Siamo abituati a pensare ai dischi volanti come ad astronavi extraterrestri di forma particolare e per noi ancora inconcepibilmente adatti al volo, magari più consoni a un film di fantascienza che non alla realtà vera e proprio, nonostante i numerosi avvistamenti. Ebbene, tra un po’ invece questi velivoli diventeranno reali e, soprattutto, di origine terrestre. Subrata Roy, professore di ingegneria aerospaziale all’università della Florida, sta brevettando un dispositivo elettromagnetico senza ali e di forma circolare chiamato Weav, ovvero “wingless electromagnetic air vehicle” (che possiamo tradurre in “veicolo aereo elettromagnetico senza ali”).
Il prototipo avrà per ora dimensioni ridotte, solo 15 centimetri di diametro, ma le proporzioni potranno tranquillamente essere ampliate in futuro, una volta effettuati tutti gli esperimenti del caso, con gli stessi effetti e le stesse prestazioni del mini disco volante.
Lo Weav è stato pensato per compiti di sorveglianza e di navigazione, con videocamere e controllo remoto, per cui in futuro potrà anche essere impiegato per l’esplorazione di pianeti, tanto che perfino Us Air Force e Nasa si stanno interessando all’esperimento.
Il disco volante terrestre sarà mosso da un fenomeno definito magnetoidrodinamica, ovvero dalla forza che si genera quando una corrente elettrica o un campo magnetico attraversano un fluido conduttore, che sarà creato dagli elettrodi che ricoprono la superficie del velivolo e ionizzano l’aria circostante trasformandola in plasma. La forza creata dal passaggio della corrente nel plasma respinge l’aria intorno al disco, favorendone così il sollevamento. In parole povere, lo Weav nuoterà nell’aria. L’assenza di parti in movimento, come eliche o propulsori a reazione, dovrebbe garantire affidabilità, silenziosità, un livello nullo di inquinamento e perfino la possibilità del decollo verticale.
A questo punto verrebbe da domandarsi: e se davvero, come dicono alcune teorie, i dischi volanti avvistati finora appartenessero a uomini del futuro che, oltre ad aver implementato questa tecnologia, hanno anche scoperto la macchina del tempo? Tutto è possibile, a conti fatti!
31/08/2008, Davide Longoni