Ha una personalità estrosa ed eclettica che sperimenta la propria creatività utilizzando differenti linguaggi artistici e interessandosi a molteplici tematiche culturali. Il suo nome d’arte è Lukha B. Kremo al secolo Gianluca Cremoni Baroncini. Livornese, classe 1970, laureato in Storia medievale. Ha vissuto per molti anni a Milano, con una parentesi di qualche anno all’estero (Nigeria ed Emirati Arabi). Attualmente vive a Torriglia, in provincia di Genova. Docente di lettere e storia nelle scuole superiori, apprezzato scrittore di fantascienza (nel 2010 ha mancato per un soffio – classificandosi al secondo posto ex aequo con il romanzo Trans Human Express - il prestigioso Premio Urania Mondadori). Ideatore e curatore di fanzine di successo, con la rivista Avatar nel 2002 ha ricevuto il Premio Italia Fantascienza per la “Migliore rivista amatoriale”. E’ collaboratore della nota rivista di science fiction Robot. Ma il Nostro si occupa anche di musica d’avanguardia. L’ultimo cd dal titolo Adamantes Immortalis Sunt, pubblicato lo scorso anno, mescola vari ritmi dall’elettronica sperimentale e dance a sonorità esoteriche. Inoltre, la poliedricità di Lukha B. Kremo si esprime attraverso performance poetiche, di arte visiva e mail-art. I suoi diversificati interessi culturali e artistici lo hanno portato anche a diventare uno dei componenti maggiormente attivi del movimento letterario Connettivista. Ed è proprio da qui che inizia la nostra conversazione.
QUAL E’ LA SUA DEFINIZIONE DI CONNETTIVISMO?
La definizione che ho dato alla nota sull’antologia del movimento Frammenti di una rosa quantica è quella in cui mi rifugio quando mi si fa questa domanda.
Nel libro Crociera nell’infinito di Alfred van Vogt, il Nexialism era un’immaginaria dottrina nella quale i “connettivisti” si occupavano di ristabilire le connessioni tra le competenze e le conoscenze tra una disciplina e l’altra.
Il carattere dell’interdisciplinarità rappresenta bene lo stile e le intenzioni dei “connettivisti”. Si tratta di un punto di vista fondamentale per comprendere la complessità del nostro tempo, caratterizzato dal sapere specialistico, autoreferenziale. In questo modo il sapere diviene strumento di controllo del potere.
Naturalmente, questa è una caratteristica che si può trovare in molti scrittori contemporanei. Si può però aggiungere che la fantascienza, e in particolare la nuova fantascienza, coniugando cultura scientifica e umanistica, abbia maggiori potenzialità di essere interdisciplinare.
Oltre a ciò, si deve comunque aggiungere l’attenzione che, nei propri lavori, il movimento pone sulla crescente importanza della connettività nella società contemporanea. Le nuove tecnologie, di cui la fantascienza si occupa fin dalla sua nascita, vanno sempre più di pari passo con il livello di reciproca connettività. Se, prima, una nuova tecnologia apriva orizzonti in un certo campo del sapere, oggi una tecnologia è legata indissolubilmente ad altre tecnologie e apre nuove prospettive in tutta la sfera del sapere, e ciò c’induce a immaginare conseguenze anche psicologiche e interiori.
RIPERCORRIAMO UN PO’ DI STORIA DEL MOVIMENTO. COME NASCE L’IDEA, QUANDO E CON CHI.
Il movimento nasce online nel 2004, su tre blog ospitati da Splinder, dove i tre fondatori Sandro Battisti, Giovanni De Matteo e Marco Milani, pubblicano il Manifesto nella notte del “solstizio buio” tra il 21 e il 22 dicembre 2004.
Io mi unisco a loro l’anno successivo, ma c’è un’altra bizzarra coincidenza, anzi “connessione”: senza sapere nulla di loro, avevo adottato la stessa notte solstiziale come momento simbolico di fondazione della N/azione kaotica (una simulazione artistica di nazione indipendente) e Sandro Battisti, avendone avuta notizia, aveva dato la notizia sul suo blog. Soltanto un anno dopo ci accorgemmo della coincidenza.
IL CONNETTIVISMO E’ UN MOVIMENTO APERTO. QUANTI SCRITTORI VI ADERISCONO E SU COSA SI STA LAVORANDO?
Sì, è aperto. Infatti preferisco la sineddoche “connettivisti”, che inquadra meglio il gruppo. Il “nocciolo duro” è composto da dieci/quindici persone ma il numero aumenta molto se si considera chi si sente parte del movimento, anche se collabora saltuariamente. Non essendo il contabile del gruppo (che non credo esista), non saprei quantificarli.
Questo vale anche per i progetti dei “connettivisti”. Se ne fai parte sei al corrente, ma succede anche che alcune iniziative riguardino una parte del movimento, e quindi il progetto verrà a conoscenza solo nel momento della vera realizzazione.
Naturalmente, io partecipo alla maggior parte delle iniziative, per cui le dico che stiamo lavorando al nuovo numero della rivista NeXT (giunta al numero 17), alla prossima NeXTCon (a Milano nel 2012) e a una nuova antologia.
COME COMPONENTE ATTIVO DEL GRUPPO QUALI ATTIVITA’ HA SVOLTO?
Ho collaborato a diversi numeri di NeXT, su cui ultimamente curo una rubrica di musica (Bit_Mood). Ho curato la seconda antologia del Movimento (Frammenti di una rosa quantica), e pubblicato con la Kipple le antologie Avanguardie futuro oscuro e la silloge Concetti Spaziali, Oltre. Ho collaborato come scrittore ogni qual volta me lo hanno chiesto, per il sito www.next-station.org, per NeXT, e per tutte le antologie e ho dato il mio contributo con reading, performance e presentazioni alle NeXTCon.
RICORDO CHE IN UNO DEGLI INCONTRI ORGANIZZATI A MILANO NEL CORSO DEL NEXTCON AL DELOSDAYS – KERMESSE ITALIANA TENUTA NELLO SCORSO GIUGNO E DEDICATA ALLA FANTASCIENZA E AL FANTASTICO- SI DISCUSSE DEL RUOLO DEI “CONNETTIVISTI” IN LETTERATURA. IN PROPOSITO QUALCUNO SOSTENEVA CHE FOSSE LIMITATIVO PARLARE DEL VOSTRO IMPEGNO ESCLUSIVAMENTE NELLA SCIENCE FICTION. E COSI’? VI SENTITE TROPPO STRETTI IN QUESTO MONDO?
Certamente sì. Molti di noi leggono e si riferiscono ad autori contemporanei che poco o nulla hanno a che fare con la science fiction. Per esempio Don DeLillo, o Thomas Pynchon. In ogni caso, stiamo analizzando il rapporto tra Connettivismo e mainstream, anche se è tutto in divenire, ed è giusto chesi affronti il mainstream con la dovuta cautela, senza abbandonare mai del tutto la science fiction.
IL CONNETTIVISMO E’ RIUSCITO IN QUALCHE MODO A INFLUENZARE IL RINNOVAMENTO E IL DIBATTITO NELLA LETTERATURA FANTASCIENTIFICA, NELL’ARTE O IN ALTRI CAMPI DELLA CULTURA?
Per il momento, sicuramente il dibattito della fantascienza italiana.
PARLIAMO DELLA SUA ATTIVITA’ DI CREATIVO: LEI E’ IMPEGNATO SU VARI FRONTI. COME SI DEFINISCE?
Come si definisce uno che scrive racconti e romanzi di fantascienza (connettivista), pubblica cd di elettronica sperimentale, compone quadri con materiali informali, si esibisce con performance, reading e concerti e ha fondato una “N/azione” come atto artistico (nazione come azione)? Io lo definirei artista.
SCRITTURA, MUSICA, ARTE: IN QUALE DI QUESTE TRE DISCIPLINE ESPRIME AL MEGLIO LA SUA PERSONALITA’?
La mia personalità è espressa al meglio dalla musica, ma è la scrittura, per sua natura, che riesce in generale a descrivere in modo più analitico gli autori. Il filo rosso è un fil di ferro che troppo spesso è mancato in passato. La società odierna è artisticamente molto più connessa di quelle che l’hanno preceduta. Essere eclettici aveva una connotazione negativa che parlando dell’arte odierna non ha più senso.
COSA SIGNIFICANO PER LEI NARRATIVA, POESIA, MUSICA, ARTE?
In parte, oltre che espressioni artistiche, strumenti. Oggi si parla di narrativa lirica, di poesia prosaica, reading, poetry slam, eccetera. Sono tutte espressioni artistiche ibride, che rappresentano bene la nostra contemporaneità. In passato soltanto l’opera ha saputo racchiudere in modo eccellente le arti. Oggi è necessario riappropriarsi delle arti per costituire un’opera, completamente nuova nella struttura, che non sia succube delle tradizioni operistiche, ma che rappresenti gli aspetti più contemporanei e avanguardistici di ogni arte.
QUALI TRA SCRITTORI, MUSICISTI E ARTISTI L’HANNO INFLUENZATA MAGGIORMENTE?
Quelli che mi hanno influenzato non sono necessariamente quelli che amo di più. L’influenza di William Gibson, Dan Simmons e della New Wave sono quelle più evidenti, ma, per quanto mi riguarda, il più influente è Robert Alson Wilson, l’autore della Trilogia degli Illuminati.
I SUOI ROMANZI SULLA FANTASCIENZA D’AVANGUARDIA (IL GRANDE TRITACARNE, GLI OCCHI DELL’ANTI-DIO, TRANS HUMAN EXPRESS) HANNO AVUTO IMPORTANTI RISCONTRI. I PRIMI DUE SONO STATI FINALISTI AL PREMIO URANIA MONDADORI, MENTRE TRANS HUMAN EXPRESS E’ GIUNTO AL SECONDO POSTO EX AEQUO NELL’EDIZIONE DEL 2010. I TESTI HANNO UN’IDEA CHE LI ACCOMUNA…
Sì, ricorrono gli stessi temi, e personaggi simili. E’ forte l’idea di una “fine del mondo”, di un rinnovamento spirituale, quindi tematiche sociali.
COSA STA SCRIVENDO IN QUESTO PERIODO?
Ho scritto alcuni racconti e terminato il nuovo romanzo Caravaggio in 3D, utilizzando la stessa idea di base di Trans Human Express, ho dato un taglio più “leggero” cercando di far dialogare la letteratura con i videogame (storici, in questo caso), come è già successo nel cinema e, nell’Ottocento, tra la fotografia e la pittura.
COME FORMA DI SCRITTURA PREDILIGE IL ROMANZO O IL RACCONTO? DOVE SI ESPRIME AL MEGLIO E PERCHE’?
Nel romanzo mi esprimo meglio, perché spesso mi trovo ad affrontare tematiche ambigue, personaggi incerti e trame nascoste, che sono più a loro agio in un romanzo.
SI OCCUPA ANCHE DI SAGGISTICA. COME CONSIDERA LA LETTERATURA FANTASCIENTIFICA CONTEMPOREANEA IN GENERALE E ITALIANA IN PARTICOLARE?
A questa domanda servirebbero una cinquantina di pagine di risposta. Ma due concetti è possibile esprimerli: la fantascienza ha sempre influenzato la nostra società molto più di quanto è successo per altri generi. E la fantascienza italiana, dopo aver subito per anni il fascino e l’influenza anglosassone, si è svincolata dalla fine degli anni Ottanta, creando romanzi e saghe originalissime, senza ricevere però un adeguato riconoscimento da editori e lettori, che la relegano ancora in un angolino.
LEI E’ PRESIDENTE E FONDATORE DELLA “N/AZIONE OSCURA KAOS-SF”. COSA RAPPRESENTA: UNA METAFORA ANARCHICA, UNA TROVATA GOLIARDICA O UN MODO DI PENSARE A UN MONDO GOVERNATO DALLE ARTI?
La “N/azione” (trasformata in “NeoRepubblica di Torriglia” da quando vivo in questo Paese) è, strettamente, un’azione artistica parodistica. Quindi ha le caratteristiche che di solito ha un’opera d’arte (anche se “azione”): comunica, e spesso è satirica. Quindi è goliardica, ma seria, assurda, ma molto realistica, anarchica, ma anche dittatoriale, è una satira parodistica, quindi parte da elementi comici, passa attraverso lo scimmiottamento delle assurdità insite nelle “società nazionali” fino ad arrivare a fare un lavoro serissimo quando informa su fenomeni semisconosciuti o addirittura nascosti da alcuni media (esemplare è il dossier sul “Land Grabbing”).
LA “KIPPLE OFFICINA LIBRARIA”, DELLA QUALE LEI E’ UNO DEGLI EDITORI, E’ MOLTO ATTIVA NEL CAMPO DELL’EBOOK. QUALI SONO LE PROSPETTIVE DI MERCATO?
Al momento in Kipple siamo in quattro, oltre a me c’è Sandro Battisti, Francesco Verso e Luigi Milani. Per quanto riguarda la casa editrice già un anno fa vendevamo più eBook che libri cartacei. Siamo stati primi in assoluto tra gli eBook più venduti su Amazon.it per una settimana questo dicembre 2011 (e siamo ancora nella Top10). Tenendo conto che Amazon ha la maggioranza del mercato in Italia, potremmo dire che abbiamo avuto l’eBook più venduto d’Italia. Nella fantascienza abbiamo stabili i primi due posti. Abbiamo appena raggiunto i 1500 eBook venduti e ci accingiamo a raggiungere i 2000. Direi che c’è poco da aggiungere. L’editoria telematica è un po’ osteggiata da chi detiene il mercato di quella cartacea, naturalmente. Ma dal 2010 qualcosa è cambiato, e nel prossimo futuro sarà una realtà conosciuta da tutti.
UN’ALTRA PARTE FONDAMENTALE DELLA SUA VITA E’ QUELLA CHE DEDICA AL MONDO DELLA SCUOLA, DA INSEGNANTE. CHE APPROCCIO HANNO I GIOVANI CON LA LETTERATURA?
Io lavoro in una scuola privata. Quelli del mattino, figli svogliati che sono a scuola obbligati da genitori ottusi (che dovrebbero invece far assaggiare loro una bella catena di montaggio o un call center), brucerebbero ogni libro che contiene parole scritte (quindi anche i fumetti, a meno che non siano solo immagini). Nei corsi serali, ci sono invece i ventenni e i venticinquenni che escono appunto da catene di montaggio e call center che si sono pentiti e amano qualsiasi cosa si proponga loro. Allora: chi è più bravo a far comprendere il valore della letteratura: la scuola con i suoi programmi con il Metastasio (!), o le catene di montaggio?
RITIENE CHE I PROGRAMMI E I METODI SCOLASTICI SIANO CONSONI ALLE NUOVE GENERAZIONI ?
No. Né i programmi né i metodi sono al passo con i tempi.
COSA PENSANO LE GIOVANI LEVE DELLA LETTERATURA FANTASCIENTIFICA E COSA FA LEI PER AVVICINARLE A TALE GENERE?
La letteratura di fantascienza è quasi sconosciuta al di fuori di una certa cerchia. Il cinema invece no. Ho già risposto: per i giovani il cinema deve essere propedeutico alla letteratura.
UN’ULTIMA DOMANDA. CI SAREBBE QUALCOSA CHE PROPORREBBE -ANCHE COME PRESIDENTE DELLA “NEOREPUBBLICA DI TORRIGLIA”- AL NUOVO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELLA RICERCA E DELL’UNIVERSITA’, FRANCESCO PROFUMO, PER ARRICCHIRE IL RAPPORTO SCUOLA- GIOVANI- LETTERATURA-ARTE?
Sì! Suggerirei stage formativi al cinema, visite interattive alle mostre (l’arte interattiva è propedeutica), corsi di sceneggiatura, corsi di videogame e storia del videogame. Sono troppo avanti?