La regina del fantasy italiano, dopo essere stata presente anni fa sulle nostre pagine, ci svela i segreti della sua nuovissima saga, I regni di Nashira, edita da Mondatori: ecco a voi Licia Troisi, che non necessita certo di ulteriori presentazioni.
CIAO, LICIA. PRIMA DI TUTTO GRAZIE MILLE PER L’ATTENZIONE CHE CI DEDICHI. COM’È STATO PER TE DISTACCARTI DAL MONDO EMERSO DOPO BEN TRE TRILOGIE, E DEDICARTI A UN UNIVERSO COMPLETAMENTE NUOVO?
Di sicuro non è mancata una po’ di nostalgia, e parecchia paura, visto che ho “vissuto” nel Mondo Emerso per dieci anni, ed è stato con i libri ambientati lì che ho conosciuto il successo. Però ho provato anche un bel senso di libertà; in fin dei conti sentivo di aver esplorato a sufficienza il Mondo Emerso, e percepivo il bisogno di un posto nuovo, “vergine”, nel quale lasciare la fantasia completamente libera.
PENSI DI AMBIENTARE ANCORA QUALCHE STORIA NEL MONDO EMERSO, IN FUTURO, OPPURE NO?
Non saprei. Al momento ho voglia di parlare d’altro e indagare Nashira, ma in qualche modo sento che il Mondo Emerso non è un capitolo chiuso. D’altronde lo sto continuando a frequentare grazie alla nuova serie a fumetti ambientata lì, scritta da Andrea Iovinelli e disegnata da Massimo Dall’Oglio, e che esplora un momento della vita di Nihal di cui ancora non si è parlato.
NE I REGNI DI NASHIRA ABBIAMO UN NUOVA EROINA: TALITHA, UNA RAGAZZA FORTE E RIBELLE. IN QUALI TRATTI TALITHA ASSOMIGLIA ALLE TUE PRECEDENTI EROINE? E IN QUALI INVECE SI DIFFERENZIA DI PIÙ?
Per certi versi, come tipologia di personaggio, è affine ad Amina e Nihal, soprattutto per quel che riguarda l’irruenza. Si distacca però da Nihal perché è meno prona all’autocommiserazione, e rispetto ad Amina è più matura. Mi sembra comunque abbastanza diversa da Adhara e Dubhe, che erano personaggi per certi versi più passivi, che avevano bisogno di un pungolo per gettarsi nell’azione.
QUALE, TRA LE EROINE CHE HAI CREATO FINORA (NIHAL, DUBHE, ADHARA), TI ASSOMIGLIA DI PIÙ?
In verità quella che mi è più simile non vive nel Mondo Emerso, ma nel nostro mondo, ed è Sofia. Nel terzetto che hai citato, invece, non saprei esattamente chi scegliere: ognuna di loro rappresenta una diversa fase della mia vita. Nihal è la mia adolescenza, Dubhe il primo contatto col mondo adulto, Adhara la mia difficoltà a definirmi.
PARLACI UN PO’ DI TE. COSA FAI QUANDO NON PENSI ALLA SCRITTURA? CHE TIPO DI PERSONA SEI E COME VORRESTE DIVENTARE IN FUTURO?
Il tipo di persona che non si ferma mai. Faccio sempre un sacco di cose e sono piena di interessi: sono una mamma, una moglie, un’astrofisica, un’appassionata di fumetti, di cinema, faccio foto, preparo dolci… Ho un cervello che ha un po’ di difficoltà a concentrarsi su una sola cosa per volta.
QUALI SONO LE DIFFERENZE E LE SOMIGLIANZE TRA IL MONDO EMERSO E IL MONDO DI NASHIRA?
L’unica vera somiglianza è l’ambientazione pseudo medievale, anche se nel caso di Nashira in realtà avevo in mente qualcosa di più vicino al ‘500-‘600. Per il resto, penso che la differenza sostanziale (a parte le cose ovvie, tipo i Talareth e la geografia) sia nel ruolo che la religione ha nella società, e nell’organizzazione sociale stessa. In fin dei conti, il Mondo Emerso era un posto nel quale le differenze sociali non erano eccessivamente marcate e in cui la religione giocava un ruolo tutto sommato marginale. Nashira è invece un mondo rigidamente gerarchizzato, e nel quale la religione è uno strumento di potere e controllo delle masse assai potente. Per altro, c’è tantissimo di Nashira che ancora non si è visto, e che emergerà pian piano nei prossimi libri.
A COSA TI SEI ISPIRATA PER LA CREAZIONE DI QUESTO NUOVO MONDO?
L’idea di base mi è venuta dall’astrofisica: avevo voglia di creare un pianeta, e che orbitasse intorno a due stelle. L’altra idea chiave è la scarsità dell’aria, che è venuta fuori da una discussione per assurdo che ho fatto con Sandrone Dazieri l’anno scorso. Poi il resto è stata conseguenza delle premesse di base. Non credo comunque di essermi ispirata a nulla di specifico.
COME NASCONO I TUOI LIBRI E COME ORGANIZZI IL LAVORO QUANDO NE SCRIVI UNO?
C’è una prima fase durante la quale semplicemente lascio le idee in libertà, appuntando sul computer quelle più promettenti. Poi, quando mi sembra di aver raggiunto una massa critica, mi siedo alla scrivania e metto ordine, cercando di delineare una trama e dei personaggi. Quindi scendo via via nel dettaglio, prendendo appunti su tutto quanto possa servirmi per raccontare la storia, e diventando sempre più sistematica man mano che procedo. Poco prima di iniziare a scrivere devo avere non solo le schede dei personaggi principali, del mondo e delle sue caratteristiche, ma anche una scaletta con la descrizione di ciò che accade capitolo per capitolo. Sono ovviamente schemi molto elastici, e infatti tra la prima stesura e il libro finito le cose cambiano a volte anche in maniera drastica, ma mi servono per avere una traccia e non perdermi.
CON IL SOGNO DI TALITHA VUOI LANCIARE QUALCHE MESSAGGIO PARTICOLARE?
Credo che il libro parli del conflitto tra singolo e collettività. In qualche modo la società cerca di catalogarci, mentre il potere vorrebbe renderci incapaci di pensare con la nostra testa e ubbidienti. Questo è a maggior ragione vero per le donne, almeno in questo periodo storico, nel quale i modelli femminili proposti sono davvero pervasivi. Talitha rappresenta proprio la rottura, il desiderio di essere se stessi e realizzarsi come persone al di là del sesso e dei dogmi.
PER QUANDO È PREVISTA L’USCITA DEL SECONDO VOLUME DE I REGNI DI NASHIRA?
Penso per l’autunno del prossimo anno. In linea di massima l’idea è quella di far uscire un volume della saga all’anno.
GRAZIE ANCORA E A PRESTO.