Autore del recente volume “La verità sui cerchi nel grano – Tesi e confutazioni di un fenomeno discutibile”, Leonardo Dragoni è da sempre un appassionato e un esperto di fenomeni misteriosi… come lui stesso ci racconta in questa chiacchierata.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO: CHI È LEONARDO DRAGONI E QUALI SONO LE TUE ATTIVITA’ IN QUALCHE MODO LEGATE AI FENOMENI MISTERIOSI?.
Il mio curriculum “professionale” è piuttosto variegato (e in parte presente nelle note sull’autore), ma ciò che qui interessa credo sia il fatto che sono da sempre appassionato del fenomeno dei cerchi nel grano, e nel 2005 ho fondato il sito “cropfiles.it”, che tutt’ora dirigo e che è specializzato su questo tema. Tramite questo sito, con cui cerco di fare informazione dando voce a tutte le opinioni qualificate, ho anche presentato numerose pubblicazioni online, interviste, ricerche, studi e approfondimenti inerenti alla tematica dei crop circles. Inoltre ho visitato personalmente diverse formazioni apparse in Italia, avendo anche collaborazioni con alcuni ricercatori e gruppi di ricerca, e con riviste di settore. Mi confronto assiduamente con molti “colleghi” (italiani e internazionali), ricercatori ed esperti in questo ambito (alcuni dei quali già noti al grande pubblico). Ovviamente ho anche letto la gran parte della bibliografia e della letteratura esistente sui crop circles, alla quale da qualche giorno si aggiunge un mio libro, che spero apporti un contributo alla comprensione di questo fenomeno.
COME E’ NATA QUESTA PASSIONE?
La curiosità per i c.d. fenomeni misteriosi la ho sin da piccolo, non ricordo neppure come sia nata. Presumo, come per molti di noi, vedendo un film, leggendo un articolo di giornale o rivista, ascoltando un racconto. La curiosità specifica sui cerchi nel grano nasce invece una decina di anni fa, perché allora mi sembrava – tra tutti i fenomeni misteriosi – quello più inspiegabile e al tempo stesso tangibile, alla portata di tutti (chiunque può visitarne uno, fotografarlo, prelevare una spiga ecc). Ho iniziato così a leggere articoli di riviste di settore, a vedere documentari, a visitare siti, a leggere libri, a confrontarmi con persone esperte (o considerate tali), e a visitare crop circles, scoprendo mese dopo mese, anno dopo anno, degli aspetti sempre nuovi ed intriganti. La curiosità è diventata passione, e la passione studio. Oggi credo – senza falsa modestia – di avere una competenza piuttosto avanzata su questa tematica. Però, proprio a causa della conoscenza sempre più approfondita che ho gradualmente maturato in questi anni, il mio punto di vista si è poco a poco evoluto, ed è radicalmente cambiato rispetto a dieci anni fa. Ho scoperto che questo mistero continua ad essere molto fruibile e tangibile, ma di inspiegabile non ha (ahimè) quasi nulla.
RECENTEMENTE È USCITO IL TUO LIBRO INTITOLATO “LA VERITA’ SUI CERCHI NEL GRANO”. VUOI PARLARCENE?
Volentieri, anche se è difficile farlo in poche righe, ed è altrettanto difficile che l’oste parli male del proprio vino. Cercherò comunque di essere il più sintetico e oggettivo che mi sia possibile. Innanzi tutto è un libro nato – vedi sopra – da una grande curiosità, divenuta passione, e trasformatasi nel tempo in studio e approfondimento. Ad un certo punto di questa evoluzione mi sono reso conto di aver collezionato molto materiale, indagini, esperienze. Mi sono anche reso conto che tutto questo bagaglio mal si conciliava con la letteratura precedente e con la divulgazione che mediamente (e mediaticamente) viene rappresentata su questo fenomeno. Così ho deciso di farne un libro, che faticosamente ha di recente trovato un editore disposto a pubblicarlo. Il mio editore si occupa anch’egli di cerchi nel grano, ed ha una opinione pressoché antitetica alla mia, tanto da voler fare una premessa al mio manoscritto. Citerò allora le sue parole, sicuramente meno sospette delle mie: “L’encomiabile lavoro di ricerca e studio dell’Autore ha portato alla realizzazione di questo libro che per la sua completezza non può mancare nella libreria dello studioso come in quella del semplice appassionato dei Cerchi nel Grano. Ogni possibile teoria è stata analizzata per poter scoprire la causa del fenomeno”. E’ infatti questo il primo scopo di questo libro: informare, e divulgare una informazione corretta, dotta, approfondita. Tutte le principali spiegazioni (una decina, a cui corrispondono altrettanti capitoli) ad oggi fornite dalla letteratura mondiale per far luce su questo mistero vengono illustrate ed esposte in modo puntuale, per poi essere confutate dal sottoscritto. Alla fine l’unica tesi che fatica ad essere confutata in modo convincente è quella a cui dieci ani fa non avrei dato credito, quella più semplice e banale: quella che vuole i crop circles come opere dell’ingegno dell’uomo. La seconda parte del libro è invece un esame approfondito su nove casi particolari, che mi furono segnalati come “esemplari” (per la loro misteriosità e presunta non-convenzionalità) da stimati ricercatori di fama nazionale e mondiale, in una intervista che condussi nel 2008. Anche qui emergerà che la realtà è stata rappresentata in un quadro distorto e approssimativo. Affrontando questi nove casi riemergeranno anche le varie tesi illustrate e confutate teoricamente nella prima parte del libro, consentendomi di applicare il contradditorio ad un caso pratico e concreto. Qui la confutazione, prima svolta su un piano teorico-concettuale-culturale, diviene esempio concreto e indagine specifica.
COME MAI HAI OPTATO PER UNA SORTA DI SAGGIO CHE SI OCCUPI DI “TESI E CONFUTAZIONI DI UN FENOMENO DISCUTIBILE”, COME SI LEGGE NEL SOTTOTITOLO?
Soprattutto perché credo che questo fenomeno sia sì curioso e discutibile, ma troppo spesso mal discusso, mal rappresentato, mal divulgato. Era necessario, a mio avviso, un approccio saggistico, per dare al tema lo spessore che merita. Era necessario deviare dalla strada delle approssimazioni e delle mistificazioni; anche da quella della promozione di nuove fantastiche teorie, di cui i cerchi nel grano sono da sempre vittime. Se anche i pittogrammi fossero opera di alieni (come molti ancora ritengono), credo che questi ultimi preferirebbero sentirsi chiamati in causa da argomenti autorevoli e scrupolosi, e non viceversa speculativi o folkloristici. Per fare ciò è necessario prima di tutto informare (“tesi”) e poi procurare un affidabile contraddittorio alle tesi presentate (“confutazione”). Invece, sui cerchi nel grano, è molto frequente incappare in documentazioni che soffrono di ciò che potremmo chiamare un bias, cioè la distorsione dei risultati cagionata dal condizionamento delle aspettative. In casi deteriori assistiamo perfino alla selezione di brandelli d’informazione, abbelliti con abili manovre di trucco e parrucco, affinché poi si sposino con conclusioni sensazionali. Questo modo di procedere non mi sembra accettabile, né soprattutto utile.
QUAL E’ LA TUA OPINIONE PERSONALE IN MERITO AI CROP CIRCLES?
È complessa e semplice ad un tempo, esattamente come lo sono i crop circles stessi. Ritengo infatti sia un fenomeno complesso per quanto riguarda il retroterra emotivo e sociale al quale è ancorato, per la curiosità che lo circonda, per l’enorme mole di speculazioni cui ha dato adito e quella altrettanto esorbitante di dibattiti a cui ha saputo (e sa) indurre persone di ogni ceto sociale e sensibilità intellettuale. Ritengo sia invece molto più semplice di quanto si possa immaginare da un punto di vista della mera realtà effettuale, o esecutiva. Mi rendo conto che può sembrare semplicistico e onirico sostenere che poche persone, armate di sole corde e tavole di legno, possano realizzare disegni così imponenti, perfetti e bellissimi, visibili solo dall’alto, nel giro di poche ore, per giunta di notte. Sembrava inverosimile anche a me. Nel mio libro cerco di spiegare (e di dimostrare) perché non è così, essendo invece molto più dozzinale e surreale addurre motivazioni extra-terrene o non convenzionali facendo leva sulle apparenze e sulla suggestione. Non vorrei però apparire dogmatico o facinoroso (qualcuno direbbe impropriamente “cicappiano”), né propormi come colui che ha definitivamente risolto l’arcano. Concordo nel dire che alcuni aspetti legati a questo fenomeno sono e restano curiosi. Mi reputo una persona open mind, e ben disposta a dialogare su basi possibiliste. Purché siano frutto di argomenti consistenti e non di ordinarie mistificazioni. Chi volesse soffiare sul fuoco del mistero potrebbe perfino trovare in me un alleato. Dovrebbe prima però mostrarmi la fiamma, e farmi sentire che brucia.
QUINDI NESSUNA, TRA LE IPOTESI NON CONVENZIONALI SULL’ORIGINE DEI CERCHI, TI HA MAI CONVINTO? AD ESEMPIO È MOLTO ACCREDITATA L’IDEA CHE NELLA CREAZIONE DEI CROP CIRCLES SIANO COINVOLTE FONTI DI CALORE (IRRAGGIAMENTO-MICROONDE). COSA PUOI DIRCI A RIGUARDO?
Molte ipotesi non convenzionali sulla scaturigine dei crop circles riescono ad affascinarmi, ma nessuna è convincente. L’ipotesi dell’irraggiamento è forse la più persuasiva. Vanta molte frecce al suo arco, e una seria e vastissima documentazione di supporto. Detto sinteticamente e in parole molto povere, è accaduto che sulle spighe di alcuni pittogrammi sono stati riscontrati degli allungamenti dei nodi apicali, i quali furono poi riprodotti artificialmente su spighe inserite in comuni forni a microonde. Sono state riscontrate anche delle cavità di espulsione sui nodi, dovute presumibilmente all’aumento di pressione, a sua volta dovuto all’aumento di temperatura (fino ad ebollizione) dei liquidi interni alla pianta, fino a causare la esplosione del nodo. Sono state riscontrate anche tutta una serie di presunte anomalie minori, che ora tralascerei per non dovermi dilungare troppo. Fatto sta che si ritiene che la causa di tutte queste bizzarrie debba ricercarsi nell’intervento di una fonte di calore, proprio come un forte irraggiamento alle microonde. Un importante gruppo di ricerca americano (BLT Research Team Inc.) avrebbe anche riscontrato (tramite diffrazione ai raggi X) una maggiorata cristallizzazione di alcuni minerali argillosi in corrispondenza di un crop circle. Ciò implicava che questi minerali erano stati esposti a una fonte di calore superiore ai 6.000 gradi celsius per diverse ore. Ebbene, se accettassimo queste argomentazioni, dovremmo però almeno spiegare come mai questo irraggiamento, così forte da far bollire l’acqua all’interno degli steli provocando delle cavità, o addirittura da modificare la cristallizzazione dei minerali, non incendi il campo di grano e neppure tramortisca la piantagione, la quale viceversa rimane illesa e le sue spighe rimangono in vita continuando a crescere. Ecco che la scienza, di cui si è cercato di avvalersi fino a questo punto, viene accantonata e si ricorre alla fantasia e al fideismo, sostenendo che evidentemente questo irraggiamento viene realizzato da “forze sconosciute” e selettive (cioè agiscono miracolosamente solo su alcuni nodi di alcune spighe lasciando intatto tutto il resto). Forze aliene? Che agiscono magari tramite misteriose sfere di luce, note in letteratura come Balls of Light, su cui però ora non mi dilungo per ovvi motivi di spazio. A me suona come poco convincente. Esiste invece una scienza, che si chiama agronomia, che fornisce delle spiegazioni naturali per cui i nodi (soprattutto apicali) di una spiga allettata si gonfiano e piegano (tecnicamente ginocchiano) fino a rompersi (= cavità di espulsione, non di rado riscontrate anche in aree esterne alla formazione) e soprattutto si allungano. Questi fenomeni sono noti come “fototropismo” e “gravitropismo”, e non è affatto vero – come sostengono alcuni – che l’allungamento nodale dovuto a fenomeni di tropismo (a differenza di quello dovuto a irraggiamento) sia quantitativamente ridotto ed avvenga in tempi medio-lunghi. È semmai l’irraggiamento a non causare allungamenti nodali, bensì il mero avvizzimento (fino alla morte) della pianta. In questi termini l’argomento è certamente involuto, richiederebbe delle spiegazioni ben più dettagliate. Spero comunque di aver reso l’idea senza dilungarmi troppo. Anche tutte le altre ipotesi non convenzionali presentano dei punti oscuri, e delle assunzioni che – a ben vedere – non reggono ad una seria confutazione. Inoltre è assai frequente che i dati a sostegno di queste ipotesi vengano forniti in modo impreciso, e le misurazioni (quando vengono svolte) non risultano attendibili per diverse ragioni. Quindi no, nessuna delle ipotesi non convenzionali mi ha purtroppo mai convinto. Non solo sul piano teorico e concettuale, ma – cosa più grave – anche su quello empirico e pratico del metodo e della raccolta-analisi-presentazione dei dati.
QUALI SONO I FENOMENI MISTERIOSI, OLTRE A QUELLO DEI CERCHI NEL GRANO, CHE PIU’ TI APPASSIONANO?
Mi appassiona tutto ciò che sembra andare oltre l’immanente o che suggerisce scenari inesplorati. Mi appassiona anche tutto ciò che è arcano, di difficile spiegazione, occulto. I fenomeni misteriosi hanno tutti – per definizione direi – queste caratteristiche. Mi appassiona l’ufologia, l’astronomia, l’origine dell’Universo, l’archeologia, l’esoterismo, il triangolo delle Bermuda, le piramidi, l’isola di Pasqua, l’antimateria, e chi più ne ha più ne metta. Sono però passioni amatoriali, da neofita, che un giorno spero di approfondire. Detestando la superficialità, ciò che realmente mi appassiona è infatti il poter riflettere in modo profondo su informazioni ed ipotesi puntuali, coerenti e competenti; cosa che credo di poter fare solamente riguardo i cerchi nel grano, sui quali vanto una esperienza e una conoscenza molto più approfondite.
A QUALE IN PARTICOLARE VORRESTI ESSERE PROPRIO TU A DARE UNA RISPOSTA O ALMENO A PROVARNE LA VERIDICITA’?
Sarebbe fantastico poter dare una risposta certa e definitiva a uno di questi misteri, a prescindere che sia io o altri a darla. Da parte mia credo di aver dato alcune risposte, limitatamente ai cerchi nel grano. Se non altro sgomberando il campo da molti equivoci, approssimazioni e luoghi comuni. È tutto ciò che chiedevo a me stesso.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Che sui cerchi nel grano (ma anche sui fenomeni misteriosi in genere, e perché no su tante altre cose) si faccia meno sensazionalismo e più informazione di qualità, corredata da una divulgazione seria ed imparziale. Può sembrare poco, ma credo sarebbe rivoluzionario. Questo è un mio sogno. Riguardo i progetti nel cassetto, personalmente non ne ho di specifici per l’immediato futuro. Sicuramente continuerò a coltivare le mie passioni, e a cercare degli spazi di approfondimento e di confronto (come questo, per il quale vi ringrazio).
E NOI OVVIAMENTE RINGRAZIAMO TE PER LA GENTILEZZA, LA CHIAREZZA E LA DISPONIBILITA’. A PRESTO.