Sull’ultimo numero di “Short Stories”, rivista antologica illustrata di letteratura fantastica delle Edizioni Scudo, intitolato IL FUTURO INCOMBE, troviamo fra gli altri autori anche Roberto Guerra con il suo racconto “1960 – Intelligenza Artificiale”.
Si tratta di racconti sci-fi, scritti nel 2022, in parte ispirati e in stile Isaac Asimov, in parte ispirati in certo modo a “Paperinetti su Marte”.
Come sempre il nostro si segnala per i suoi micro racconti, brevi e minimalisti-futuristi…
Futuristi, per il tema centrale e in primo piano, sul piano sociale, d’ispirazione esplicita al futurismo italiano e nel medesimo tempo alla cosiddetta estetica tecnologica… Come sempre accade con Roberto troviamo punti di contatto con la futurologia transumansita dei vari Riccardo Campa, Stefano Vaj e Giulio Prisco in Italia, oltre agli americani Zoltan Istvan, Max More e Aubrey De Gray.
Abbiamo avuto modo di incontrare Roberto per fargli alcune domande su questa sua nuova esperienza.
ROBY GUERRA… E LA FANTASCIENZA?
Da tempo, ormai scrivo solo fantascienza, che poi è la nuova realtà.
SEI TORNATO A SCRIVERE, DOPO IL PROBLEMA IMPREVISTO DELLA SCORSA PRIMAVERA: DI CHE SI TRATTA?
Ho pubblicato recentemente per la Scudo Edizioni di Giorgio Sangiorgi – illustratore, scrittore ed editore – il racconto lungo “1960 – Intelligenza Artificiale”, vale a dire 15 micro-racconti politicamente scorretti per la rivista “Short Stories”; insieme a me, nello stesso volume, anche Ugo Spezza, Fabio Calabrese e altri, un volume cartaceo di 200 pagine, scaricabile anche on line.
FUTURISMO TRA LE POLEMICHE IN MOSTRA A ROMA: LA TUA IDEA?
Una farsa ancora comunista, come decenni fa: oltre alla mostra, ci sono anche Fiore Ufagrà e Vitaldo Conte; era previsto un bel film su Marinetti, ancora troppo eretico!