, “Aftershock”, “Star Trek V – L’ultima frontiera”, “Alf”, “Star Trek – The next generation”, “The Barbarians & Co.”, “Ritorno alla quarta dimensione”, “Inferno in diretta”, “Le colline hanno gli occhi II”, “Invito all’inferno”, “Benedizione mortale”, “Rock Aliens”, “Doc Savage, l’uomo di bronzo”) e Dee Wallace (“L’ululato”, “La fabbrica delle mogli”, “Esperimento letale”, “E.T. l’extra-terrestre”, “Cujo”, “Critters – Gli extraroditori”, “Alligator II: The Mutation”, “Sospesi nel tempo”, “Halloween – The Beginning”, “La casa del diavolo”, “Le streghe di Salem”, “Zombie Killers: Elephant’s Graveyard”, “Critters attack! – Il ritorno degli extraroditori”, “Ai confini della realtà”, “Vestito che uccide”, “Grimm”, “Ghost Whisperer – Presenze”).

Nel cast figurano anche: Susan Lanier (“Area 51”, “Electra Woman and Dyna Girl”), Robert Houston (“Le colline hanno gli occhi II”, “1941 – Allarme a Hollywood”), Martin Speer (“L’uomo da sei milioni di dollari”, “Wonder Woman”, “Coma profondo”, “Ralph, supermaxi eroe”, “Exo-Man”), Russ Grieve (“L’incredibile Hulk”, “L’uomo da sei milioni di dollari”, “Dogs – Questo cane uccide!”, “Get smart”), John Steadman (“L’incredibile Hulk”, “Lo spaventapasseri”, “Pomi d’ottone e manici di scopa”), Virginia Vincent (“Il bacio dello spettro”, “Tales of Tomorrow”, “Invito all’inferno”, “Kolchak: The Night Stalker”, “Amore extraterrestre”, “The Aquanauts”), Janus Blythe (“Il fantasma del palcoscenico”, “Le colline hanno gli occhi II”, “L’uomo di cera”, “Quel motel vicino alla palude”), James Whitworth (“Il pianeta dei dinosauri”, “Terminal Island – L’isola dei dannati”, “Fantasilandia”, “The Invisible Man”, “L’isola delle salamandre”), Lance Gordon (“Agente 007 – Vivi e lascia morire”, “Women and Bloody Terror”), Cordy Clark (“Fantasilandia”, “L’ammiraglio è uno strano pesce”) e Arthur King (nome fittizio dietro al quale si celava in realtà il produttore Peter Locke nella piccola parte di Mercurio).

La pellicola venne premiata al “Sitges – Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna” nel 1977 con il Premio della critica a Wes Craven. Nel 2001 è stato invece uno dei 400 titoli scelti dall’American Film Institute per essere inclusi tra i cento film più avvincenti del cinema americano, non riuscendo però a entrare nella classifica finale.

Dopo l’esordio con “L’ultima casa a sinistra”, Wes Craven aveva in mente di realizzare qualcosa di diverso e di cambiare totalmente genere. «Volevo qualcosa di più sofisticato» ha affermato in seguito, «non volevo sentirmi di nuovo a disagio nel fare una dichiarazione sulla depravazione umana». Non riuscì però a trovare finanziatori e i problemi economici lo portarono ad accettare la proposta di un altro film horror da parte dell’amico produttore Peter Locke. Craven pensò quindi a una nuova collaborazione con Sean S. Cunningham e ad un soggetto basato sulla fiaba Hänsel e Gretel, ma Locke lo convinse a realizzare qualcosa che fosse più in linea col primo film.

Il risultato fu una sceneggiatura intitolata “Blood Relations: The Sun Wars”, una storia ambientata nel New Jersey in cui un gruppo di selvaggi che vive sulle colline assalta una famiglia in vacanza. Craven trasse ispirazione per la trama dal personaggio di Sawney Bean, serial killer e capo di un clan di 48 persone che secondo la leggenda avrebbe commesso oltre 1000 omicidi e compiuto atti di cannibalismo sulle vittime nella Scozia del XVI secolo. Ciò che attirò il suo interesse fu soprattutto l’epilogo della vicenda, con i seguaci di Bean catturati, barbaramente torturati e giustiziati senza alcun processo, un trattamento che secondo il regista poneva sullo stesso piano il comportamento animalesco del clan con la ferocia di persone apparentemente “civilizzate”.

Un’altra fonte d’ispirazione per “Le colline hanno gli occhi”, sempre secondo quanto dichiarato in seguito da Craven, fu la pellicole “Non aprite quella porta”, horror indipendente diretto da Tobe Hooper appena tre anni prima, che ebbe in quel periodo un grande successo. Alcuni elementi del film, dal gruppo di vacanzieri bloccati in un ambiente desolato all’incontro con una famiglia di psicopatici dediti al cannibalismo, furono inseriti nella sceneggiatura proprio come omaggio a quello che sarebbe diventato un classico del genere slasher e di cui Craven era un grande ammiratore. Lo stesso regista indicò come ulteriori influenze quelle di registi come François Truffaut e Luis Buñuel, oltre al film “Furore” di John Ford, mentre per i componenti della famiglia Carter si ispirò alla propria famiglia e ai suoi vicini di casa.

Durante la fase di scrittura, Peter Locke prese spunto dagli aridi paesaggi incontrati durante i numerosi viaggi a Las Vegas (dove si esibiva la sua ragazza, l’attrice e cantante Liz Torres) e propose di spostare l’ambientazione dal New Jersey al deserto del Nevada. Anche per quanto riguarda il titolo ci fu lo zampino del produttore, che non era convinto di quello scelto dal regista: così, nonostante l’iniziale titubanza, alla fine Craven approvò la scelta di “The Hills Have Eyes”.

La colonna sonora è stata realizzata dal compositore Don Peake (“La casa nera”, “Lunar Cop – Poliziotto dello spazio”, “Sandman”, “Supercar”) utilizzando sia strumenti acustici che elettronici. Uno di questi era il blaster beam (reso noto due anni più tardi dalla colonna sonora del film “Star Trek – The motion picture”), un canale d’alluminio di circa 5 metri con un’unica corda metallica sulla quale il musicista Craig Huntley faceva scivolare un pezzo d’acciaio creando un lungo glissando. Tra gli altri partecipanti alle musiche della pellicola figurano Michael Lang al pianoforte e Tony Marcus alla viola.

“Le colline hanno gli occhi” ha avuto talmente successo alla sua uscita che, nel 1984, lo stesso Wes Craven decise di dirigerne un sequel intitolato “Le colline hanno gli occhi II”, che fu presentato in anteprima mondiale al “MystFest” di Cattolica e che uscì direttamente nel circuito dell’home video. Nel 2006 invece il regista Alexandre Aja decise di dirigere il remake del primo film, seguito nel 2007 da “Le colline hanno gli occhi 2” diretto da Martin Weisz. In entrambi i casi Craven partecipò, come poi accadde anche per il rifacimento de “L’ultima casa a sinistra” nel 2009, in qualità di co-produttore e nel secondo anche di co-sceneggiatore col figlio Jonathan.

Il film “Mind Ripper”, solamente co-prodotto da Craven e distribuito da HBO nel 1995, era stato pensato in origine come terzo capitolo della saga. La sceneggiatura scritta da Jonathan Craven con Phil Mittleman venne però radicalmente modificata e la storia non ha in effetti nessun elemento in comune con i primi due. Ciò nonostante il film ha continuato ad essere pubblicizzato in alcuni casi come “The Hills Have Eyes III”.

Davide Longoni