PROGETTO ECOPOLIS

Se le più terrificanti previsioni sul riscaldamento globale dovessero realmente verificarsi, come già abbiamo avuto modo di dire, molte città come Venezia, Hong-Kong e Montecarlo, che si trovano nei pressi dei mari e degli oceani, potrebbe scomparire. Quando l’innalzamento delle acque costiere sommergerà queste città a rischio, dove potrebbero trovare rifugio migliaia di persone che non avrebbero alcuna intenzione di spostarsi dai litorali?
La risposta a questa domanda viene dall’architetto belga Vincent Callebaut e dal suo progetto chiamato Lylipad (ispirato all’omonima ninfea dell’Amazzonia) o più precisamente Ecopolis.
Si tratta di una città galleggiante sull’acqua, ecologica e autosufficiente, che potrebbe essere una valida alternativa alle gigantesche dighe progettate per bloccare l’acqua del mare, scelte invece dai Paesi Bassi, dagli Emirati Arabi Uniti e, per certi versi, per arginare anche il problema dell’acqua alta a Venezia.
Ogni Ecopolis potrebbe accogliere ben 50mila persone ed è attrezzata per riciclare i rifiuti, autosostenersi nell’alimentazione con le culture idroponiche e assorbire CO2.
Lylipad City sarebbe rivestita in fibre di poliestere e biossido di titanio e potrebbe abbattere l’inquinamento atmosferico grazie all’utilizzo di energie rinnovabili integrate, utilizzando un misto di solare, eolica, idraulica e da biomasse. Il perno vitale dell’intera struttura è il lago che si trova al centro, che serve anche a raccogliere e filtrare l’acqua piovana.
A completare il tutto, per la gioia dei residenti, sono state studiate tre spiagge e una piccola catena montuosa artificiale.
 

Secondo gli studi di Callebaut, l’Ecopolis galleggiante potrebbe addirittura spostarsi seguendo le correnti marine oppure restare ancorata davanti alla terraferma.

L’unica cosa che l’architetto ancora non ha calcolato sono i costi di un tale immane progetto: probabilmente in questo caso si finirebbe dal mare direttamente alle stelle!

27/12/2008, Davide Longoni