I BLEMMI

I blemmi erano un’antica popolazione nomade, storicamente esistente, di razza etiope e di lingua camitica che per secoli abitò la Valle del Nilo e il Mar Rosso. Conosciuta da tutti gli altri popoli mediterranei per l’eccessiva bellicosità, i blemmi vennero descritti come esseri senza testa con gli occhi e la bocca posti sul ventre o sul torace.

Già in epoca romana, Plinio nella sua Naturalis Historia ne dà una descrizione quanto mai mitizzata e suggestiva dicendo che “Blemmyis traduntur capita abesse, ore et oculis pectore adfixis” ossia che “i blemmi non hanno la testa ma gli occhi e la bocca posti sul ventre e sul torace” (V, 44-46). Non è da meno nella sua descrizione Pomponio Mela - geografo romano del I secolo – che nella sua opera più nota sostiene che “i blemmi non hanno teste, ma hanno le facce sul petto” (Chorogràphia, 1.8, 57-58).

La fama di questa popolazione, però,  pare non riguardasse soltanto il bacino del Mediterraneo. Si parla, infatti, dei blemmi anche nel canone pali buddhista (la più antica collezione di testi buddhisti fatta risalire al I secolo a.C) nel quale si racconta di creature infernali “con occhi e bocca sul tronco”.

Sant’Agostino stesso racconta di averne visti personalmente alcuni quando era di ritorno da uno dei suoi viaggi apostolici in Etiopia. E ancora di loro si parla a proposito del fatto che questi abbiano attaccato ripetutamente fra XIII e XV secolo i numerosi insediamenti urbani collocati nell’Africa settentrionale.

Addirittura William Shakespeare nell’Otello sfrutta questo mito facendo nominare  al protagonista della sua tragedia gli “uomini ai quali cresce la testa sotto alle spalle” (Atto I, scena III, versi 145).

Ad ogni modo, così come è stato possibile trovare una spiegazione razionale per gli sciapodi – che si diceva fossero esseri mitologici con una sola gamba  e un enorme piede – anche per i blemmi l’origine del mito ha una risoluzione quanto mai semplice. Questa tribù guerriera pare fosse  solita utilizzare scudi decorati o protezioni per il torace sui quali venivano raffigurate facce mostruose con fattezze demoniache. Queste ultime, dunque, da lontano incutevano un tale timore nei loro avversari dando l’impressione che i blemmi non avessero la testa o semplicemente non avessero il collo e che testa e torace fossero una cosa sola.

Giusy Tolve