Adam insisté: “Ti possiamo aiutare, Loer, daremo sostanze nutritive assimilabili al tuo corpo.”
Il Lacerta scosse la testa: “E poi, cosa ne farei di quel brano di vita strappato all’agonia? Trascorrerei il resto dei miei giorni con l’immagine del Nemico che faceva a pezzi la mia famiglia e impalava i guerrieri del mio Staigh? Annuserei per sempre nell’aria la puzza del sangue marcio sulle forche? Sono stanco Adam, lasciami andar via da qui. Voglio riunirmi al mio Staigh nell’altra vita.”
“Come vuoi, amico mio. È la tua volontà che conta. Ma se ci ripensi anche all’ultimo momento, io sarò pronto a riprenderti.” Rispose Adam.
Adam si accomodò sul tronco imponente.
Yann si sedette accanto.
“Sei stato il primo Lacerta ad abitare Erat.” Cominciò “E ora gli Staigh sono divenuti una parte essenziale di questo mondo. I ruggiti reali e i cinguettii dei vostri bambini completano gli orizzonti delle fredde terre del Nord… Yann, Erat è anche tua. Erat essendo di tutti, non è di nessuno. Pensa alla tua famiglia, al mondo, ai tuoi amici, ma non lo fare per gratitudine. Sii libero, Yann, sempre. Se io ti ho preso in braccio quando sei arrivato qui, l’ho fatto solo per l’emozione che mi ha regalato, non c’era nulla dietro. Ora, ascoltami bene.”
Yann si concentrò sulle parole
“Allora ti lascio un segreto, amico mio. Il segreto più profondo degli Uomini.”
Il Lacerta sentì una grande tristezza mista a un senso d’intimità mia provato prima con l’Uomo.
Adam continuò: “Il primo soffio della creazione di Erat è custodito in un luogo preciso. È il suo spartito composito, il più importante, perché contiene, oltre all’originale, i temi degli “altri”. Il Nemico mira a rubare il segreto di questo primo soffio. Vuole rapire gli accordi che hanno dato vita alla musica dell’Inno di Erat. Così sta facendo su ogni mondo da lui conquistato. Cerca in modo avido gli “accordi” della Creazione per poterne carpire il segreto e soggiogare la materia alle sue volontà. Il soffio della vita è custodito presso ciò che gli Uomini chiamano Derema.” Nel frattempo il disegno sulla neve di Adam si era ampliato, divenendo un’opera complessa, con linee che formavano labirinti e strani motivi sinuosi “Guarda questa mappa. Ora non ci capisci, lo so, ma ti si fisserà nella memoria. È un antico linguaggio proveniente dai tempi degli Eoni, usato dai Maestri Cantori per trasmettersi le Poesie. Questi segni parlano direttamente alla tua anima. Non c’è bisogno di impararne il significato, già lo conosci.”
Yann si piegò per osservare il disegno di Adam, abbagliato nello stupore di quel discorso.
“Ora il segreto per raggiungere la Derema è passato nel cuore di un Lacerta.” Disse l’Uomo “Ma non ti obbligheremo a difenderla, se non te la sentirai. Scegliere la vita è un diritto superiore a qualsiasi causa. Però in caso decidessi di farlo, qualora gli Uomini si fossero già estinti, adesso hai le chiavi per raggiungerla, nascondervi la tua famiglia e porre al Nemico una barriera.” Adam si alzò in piedi. Il vento spazzò via la mappa, e la neve tornò immacolata come era sempre.
“È un atto di grande fiducia nei miei confronti, Adam, non ne sono degno, io qui sono un ospite.”
L’Uomo: “No, tu sei di Erat come Erat è tua. Siete stati ospiti discreti e con criterio avete disposto delle risorse su questo mondo. Ora siete parte integrante di noi e di Erat. Ed è giusto che oltre agli Uomini anche i Lacerta conoscano il segreto della Derema. Ma fa’ attenzione, la Derema è anche una grande responsabilità. La sua conoscenza comporta la presa in carico dell’intero sapere umano e dell’aura di consapevolezza che circonda la natura. Cedere il segreto della sua ubicazione senza necessità in mani incoscienti potrebbe comportare una catastrofica conseguenza.”
Yann mise i suoi occhi in quelli di Adam, esprimendo alla muta domanda: “Cosa accadrebbe?”.
Adam rispose: “L’emigrazione della Linfa da questo mondo. E quindi la condanna a esistere senza la sua forza. Alla Linfa concessi uno spartito dell’Inno, perché mi concedesse a sua volta di passare dal Grande Vuoto alla Materia Vivente. E la Derema è l’antico calderone in cui la Linfa provò l’Inno per concedermi la mossa. Se dovesse cadere in mani senza coscienza la Linfa capirebbe che siamo tutto morti e che qualcosa di indegno è penetrato in Erat.”
Ravan fra i Re si alzò, era in incredulo:“Yann è inaudito! nella Derema c’è ancora traccia della Linfa?”
“Adam mi ha detto questo, amici miei.” Aggiunse Yann “Noi siamo gli ultimi Rettili dell’Adamath a coesistere con la Linfa.”
“Pensavamo fosse trasmigrata al momento della Catastrofe!” se ne uscì Hoyd
“È evidente che le speranze di rimanere liberi non sono molte, ma neppure inesistenti, amici.” Replicò Yann.
Hoyd si levò in piedi e parlò di un’idea: “Signori, mettiamo insieme un esercito di Resistenza. Non più gruppi autonomi che lavorano il nemico sui fianchi, causandogli solo un fastidioso affaticamento momentaneo. Non più una guerriglia sparsa fra gruppi armati che costellano le foreste. Se agiamo come un organismo unico e pensante, potremmo raccogliere al meglio le forze per procurare al Nemico ferite e danni notevoli. Un esercito di Lacerta, signori, con questo potremmo fermare l’avanzata dell’orda bianca.”
“I Lacerta non sono militari, Re Hoyd, non hanno mai posseduto un esercito organizzato.” Intervenne Arwhin “Ammettiamo di crearne uno, dal nulla, domani stesso. Potremmo anche vincere la guerra contro il Nemico e poi? Saremmo tutti concordi una volta terminata la sua funzione nello scioglierlo, o qualcuno potrebbe camparvi diritti per diversi motivi, come il suo valore nell’averlo condotto, o l’attaccamento dei soldati al loro generale? E chi riuscisse a trattenere le fila armate tutta per sé, cosa potrebbe fare di noi?”
“Regina Arwhin, non hai fiducia nel Consiglio?” Ruggì Hoyd “Hai accettato questa riunione perché i Re decidessero assieme sull’avvenire di questa guerra. E ora ci sfiduci?”
“Avverto solo della pericolosità di un esercito unico, Re Hoyd! Chiedo si discuta anche del destino di una simile struttura una volta terminata la guerra.”
“L’evenienza della vittoria è un’ipotesi remota, mia Signora.” Disse Yann.
“Lo è pure l’accentramento totale del potere da parte di un generale solo. Ma una lontana speranza non è un’impossibile futuro.” Replicò.
Hoyd ridisse seccato dal tono della Regina: “ Dunque non c’è altro da decidere, signori miei, dobbiamo bloccare il passo della Montagna Centrale al Nemico, costi quel che costi, non deve raggiungere la Derema.” Aggiunse sicuro di sé Hoyd.
“Come vorresti creare quest’esercito, Re Hoyd?” chiese Arvan con una voce raschiata dalla stanchezza “Sai che le nostre armi sono solo pezzi di legno appuntiti, mentre il Nemico possiede l’energia del sole in un ordigno grande come un pugno. È capace con quella diavoleria di stravolgere persino lo scorrere del tempo.”
“Lo so di cosa disponiamo, Re Arvan!” ribadì seccato “Ma se dovessi decidermi fra una decina di frecce del mio Staigh e lo sciame di miriadi provenienti da tutti gli Staigh liberi, preferisco la seconda scelta!”
“Il tempo incalza, amici, dobbiamo procedere alla decisione.” Ricordò Yann
Arwhin: “Ciò che oggi decideremo, se dovessimo resistere al Nemico sino alla sua sconfitta, riecheggerà nelle azioni di domani.” Disse con un tono sibillino.
“Se quello che decideremo oggi ci porterà alla liberazione, l’eco si trasformerà nell’inno della nostra libertaà, Regina Arwhin” replicò Hoyd
“Un Inno per cosa? Per un popolo libero, o per una nazione di Lacerta, un nuovo ordine sociale simile a quello del Nemico stesso?”
Yann intervenne, incalzando: “Il pericolo ci è addosso, amici. Traiamo le nostre decisioni, dunque.”
Ecco come si diede vita al primo e ultimo Esercito dei Lacerta.
Yann era sul punto di elencare quanti guerrieri potesse inviare oltre se stesso, quando Hoyd , Arvan e gli altri lo fermarono: “No, Re Yann, tieni i cacciatori nel loro legittimo Staigh. La difesa ultima della Derema è un compito che dobbiamo affidarti. Adam ha concesso a te la mappa per trovarla, e pensiamo lo abbia fatto perché in te c’è la volontà di dare il tuo ultimo respiro per questo segreto. Perciò ti chiediamo di rimanere coi tuoi a guardia diretta della Derema.”
Yann non voleva infrangere la sua parola: ogni Re avrebbe accettato le conclusioni decise dalla maggioranza. Quindi accettò la proposta del Consiglio.
Non sapeva che da lì a poco un nuovo dilaniante attacco avrebbe distrutto quasi tutto il suo Staigh. Questa volta il Nemico sganciò sul suo territorio di caccia un ordigno i cui vapori appestarono ogni angolo di terra, avvelenando tutto, dalle acque dei ruscelli sino alle radici delle piante.