SALVATORE ROSARIO DI COSTANZO

Scrittore, sceneggiatore e regista, Salvatore Rosario di Costanzo lo abbiamo conosciuto grazie al suo primo film “La prigione oscura”. Instancabile e sempre alla costante ricerca di nuove strade da percorrere nel campo del fantastico, abbiamo avuto modo di fare una lunga chiacchierata con lui per conoscerlo meglio: eccone i risultati.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È SALVATORE ROSARIO DI COSTANZO?
Prima di tutto voglio ringraziare LA ZONA MORTA per avermi concesso tutto questo spazio e per essersi interessata a me in modo molto deciso e concreto. Venendo alla domanda… Sono un ragazzo di 23 anni (ad ottobre 24 anni) e fin da piccolo sono stato un appassionato di arte, in particolar modo di cinema. Il primo giocattolo di cui ho piacevole memoria è una piccola videocamera che mi regalarono i miei genitori e con la quale mi divertivo a filmare tutto quello che mi piaceva; in modo specifico adoravo filmare i miei gatti.
Ricordo, inoltre, che passavo ore ed ore a vedermi ogni tipo di cartone animato e di telefilm. I telefilm che ricordo con più piacere sono “Super Car”, “A-Team”, “L’incredibile Hulk” e “Magnum P.I.”. 
La scintilla che ha messo in moto, in modo ancora più concreto, la mia passione per il cinema, ed in modo particolare l’affascinante quanto complesso mondo della regia, è stata l’interessante proposta della tematica di Alfred Hitchcock. Il primo film che vidi del grande maestro del genere thriller fu “Psycho”. A quel punto mi fu chiaro cosa volevo fare nella mia vita. In seguito vidi circa quaranta film di Hitchcock e, ogni film, per me era un’emozione nuova, intensa. Non avevo mai visto film di tale intensità emotiva e così psico-analitici tanto che maturai un’ottica diversa del mondo.
Il cinema di Hitchcock mi fece comprendere cosa volevo fare nella mia vita: il regista cinematografico, in particolare volevo, attraverso le immagini e le tecniche filmiche, testimoniare i problemi della società. Non so come spiegarlo: fui attraversato da emozioni così intense e profonde che capii di poter dedicare tutta la mia vita al cinema, perché con esso sarei stato me stesso e in armonia con i miei principi.
Ho visto una quantità non definibile di film horror di ogni sottogenere: splatter, gore, ecc… a casa ho una piccola videoteca con più di mille VHS originali e registrate dalla televisione, circa 500 DVD originali di film prevalentemente horror.
Da solo mi sono messo a studiare le tecniche dei più grandi registi della storia del cinema horror e non solo. Alcuni film li ho visti per oltre 30 volte pur di capire le tecniche e le tematiche usate in ognuno di essi. Inoltre ho sempre voluto vedere oltre la punta del mio naso, quindi sono sempre voluto arrivare fino all’essenza del film stesso per capire la reale natura di esso. Un ruolo importante nella mia formazione sono stati i libri di Stephen King di cui ho letto più di cinquanta opere; praticamente tutti quelli pubblicati in Italia. Non posso, infine, trascurare di menzionare l’influsso esercitato su di me da Antonio De Curtis (Totò), Stan Laurel & Oliver Hardy che con il genere horror non hanno nulla a che fare, ma che con la loro vena umoristica sottile mi hanno sempre emozionato perché la loro comicità è talmente pura e originale che mi ha sempre incantato ed ammaliato. Oggi basta dire una qualsiasi brutta parola davanti una macchina da presa per far ridere, mentre le loro gag erano attentamente studiate e pensate affinché anche la persona più triste del mondo potesse se non ridere almeno sorridere assistendo al loro spettacolo.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI NEL CAMPO DEL FANTASTICO?
Con piacere… la mia prima opera è stato un romanzo horror fantastico intitolato “LA MINIERA” che ho scritto assieme a mia moglie Brunella ed editato da Talkies Fiction. Ho subito tratto dal mio stesso libro un soggetto e una sceneggiatura cinematografica denominati con lo stesso nome del libro. In essi la storia varia in qualche piccola parte ma in cambio si accresce di scene fantastiche ed è ancora più ricca di suspence e di splatter.
Subito dopo ho scritto il soggetto e la sceneggiatura di un nuovo film intitolato “CALMA IRREALE”. Anche quest’opera è prettamente horror con una fortissima suspence ed una visionaria fantasia circa la presenza di un gruppo di ragazzi che, senza neanche capire come, si ritrovano in un piccolo paese abbandonato e distrutto, sito in mezzo a un enorme lago. Questo paese abbandonato risulterà poi una sorta di mega trappola infernale.
Nel campo letterario, ho scritto un saggio di riflessioni sulla Divina Commedia di Dante Alighieri nel quale spiego come l’immensa opera del sommo poeta può essere ancora nel nostro tempo lo specchio di una parte della società.
Poi ho subito continuato a scrivere soggetti e sceneggiature componendo “THE EROS’ CURSE” , “LA GENESI DELLA MORTE” e “PORNO WORLD”; quest’ultimo di genere drammatico che, tramite varie storie, attraversa e mostra il mondo dell’hard in tutta la sua pienezza e direi tristezza.
Infine, nei 10 mesi in cui siamo dovuti stare fermi con la lavorazione del film “LA PRIGIONE OSCURA”, ho scritto il soggetto e la sceneggiatura di un altro film intitolato “SHADOWS UNFORGIVEN ROOM”. In questo ho scaricato tutta la mia rabbia ed il mio malessere interiore che stavo vivendo, creando così il più violento film che abbia mai scritto. Anzi consentitemi di dire che, secondo me, è il film più violento ed efferato che il genere horror ricordi.
Purtroppo molti miei soggetti e sceneggiature non ho ancora potuto proporle a nessuna casa di produzione perché il lavoro che “LA PRIGIONE OSCURA” ha richiesto è stato troppo intenso e faticoso per potermi concentrare anche ad altri progetti. Però, adesso che il film è terminato, posso finalmente farlo.
LA TUA ULTIMA FATICA È “LA PRIGIONE OSCURA”, UN LUNGOMETRAGGIO HORROR IN CERCA DI DISTRIBUZIONE. CE NE VUOI PARLARE?
“LA PRIGIONE OSCURA” è stato un film molto sofferto, sudato e complesso in tutte le sue fasi di lavorazione. Ogni fase fin dalla pre-produzione ha avuto centinaia di problemi che, per fortuna, siamo riusciti a risolvere nei migliori modi possibili. È un film certamente originale che parla di una storia, all’apparenza, come tante, ma che in realtà è molto più complessa ed articolata di quello che può sembrare. Creare la fusione tra sogno e realtà è stato molto complesso sia durante le riprese sia durante il montaggio perché ogni singola scena, anche se spostata in un altro momento filmico o semplicemente accorciata di qualche frame, può avere tutt’altro significato. Invece ogni immagine è studiata per avere un preciso significato; alcune hanno una sottile quanto nascosta metafora. Addirittura nel film vi sono, nell’arco di tutti i 108 minuti, piccoli indizi per capire in modo ancora più preciso non solo la trama quanto tutti i risvolti psico-analitici dei personaggi e dell’essenza del film stesso.
Quello di cui vado più orgoglioso è la ritmica filmica perché sono più che sicuro di essere riuscito a creare un ritmo che fa sempre più appassionare lo spettatore al film. 
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL FANTASTICO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Per me le tematiche horror sono le più belle perché sono le più veritiere e reali tematiche del nostro tempo. Inutile nascondersi sotto un velo di ipocrisia; la violenza è parte integrante dell’uomo. Ricordo che incontrai una donna, mia vicina di casa, che aveva letto il mio libro “LA MINIERA” e si era scandalizzata perché aveva letto dei cinque gatti decapitati e dissanguati.
Io credo che al TG sia a pranzo sia a cena si senta molto di peggio. Il mondo è pieno di orrori e di violenza ma non vengono comunicati nelle vere motivazioni per una sorta di schifosa morale.
Il genere horror non solo mostra la violenza in tutto il suo aspetto quanto cerca di entrare nel fondo del problema e prova a trovare una sorta di ragionamento critico di tale fenomeno. Tutti i film che scrivo, come “LA PRIGIONE OSCURA” che ho diretto, vogliono mostrare la cruda violenza e far vedere le conseguenze di tanto male al fine di far comprendere che l’esistenza, la vita è un bene enorme e nessuno dovrebbe osare porre o creare sofferenze ad altre vite, se si vuole parlare, oggi, di civico progresso.
SCRITTORE, ATTORE, REGISTA E MOLTO ALTRO ANCORA. COSA VUOL FARE IN REALTÀ “DA GRANDE” SALVATORE?
Da grande mi piacerebbe continuare a fare quello che ho fatto finora; lavorare nel cinema. Sicuramente le categorie che vorrei maggiormente vestire sono quelle del regista e dello sceneggiatore-soggettista. Anche perché in altri film certamente non potrò ricoprire più tante cariche lavorative come ho fatto ne “LA PRIGIONE OSCURA”. In questo film ho svolto molte mansioni perché il budget era basso e non si poteva chiamare altro personale a lavorare.
Comunque in altri film ci sarà bisogno di consulenze al di fuori delle mie primarie preparazioni e sono pronto ad eseguirle con il massimo impegno e con il massimo della professionalità.
SEI UN GRANDE APPASSIONATO DI MUSICA METAL E ROCK. PER QUESTO HAI VOLUTO UNA COLONNA SONORA DI UN GRUPPO DEATH-METAL?
È vero sono un fanatico del metal e del rock perché li ritengo generi reali e lontani dai falsi miti e dalle banali ipocrisie. Inoltre i testi delle canzoni parlano sempre di argomenti molto importanti e su cui sarebbe bene soffermarsi; il genere metal è una specie di genere horror per il cinema; sono due generi che raccontano la realtà invece che stupidità e scemità come altri generi di musica che oggi vanno per la maggiore.
Tutte le canzoni dei CLINICAMENTE MORTI sembravano essere state composte per il mio film perché andavano subito in sincronia con la parte video e poi i loro testi si riuscivano a fondere molto bene con la trama e la tematica del film. Senza dubbio posso affermare che il film avrebbe perso un po’ della sua intensità senza i loro brani musicali.
I CLINICAMENTE MORTI sono un gruppo straordinario che farà molta strada e spero in futuro di lavorare ancora con loro.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Non cerco l’ispirazione, è lei che viene da me… mi spiego meglio con un esempio… quando cercavo una trama per “LA PRIGIONE OSCURA” avevo alcune idee ma nessuna mi convinceva molto fino a quando non mi rividi per la tredicesima volta “SHINING” diretto da Stanley Kubrick. Appena rividi la scena del sangue che cadeva a fiume in piena nella hall dell’albergo, la mia mente formulò subito le scene della cascata di sangue nel corridoio rosso e la scena della fuoriuscita di sangue nel lavandino, quando Beatrice dopo l’incubo va in bagno. Intorno a queste due semplici immagini che mi vennero magicamente in mente creai tutta la trama. Quindi la scintilla che fa partire il motore della mia mente può stare vicino a me per giorni ma solo in un frangente, in un piccolo istante vedo quell’oggetto, quel paesaggio, quell’immagine sotto una nuova luce ed è proprio in quell’istante che la mia mente elabora rapidamente tante sequenze d’immagini che possono aver a che fare con l’oggetto appena visto o in alcuni casi non hanno proprio nulla a che fare con esso.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
I progetti per il futuro…appena “LA PRIGIONE OSCURA” andrà in distribuzione riprenderò in mano tutti i miei progetti che ho accantonato e vedrò quale è più fattibile e cercherò di portarlo a compimento. Mi auguro che nei miei futuri progetti avrò il sostegno di alcuni addetti ai lavori in modo che il prodotto finale sia artisticamente e qualitativamente sempre migliore.
Nel mio cassetto ci sono molti sogni tra i quali uno è poter continuare a realizzare film fino a che il fisico e la mente me lo consentiranno.
Mi auguro di poter aprire ogni tanto il mio cassetto e di poter realizzare uno ad uno tutti i miei sogni. Con la realizzazione de “LA PRIGIONE OSCURA” uno di questi già l’ho già realizzato.
PER GLI ALTRI TI AUGURIAMO… IN BOCCA AL LUPO!
06/09/2008, Davide Longoni