ARRIETTY, IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Karigurashi no Arrietty

Anno: 2010

Regia: Hiromasa Yonebayashi

Soggetto: dalla serie di racconti fantasy per ragazzi di Mary Norton

Sceneggiatura: Hayao Miyazaki

Direttore della fotografia: Atsushi Okui

Montaggio: Rie Matsubara

Musica: Cécile Corbel

Character design: Hiromasa Yonebayashi

Produzione: Toshio Suzuki

Origine: Giappone

Durata: 1h e 34’

TRAMA

Sho, adolescente trascurato dai genitori e con gravi problemi di salute, va a vivere nella vecchia casa della famiglia materna con la prozia in attesa di affrontare un intervento al cuore dal dubbio esito; nelle mura della stessa casa vive una famiglia di prendimprestito, sorta di elfi senza poteri magici, con case in miniatura, che vivono nutrendosi degli avanzi e sottraendo oggetti inutili per gli umani. Sho si accorgerà della presenza di Arrietty e cercherà di stabilire con lei un contatto, mentre la governante della casa ha deciso che vuole catturare questi piccoli esseri che vivono a sbafo. Arrietty e i suoi genitori dovranno lasciare una casa non più sicura, mentre Sho affronterà l’intervento e la vita con più speranza e coraggio, rievocando poi da adulto come voce narrante la sua esperienza.

NOTE

Trasferendo l’azione del romanzo originale di Mary Norton (autrice anglosassone di romanzi per ragazzi, tra cui il celeberrimo Pomi d’ottone e manici di scopa) dall’Inghilterra degli anni Cinquanta al Giappone di oggi, lo studio Ghibli di Hayao Miyazaki, che stavolta resta alla produzione lasciando la regia a Hiromasa Yonebayashi, realizza un altro gioiellino, una fiaba capace di incantare partendo dalla realtà di tutti i giorni, dalle cose semplici e quotidiane presenti e date per scontate nella vita di tutti.

Si parla anche questa volta di rapporti tra le generazioni, della diversità, dell’infanzia e adolescenza come età fondamentali, ma la magia nasce dalle pareti di una casa vecchia, sospesa tra Oriente e Occidente, in cui una cucina diventa un luogo temibile da attraversare per recuperare una zolletta di zucchero e una cavalletta un mostro da affrontare.

L’idea, d’accordo, non è di Miyazaki e dello studio Ghibli, ma come viene resa nel film è figlia della loro concezione della fantasia e della narrazione, e tra le righe si legge una critica feroce del consumismo, ancora più netta rispetto al libro forse anche perché il mondo di oggi è ben diverso e per certi versi peggiori di quello in cui Mary Norton ha scritto il suo libro, sempre più incentrato sullo spreco, e quello che per noi è insignificante può diventare qualcosa di unico e magico per qualcun altro, come uno spillo che diventa una spada per Arrietty o una vecchia casa di bambole che diventa un palazzo sontuoso per i prendimprestito.

Come sempre impeccabile la ricostruzione di ambienti, tra una casa vecchia e magica senza bacchette e libri incantati, e il verde intorno, una giungla per Arrietty e i suoi genitori e un luogo di pace per Sho e il gattone dell’anziana zia, prima nemico dei prendimprestito e poi loro alleato.

La colonna sonora stavolta è stata pensata per un mercato internazionale, con la presenza dell’artista bretone Cécile Corbel, che ha cantato le canzoni in varie lingue, italiano compreso.

Arrietty è stato campione d’incassi in Giappone e in Francia. In Italia, come sempre, è stato penalizzato da un mercato che vede come degna di nota solo l’animazione, ormai spesso computerizzata, a stelle e strisce, uscendo in un numero di sale limitato, solo nei grandi centri, e con orari pomeridiani che hanno escluso molto del pubblico potenziale.

Elena Romanello