Roberto Curti è uno studioso competente e appassionato del nostro cinema di genere, collabora con Blow Up e al Mereghetti, ha scritto un’interessante monografia su Tonino Valerii e il fondamentale Sex and violence – percorsi nel cinema estremo (Lindau, 2003), insieme a Tommaso La Selva. Fantasmi d’amore – Il gotico italiano tra cinema, letteratura e TV (500 pagine; 32 euro; Lindau) è una vera e propria bibbia, indispensabile per tutti i cultori del gotico, quel cinema nostrano caratterizzato dalla presenza di cripte, cimiteri, tombe scoperchiate, castelli cadenti, scienziati pazzi, servitori storpi, teschi e scheletri, passaggi segreti, streghe, vampiri, visioni di morti scarnificati, balli con musica d’altri tempi e quadri che ricordano antenati scomparsi. Curti non si limita al cinema, ma opera riferimenti colti di tipo letterario, sottolineando l’importanza del melodramma, della letteratura scapigliata e decadente, ma anche della poesia sepolcrale inglese. Il gotico mette la figura femminile al centro della scena, presta grande attenzione al mito del vampiro, dà importanza al bianco e nero, ma anche a una colorazione soffusa.
I primi film gotici italiani portano la firma di due grandi autori come Mario Bava e Riccardo Freda, che con La maschera del demonio (1960) e I vampiri (1957) dettano le basi fondanti del genere. I vampiri è universalmente considerato il primo film horror italiano e si ricorda come la data di nascita del gotico cinematografico. Il gotico lascerà il posto agli spaghetti western, ma non scomparirà del tutto e vivrà una seconda giovinezza in alcune pellicole minori degli anni Settanta e Ottanta.
Negli anni Sessanta il gotico fa furore anche nella letteratura di bassa lega, nei fumetti neri e porno – horror, nei classici di Dracula, nelle collane pulp della Ediperiodici e nei fotoromanzi di Killing. La televisione non è indenne dal fascino dell’orrore, molti gli sceneggiati importanti che attraggono il pubblico: Il segno del comando e Ritratto di donna velata non sono che due esempi. Il gotico mette in scena vizi e perversioni, sadismo e lato oscuro dell’animo umano, grazie a sceneggiatori come Ernesto Gastaldi che scrivono opere intense e piene di colpi di scena come L’oscuro segreto del dottor Hichcock, La frusta e il corpo, La cripta e l’incubo. Scrittori classici come Le Fanu vengono saccheggiati a piene mani dagli autori del gotico italiano, al punto che Carmilla, perverso vampiro al femminile, è un personaggio che troviamo modificato in tutte le salse possibili e immaginabili.
Nel suo libro Curti parla anche di tecnica e fa capire come il gotico segni la nascita dello zoom nel cinema di genere, per semplificare la preparazione delle inquadrature e velocizzare le riprese, eliminando i carrelli.
Roberto Curti ci regala un’opera straordinaria, cinquecento pagine zeppe di dati, considerazioni, appunti, annotazioni critiche, curiosità che faranno la felicità dei cultori ma anche dei semplici appassionati di una materia meritevole di un serio approfondimento. Il prezzo è un piccolo difetto, ma non dipende dall’autore: 32 euro sono eccessivi per un libro in brossura, stampato in digitale e su carta scadente. Vero che è un lavoro dedicato a una nicchia, ma est modus in rebus…