Segnaliamo l’uscita del romanzo fantasy SER LAMPO (242 pagine; 16 euro) di Baccio Emanuele Maineri per Aspis Edizioni, a cura di Enrico Petrucci e con la prefazione di Riccardo Rosati.
Bartolomeo Emanuele (detto Baccio) Maineri (1831 – 1899) fu un poliedrico intellettuale nel contesto di una giovanissima Italia unita. Fu scrittore di discreto successo, ma pure giornalista, bibliotecario, insegnante e, soprattutto, fervente propugnatore dello spirito risorgimentale di marca piemontese, benché fosse ligure d’origine. Fu anche il primo traduttore organico in Italia di Edgar Allan Poe, le cui tematiche tentò di trasporre nella letteratura italiana proprio con il romanzo SER LAMPO, per poi convertirsi dalla letteratura “di genere” a una letteratura più impegnata, potremmo quasi dire “nazional-popolare”.
SER LAMPO è un apologo declinato in chiave fantastica, che, tentando di incorporare tematiche weird nel contesto ottocentesco italiano, racconta di una discesa all’inferno, reale o immaginaria, del protagonista, ospite di un nobile locale che vive isolato e disprezzato dai più in un castello solitario, in campagna: Ser Lampo, appunto. Con il passare del tempo e delle pagine, ci si renderà conto che la communis opinio riguardo al nobiluomo era, come spesso avviene, in errore.
Vi lasciamo con un breve estratto: “Sceso alcuni scalini più basso, Ser Lampo si teneva ritto e silenzioso come una statua, l’occhio nella cavità immane, come invocasse con ferrea volontà la potenza misteriosa che si agitava in quegli avanzi di morte… i teschi aprivano lentamente le ganasce, e per la fosforescenza delle occhiaie si venivano atteggiando in bizzarri modi di gioia e di dolore, d’ira e di dolcezza, di preghiera e di minaccia, di disperazione e di speranza, di scherno e di pieta, di spasimo e di stupore.Ed ecco un rumore curioso, un lungo sospiro d’angoscia uscire dalle loro bocche, che or si chiudevano, ora si spalancavano secondo il raccorciarsi o l’allungarsi della scala, cioè secondo il moto lento, uniforme, che misteriosamente la spingeva all’ingiù; al quale seguiva uno scricchiolio sempre più crescente e infernale, uno stridore cupo e prolungato come quello che viene dalle grandi e potenti macchine motrici dei moderni opifici industriali.
E in tale maniera che si va nel centro della Terra? Pensavo”.
Buona lettura.