L’indagine che era stata assegnata a Xing Yi dall’esigente Staff del Programma Spaziale Cinese questa volta non appariva per niente semplice, invero.
Jian Juhi era un giovane taikonauta, ovvero un astronauta (il termine “taikonauta” proveniva da un miscuglio di vocaboli quali il Cinese “taikong” – che voleva dire spazio - ed il Greco “nauta” che indicava un navigante), era scomparso proprio mentre si trovava ancora a bordo del suo veicolo spaziale posto in orbita attorno alla Terra.Inoltre, fatto ancora più strano, il portellone principale era stato trovato incredibilmente ancora chiuso dall’interno.
L’Avanzata Repubblica Popolare Cinese poteva tollerare la morte di parecchi taikonauti ritenuti del tutto sacrificabili se tali decessi si verificavano a causa di incidenti originatisi nel corso del suo nuovo, inarrestabile programma spaziale che aveva come obiettivo quello di installare una base spaziale Cinese sulla Luna. Tuttavia i suoi caporioni non avrebbero mai potuto accettare l’imprevista scomparsa di uno di loro proprio mentre si trovava ancora a bordo di una preziosa ed inviolabile navicella Shenzhou 15, lasciando all’interno dell’abitacolo solo una tuta spaziale vuota, non importa quali fossero le vere ragioni o le questioni scientifiche coinvolte.
I tecnici incaricati di risolvere il mistero, giù alla Stazione di Controllo Generale, si erano immediatamente dati da fare per esaminare tutte le registrazioni e la strumentazione allo scopo di capire cosa fosse realmente accaduto lassù nello spazio, mentre il veicolo stava ancora in orbita attorno al nostro pianeta. Alcuni politici suggerivano perfino che tale circostanza poteva essersi verificata solo grazie ad organizzazioni internazionali o a seguito dell’intervento di alcuni paesi stranieri che dovevano aver evidentemente aiutato il taikonauta scomparso a sfuggire alla salda presa che il governo nazionalista aveva sui propri cittadini, anche se – con un certo imbarazzo – essi non parevano in grado di spiegare come tutto ciò fosse davvero avvenuto.
Oltretutto, i taikonauti erano dei veri e propri eroi in Cina e la maggioranza della popolazione li conosceva addirittura per nome e poteva riconoscere le loro foto quando venivano mostrate in TV o sui siti internet, pertanto quella incomprensibile scomparsa era anche peggio di quanto si potesse pensare. In realtà, Jian Juhi non era ancora così famoso fra gli spettatori, tuttavia la stampa e gli appassionati in tutto il mondo avevano di certo già “registrato” mentalmente il suo nome in quanto risultava incluso nella lista degli spazionauti che avrebbero dovuto salire a bordo di una navicella spaziale Cinese nei prossimi anni. La missione che gli era stata assegnata, pertanto, e l’incredibile scomparsa verificatasi non erano stati ancora resi noti ad alcuno- dato che quella doveva essere solo un’operazione segreta di addestramento- però gli esperti erano certi che molto presto l’avvenimento in questione sarebbe stato riportato nelle notizie giornalistiche, senza alcun dubbio.
“Troppo anni erano passati dai vecchi giorni in cui il governo teneva una ferma quanto indiscussa mano su tutto il popolo che viveva in Cina e sui media”, si erano lamentati alcuni agenti dei Servizi Segreti governativi di fronte al preoccupatissimo Staff del Programma Spaziale Cinese, facendo la parte dei saputelli.
Al termine di una lunga disamina dell’intera struttura del modulo Shenzhou 15, che era stato recuperato nello spazio e portato giù fino al suolo, i responsabili avevano stabilito che non vi era nient’altro che potessero fare, purtroppo. In effetti, se i loro tecnici non erano in grado di ricreare esattamente tutte le condizioni che avevano fatto sì che il taikonauta scomparisse allorchè si trovava ancora dentro l’abitacolo (fosse ciò dovuto a qualche odioso intervento di un governo straniero o per un incidente…), non c’era altra strada da percorrere: doveva essere predisposta un’indagine più approfondita direttamente sul posto, ovvero nello spazio. Dunque, qualcun altro sarebbe stato costretto a recarsi lassù, all’interno di quel medesimo veicolo, alla stessa altitudine nell’atmosfera, e condurre un esperimento risolutivo mentre si trovava in orbita attorno alla Terra.
Ed era stato proprio Yi ad essere scelto per imbarcarsi in questa pericolosa e delicata missione. Dopotutto, era un individuo davvero perfetto per tale compito, nonostante non potesse definirsi un vero e proprio taikonauta. Durante il corso decennale che aveva seguito per diventare agente segreto presso il Quartier Generale della Forza Aerea Cinese, era stato addestrato assai bene, superando facilmente tutti i test. Era un vantaggio anche il fatto che la sua faccia fosse sconosciuta al grande pubblico, visto che i suoi incarichi abituali implicavano normalmente che operasse solo in segreto all’interno dei confini nazionali. Per tale ragione, nessuno avrebbe mai notato la sua assenza o scomparsa, se mai qualcosa fosse andato male anche questa volta… In altri termini, Yi era del tutto sacrificabile. Lui stesso ne era perfettamente consapevole e, sebbene si considerasse dotato di volontà di ferro e assai freddo in genere, il fatto di sapere quanto poco contasse la sua vita in questo caso non lo aiutava di certo a stare più calmo e tranquillo… Comunque, il loro Controllo Missione aveva bisogno di una persona che fosse al tempo stesso un uomo d’azione di una certa esperienza ed un buon investigatore. E lui li era entrambi, indubbiamente.
“Cittadino Xing Yi, sei stato scelto per questo incarico. Semplicemente, fai del tuo meglio!”. Queste erano state le poche parole che il suo superiore gli aveva detto appena prima di congedarlo temporaneamente dalla sua base di appartenenza abituale. L’uomo non aveva replicato o obiettato in alcun modo, tanto sarebbe stato del tutto inutile, ovviamente.
Durante i suoi primi incarichi, quando era ancora giovane, si era rivelato un buon pilota ed aveva accumulato moltissime ore di volo mentre si trovava agli ordini del Centro di Ricerca per gli Oggetti Non Identificati e l’Intelligenza Aliena. In quegli anni aveva visto e studiato molte cose strampalate sia nel cielo che al suolo, sebbene niente che potesse definirsi decisivo o tale da togliere ogni dubbio al riguardo, sfortunatamente. Aveva anche compiuto alcuni test di volo spaziale, niente di speciale o troppo difficile in realtà – faceva tutto parte del suo addestramento di agente segreto, naturalmente. Alla fine del corso, tuttavia, era stato rifiutato come taikonauta, non che questo fatto fosse stato tropo deludente per lui, dal momento che Yi era tenuto in grande considerazione per le sue qualità ed abilità indiscusse che lo avevano portato infine a lavorare nel campo delle operazioni segrete più delicate.
Era un uomo di quarantun anni, dal fisico robusto, con un pizzetto nero, i capelli sempre corti, che vestiva allo stile Cinese indossando un abito marrone cupo. La sua postura e il portamento che metteva in mostra – agli occhi di un esperto – rivelavano la sua calma, freddezza e competenza. Non appena era entrato nel Programma Spaziale per il corso avanzato d’addestramento prima di questa missione, Yi aveva lasciato da parte il suo usuale modo di fare e si era subito impegnato al massimo per impratichirsi nelle dure prove che l’attendevano, infilandosi e togliendosi più volte nel corso della giornata le nuove ingombranti tute spaziali, che sembravano comunque molto meglio dei modelli che aveva messo in passato, durante i suoi primi mesi di arruolamento all’interno del Servizio di Sicurezza governativo. Dopo qualche imbarazzo iniziale, tutto era andato benissimo.I n fondo, si era detto l’uomo, quel periodo della sua vita che aveva perso in addestramenti lunghi e faticosi per diventare un possibile astronauta non si era rivelato del tutto inutile…
Dopo alcuni test, era stato infine autorizzato a posizionarsi all’interno dell’abitacolo di un prototipo della Shenzhou 15 che stazionava entro l’area ove si trovavano gli edifici principali del Centro di Comando. Cominciò presto ad abituarsi a tutti quei bottoni ed alle applicazioni disponibili sul pannello strumenti che avvolgeva la paratia attorno al suo sedile. La cosa si rivelò decisamente più complicata di quanto avesse potuto immaginare, ad ogni modo alla fine ne acquisì una piena padronanza. Dopo solo due settimane Yi fu ritenuto pronto per andare in missione, la qual cosa lo rese orgoglioso e timoroso, parimenti. Era impaziente di partire, sebbene non avesse modo di sapere esattamente cosa si sarebbe trovato ad affrontare una volta lassù.
La domanda era: come aveva fatto l’astronauta scomparso ad andarsene improvvisamente dall’abitacolo in cui si trovava? E per quale ragione?
Dov’era finito una volta che era scomparso?
Davvero Yi era stato catturato dagli agenti al servizio di organizzazioni internazionali, magari da un veicolo spaziale che si fosse avvicinato all’improvviso al suo, e portato in qualche altro luogo per essere interrogato o peggio? O ciò che era avvenuto davvero nello spazio risultava incomprensibile, orribile e magari assai lontano da ogni cognizione umana, coinvolgendo qualche strano esperimento segreto finito male, che era proprio ciò a cui sarebbe andato incontro anche lui in definitiva?
Misteri ancora privi di soluzione. E proprio lui era l’uomo che avrebbe dovuto tenare di risolvervi… Al momento Yi si sentiva un po’ fuori posto, inadeguato ed a disagio, anche se non dubitava che avrebbe fatto del suo meglio quando si fosse trovato in orbita. Dopotutto, avrebbe dovuto lottare per la sua stessa sopravvivenza, non solo per scoprire la verità, ovviamente.
Il giorno del lancio venne stabilito a una settimana esatta da quella mattina, quindi l’uomo colse l’opportunità per tenersi in forma e proseguì l’addestramento, trasformando i suoi esercizi in compiti sempre più faticosi allo scopo di essere pronto a qualsiasi cosa potesse incontrare lassù. Non c’era nient’altro che potesse fare, in fondo, al di là di quell’attività continua e defatigante che gli teneva alto il tono muscolare quotidianamente.
La giornata stabilita, al momento prefissato, si svegliò di mattino presto, indossò la sua tuta spaziale ed entrò dentro l’abitacolo della navicella già sistemata in posizione verticale, pronta a decollare. Dotata di un razzo principale, chiamato primo stadio, e di due motori, definiti secondo stadio, sei secondi prima del lancio questi ultimi si accesero uno alla volta a distanza di solo pochi millisecondi, quindi alla partenza entrambi divennero pienamente operativi e Yi potè sentire tutta la forza della spinta su di sé.
Per raggiungere l’orbita, la Shenzhou 15 doveva accelerare da una velocità pari a zero fino a 18.000 miglia all’ora, nove volte la velocità raggiunta da un comune colpo di fucile. Per viaggiare tanto velocemente, il veicolo doveva raggiungere un’altitudine tale oltre l’atmosfera terrestre che l’attrito con l’aria non potesse rallentarla o renderla incandescente.
L’intero processo richiese solo sei secondi durante i quali i motori ed il razzo spinsero la navicella a ben 100 miglia orarie. Non appena trascorse il primo minuto, la Shenzhou 15 stava viaggiando ormai ad una velocità pazzesca ed aveva già consumato più di un milione e mezzo di libbre di combustibile.
Dopo circa 1,48 minuti, allorchè il veicolo si trovava a circa 28 miglia d’altezza viaggiando a più di 3.000 miglia orarie, il propellente contenuto nel razzo si esaurì e quest’ultimo venne espulso e lasciato precipitare nell’Oceano Pacifico, lontano dalla costa della Cina del Sud, ove sarebbe stato recuperato da alcune navi speciali della Forza Navale Cinese allo scopo di essere riutilizzato successivamente.
Adesso l’uomo poteva avvertire quella famosa condizione denominata assenza di peso. Era stato addestrato già in passato per quello, tuttavia non potè non essere inebriato dalla stranezza dell’intera cosa. Per il momento non soffriva del cosiddetto “mal di spazio”, sebbene fosse ben consapevole che il malessere avrebbe potuto comparire a breve o molto più in là, addirittura.
“Zero-g è davvero una sensazione stravagante da sperimentare,” pensò Yi, considerando che non vi erano forze quali quelle meccaniche provenienti dal pavimento o da altre superfici che potessero causare alcuna accelerazione, da cui si originasse dunque una sensazione di peso. La gravità artificiale a bordo di una navicella spaziale era ancora molto lontana dall’essere inventata per ora… “Magari la prossima volta che passo da queste parti…” si disse Yi, sorridendo.
Fintantochè la Shenzhou 15 si fosse trovata in orbita attorno alla Terra, l’uomo sapeva che stare in piedi o perfino rimanersene seduto su una sedia non sarebbero state una cosa facile per lui, pertanto doveva tenerlo ben presente ogniqualvolta si muoveva o doveva azionare qualche strumento a manopola di modo da non essere scagliato in avanti troppo lontano o con eccessiva violenza attraverso le due estremità dell’abitacolo. Una tale condizione non era molto d’aiuto alla sua indagine, ne conveniva, ma doveva adattarsi ad essa, comunque.
Dopo alcuni test e varie operazioni richieste dalla procedura, Yi decise di fare una pausa, quindi cominciò ad esercitarsi per tener sempre ben reattivo il suo tono muscolare. Il resto della giornata passò senza nessun particolare fatto degno di rilievo, a parte una certa stanchezza che iniziò a far presa su di lui, pertanto decise di ricorrere ad alcuni medicinali particolari che erano presenti a bordo proprio per tali evenienze.
Poi, non appena Yi terminò la comunicazione con il Centro di Comando della missione giù sulla Terra – dopo aver inviato il suo rapporto e sentendosi ormai pronto per andare a dormire – accadde qualcosa di strano.
All’improvviso, l’abitacolo sobbalzò ed una luce brillante apparve appena fuori dall’oblò. L’uomo si avvicinò alla paratia appena in tempo per dare un’occhiata, un attimo prima che la potente luce scomparisse all’esterno per ricomparire subito dopo all’interno della navicella, esattamente nel punto in cui Yi si era trovato pochi secondi fa.
Ora quella cosa inaspettata lo teneva decisamente separato dal pannello di controllo e di comunicazione che si trovava sul lato opposto. Ma non si trattava di una luce, sembrava piuttosto qualcosa di vivo, una specie di incredibile essere vivente…
“Che diavolo sta accadendo ora…?” fece appena in tempo a dire.
Mentre la forte luminosità cominciò a diminuire d’intensità a poco a poco,Yi fu in grado di guardarlo meglio. Ora la stranissima creatura sembrava un qualcosa di terribile, ibrida, dotata d’ali. Era come se fosse costituita unendo assieme varie parti di animali diversi, in qualche modo incomprensibile. Vi erano pezzi di poiane, insetti morti, perfino delle braccia umane decomposte, e qualcos’altro che non riusciva a riconoscere…
Nonostante la più completa sorpresa, l’uomo mostrò una sufficiente freddezza e padronanza di sé tanto da non mettersi ad urlare a perdifiato, grazie alla sua esperienza ed all’addestramento, anche se la situazione appariva davvero inaspettata e terrificante. Yi era orgoglioso di possedere una buona memoria ed infatti gli sovvenne di aver già visto un qualcosa che gli ricordava una creatura simile anni prima (forse quattro anni addietro?), su un disegno fatto su carta da un vecchio che viveva in una fattoria isolata.
A quel tempo stava investigando con un suo collega circa le testimonianze raccolte su un Oggetto Non Identificato, presumibilmente di natura aliena, ed un ragazzo la cui scomparsa era stata registrata nella medesima area. Il contadino che avevano trovato sul posto era solo un anziano, lo avevano interrogato a lungo riguardo al ragazzo scomparso che – come era stato appurato – stava giocando nei campi prima di dileguarsi nel nulla. Sembrava proprio che il giovane fosse scomparso dalla vista d’un tratto, senza nessuna ragione apparente a parte un lampo improvviso, e tutto ciò che ottennero fu uno strano disegno su un foglietto: una delle tantissime cose incredibili che avevano raccolto nel corso delle loro missioni durante quegli anni.
L’essere era in realtà un Byakhee. L’investigatore umano non poteva conoscere la sua vera natura o il suo nome, naturalmente, ma le antichissime creature come lui era predatori interplanetari che viaggiavano attraverso il vuoto dello spazio tramite metodi sconosciuti, superando di gran lunga la velocità della luce. E si trattava di una delle maggiori minacce che potesse incontrare uno spazionauta là fuori: allorchè discendevano verso la superficie di un pianeta, come la Terra, erano solitamente affamati e si fermavano solo per nutrirsi… pertanto la cosa migliore da fare era evitare di trovarsi sulla loro strada, ad ogni costo!
Yi non avrebbe mai potuto fermare con le sue sole forze quell’essere misterioso che gli stava davanti, ne era ben consapevole. Molto probabilmente, il suo corpo sacrificabile sarebbe stato proprio il combustibile, l’energia rivitalizzante di cui quella creatura abbisognava per poter continuare il suo viaggio attraverso lo spazio. La stessa cosa era accaduta Jian Juhi, lo sfortunato taikonauta che lo aveva preceduto in quel luogo.
Purtroppo, la rotta prefissata per la Shenzhou 15 si trovava esattamente sul percorso di discesa verso Terra di quelle mostruosità, che entravano nell’atmosfera prima di giungere al suolo per perseguire i loro poco rassicuranti propositi, quali che fossero.
Mentre l’orrore si stava impadronendo della sua mente e l’incredibile fetore che proveniva da una tale aberrazione stava riempiendo l’intero abitacolo, aggredendo i suoi sensi e facendolo sentire ormai perduto, l’uomo sapeva che la fine era vicina, sfortunatamente. Yi fu in grado di trattenere il suo respiro per un attimo ancora, un’ultima volta.
Un suono di mandibole affamate ed un sibilo soprannaturale rimbombarono nell’aria, dopodichè tutto fu compiuto. Una tuta spaziale solitaria senza nessun taikonauta all’interno fu tutto ciò che rimase dentro la navicella.
Se solo Xing Yi fosse stato un lettore di storie fantastiche, se avesse apprezzato qualche famoso racconto del genere, forse avrebbe potuto facilmente ricordarsi di quella frase scritta in quel vecchio racconto horror, che dava una precisa descrizione di tale creatura e che narrava esattamente quanto segue:
“Qui svolazzava ritmicamente un’orda addomesticata di ibridi esseri alati [...] non si trattava esattamente di corvi, né di talpe, né di poiane, né di formiche, e nemmeno di esseri umani decomposti, ma erano un qualcosa che non posso e non devo ricordare.”
di H.P. Lovecraft, The Festival