Insondabile e fascinosa, altera e sensuale. E’ questa l’immagine di Barbara Baraldi nei servizi fotografici su magazine e giornali. In realtà basta parlarci, o ascoltarla nelle presentazioni dei suoi libri, per capire che è una ragazza estremamente amabile e per questo ancora più incantevole. Scrittrice di indubbie doti, affacciatasi da qualche anno sulla scena letteraria italiana, i suoi romanzi – appartenenti per lo più al genere cosiddetto “gotico” – sono molto seguiti dai lettori e apprezzati dalla critica di genere. Sebbene ancora giovane, la scrittrice emiliana, nata a Mirandola in provincia di Modena, ha già un notevole numero di titoli pubblicati, alcuni di questi tradotti all’estero. L’elenco è lungo, pertanto ricordiamo i romanzi più noti: “Lullaby- La ninna nanna della morte” (ed. Castelvecchi 2010), la fortunata saga “Scarlett” edita da Mondadori, e “La bambola dagli occhi di cristallo” (ed. Castelvecchi 2011) nuova versione de “La bambola di cristallo”, già pubblicato nel 2008 per la collana “Giallo Mondadori”.
Quella di Barbara Baraldi è una scrittura agile ed essenziale, priva di superflue divagazioni, che accompagna con abilità il lettore attraverso trame torbide, atmosfere oscure e passioni tormentate.
Nella conversazione che segue abbiamo provato a far emergere a tutto tondo, interessi e pensiero dell’autrice.
HA INIZIATO A SCRIVERE DI MISTERO PER CASO O PER VOCAZIONE?
È stato più forte di me. Nonostante le mie letture siano sempre state principalmente legate alla narrativa “pura”, raccontare storie per me equivale a svelare un mistero, anche quando si tratta di una storia d’amore.
COSA LA ATTIRA DEL MISTERO E QUAL E’ IL SEGRETO DELLA SUA SCRITTURA?
Il fascino del mistero risiede nella capacità di stimolare la creatività e l’immaginazione, è l’attitudine a stupire, a meravigliare.
QUANDO E COME HA DECISO DI DIVENTARE UNA SCRITTRICE?
Il giorno che qualcuno mi ha detto: “Sei brava a raccontare storie, perché non le scrivi?”. Mi inventavo storie per i miei fratelli più piccoli, ma non avevo mai pensato di scriverle. In verità, all’epoca non avevo nemmeno un computer. Ne ho comprato uno di seconda mano e lo uso ancora, anche se comincia ad avere qualche anno di troppo e sbuffa come una vecchia locomotiva!
DA DOVE TRAE ISPIRAZIONE PER I SUOI ROMANZI O RACCONTI?
Dalla realtà che mi circonda, anche per gli aspetti fantastici. Qualsiasi cosa può essere una fonte di ispirazione, anche un fermacarte. E poi sono una lettrice compulsiva, e divoratrice di film e serie tv di ogni genere.
QUANTO E’ IMPORTANTE NEI SUOI SCRITTI LA SFIDA TRA IL BENE E IL MALE?
Bene e male sono le due componenti essenziali di ogni essere umano, e sono i conflitti interiori a innescare le trame.
RITIENE DI LANCIARE UN MESSAGGIO NEI SUOI LIBRI. QUALE?
Scrivo libri che mi piacerebbe leggere, costruisco realtà alternative e lascio che sia il lettore a trarre eventuali riflessioni personali.
OGNI AUTORE HA UN PROPRIO APPROCCIO CON IL LAVORO. COME SI SVOLGE LA SUA GIORNATA DA SCRITTRICE?
Mi alzo presto al mattino e, dopo una buona colazione con un bel sottofondo musicale, mi siedo alla mia postazione al pc e comincio a scrivere. Faccio qualche pausa fino all’ora di pranzo. Se c’è la possibilità, mi piace fare lunghe passeggiate nella campagna vicina al paese dove abito.
SCRIVERE PER LEI E’ UNA GIOIA, UNA MISSIONE, UN COMPITO DIFFICILE O UNA PROFESSIONE?
Scrivere mi fa guadagnare da vivere, ma la considero prima di tutto una vocazione.
HA MAI PENSATO DI FARE ALTRO NELLA VITA?
Ho fatto molto altro, prima di diventare scrittrice a tempo pieno. Ho avuto diverse occupazioni, e cercavo di svolgerle con creatività quando possibile.
COME NASCONO I SUOI LAVORI?
Da un’intuizione. Di solito parte tutto da una scena. Per “Scarlett” ho immaginato la protagonista correre sotto la pioggia fino a entrare nella biblioteca, dove viene aggredita da una creatura soprannaturale. Da lì è iniziato tutto. Nel caso di “Lullaby”, è nato tutto da una scena ambientata in un pomeriggio assolato, con la luce che entra soffusa attraverso le persiane abbassate, e due ragazze molto diverse l’una dall’altra che ballano insieme un tango di nostalgia sulle note della canzone dei Cure. Nel caso de “La bambola dagli occhi di cristallo”, invece, la scena che ha dato origine al romanzo è proprio la prima, che vede la killer in azione. Vedendo l’efferatezza delle sue azioni, mi sono chiesta chi fosse, e quale fosse il motivo della sua ferocia.
QUANTO CONTA L’INDAGINE PSICOLOGICA DEI PERSONAGGI NEI SUOI TESTI?
La chiave per la riuscita di un personaggio penso sia nella psicologia, e cerco di fare in modo che esca senza forzature.
TRA I VARI GENERI DI CUI SI OCCUPA QUAL E’ QUELLO CHE PREDILIGE?
Racconto la storia che mi chiama, e di solito non mi pongo questioni di “genere”. Quelle vengono sempre dopo, perché comunque l’editore ha bisogno di catalogare i libri da proporre ai lettori. Ho difficoltà io stessa a definire il genere dei miei romanzi! Mi appassionano le belle storie, a dispetto del genere in cui vengono inserite. Alcuni aneddoti divertenti: “Lullaby” era considerato troppo letterario per essere un noir, “Scarlett” troppo realistico per essere un fantasy, e “La bambola dagli occhi di cristallo” per alcuni è un thriller gotico, per altri un giallo “argentiano”.
LEI SI E’ ANCHE DEDICATA IN PASSATO ALLA NARRATIVA NON DI GENERE. HA PROGETTI IN TALE DIREZIONE?
Il mio prossimo libro, “Un sogno lungo un’estate” che uscirà a marzo per Einaudi, è un romanzo di narrativa “pura”, così come lo è il mio romanzo d’esordio, “La ragazza dalle ali di serpente”, uscito nel 2007 per un piccolo editore.
QUALI SCRITTORI O SCRITTRICI, E QUALI TITOLI, AMA DI PIU’ COME LETTRICE?
Mi vengono in mente “La bambina del bosco degli elfi” di Vanna De Angelis, “Esche vive”di Fabio Genovesi, “Marina” di Carlos Ruiz Zafon e “22/11/63” di Stephen King.
C’E’ UNA NARRATRICE, ITALIANA O STRANIERA, TRA LE CONTEMPORANEE CHE RAPPRESENTA IL SUO MODELLO?
Marguerite Duras.
E TRA I CLASSICI DELLA LETTERATURA QUALI PREFERISCE?
Stendhal, Goethe, Poe.
CHE RAPPORTO HA AVUTO NEL CORSO DEGLI STUDI CON LA LETTERATURA? E DA SCRITTRICE, SECONDO LEI, COME DOVREBBE ESSERE INSEGNATA NELLE SCUOLE?
È stato al liceo che mi sono innamorata della letteratura straniera del periodo del Romanticismo. Poi, ho preso l’abitudine di prendere in prestito i libri in biblioteca, e ne leggevo uno alla settimana. Da allora non mi sono più fermata. Sono una lettrice onnivora, anche se ho dovuto abbassare la media di libri letti per via del lavoro. Molti professori delle superiori che ho conosciuto consigliano agli studenti di leggere libri per puro divertimento, stimolando riflessioni in classe. Mi sembra un ottimo metodo per educare alla lettura, che è un mezzo straordinario per viaggiare con la mente.
SCRIVE ANCHE LIBRI PER LA FASCIA YOUNG ADULT. CHE RAPPORTO HA CON I GIOVANI?
Rivedo me stessa e nei loro sguardi le mie aspettative di quando avevo la loro età. Mantengo rapporti diretti grazie ai social network con molti giovani lettori ed è straordinario rendersi conto di quale capitale di creatività e di sensibilità si nasconda tra i nostri adolescenti. A dispetto di chi crede che sia una generazione rintronata dal “Grande fratello”.
RITIENE CHE I SUOI ROMANZI APPARTENGANO A UN GENERE DI SCRITTURA CHE AVVICINA I GIOVANI ALLA LETTURA?
Qualcuno mi ha detto di sì, e la cosa mi ha fatto davvero piacere.
CI SONO ALTRE FORME DI ARTE CHE LA INTERESSANO?
Sono una grande appassionata di fotografia. Collaboro con una fotografa di moda, Mirella Malaguti, che ha esposto alcuni dei suoi scatti durante le presentazioni dei miei libri e che ha scattato la maggior parte delle foto ufficiali che mi ritraggono. Sono una grande fan dei poeti maledetti, e amo la pittura di Tamara De Lempicka. Ho riempito la mia casa di stampe e riproduzioni di dipinti di artisti contemporanei. La musica non mi abbandona mai, e spesso sono le canzoni che ascolto mentre scrivo a entrare nei miei romanzi.
AL DI LA’ DELL’ESPERIENZA, SENTE DI ESSERSI ESPRESSA AL MASSIMO DELLE SUE POSSIBILITA’ OPPURE PENSA DI ESSERE ANCORA ALL’INIZIO DEL SUO PERCORSO?
Speriamo che sia la seconda!
NELLA CLASSIFICA DEI BESTSELLER ITALIANI DEI GIORNI SCORSI DOMINAVA FABIO VOLO CON IL SUO ULTIMO ROMANZO “LE PRIME LUCI DEL MATTINO”. COSA PENSA DELLA SITUAZIONE LETTERARIA IN ITALIA?
Grandi successi attirano grandi critiche. Ci sarà sempre la necessità di scrittori popolari come Volo, o Moccia, da prendere come esempi da esecrare, e c’è persino chi se la prende con i libri di cucina. Credo che il mondo letterario italiano sia vivace, ci sono parecchie voci interessanti – anche nel fantastico e nella narrativa di genere – e qualcuno riesce persino a emergere tra la soverchiante maggioranza di titoli stranieri che popolano le nostre librerie.
SEGUE I FATTI CHE AVVENGONO NELLA SOCIETA’ ITALIANA? QUANTO LA INFLUENZANO?
Sono influenzata dalla realtà che mi circonda, e mi pongo un sacco di domande. Qualcuna fa scoccare la scintilla per un libro, ma difficilmente alla fine mi trovo in mano le risposte.
LA SITUAZIONE POLITICA, ECONOMICA E SOCIALE DEL NOSTRO PAESE LE SUGGERISCE TEMATICHE PER LA SUA NARRATIVA?
Non particolarmente.
PARLIAMO DEI SUOI ULTIMI LAVORI. LA SERIE “SCARLETT” (DEDICATA A UN PUBBLICO GIOVANE) E’ STATA MOLTO BENE ACCOLTA. STA PENSANDO A UN ALTRO EPISODIO? CI POTREBBE ESSERE UNA TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA?
Sì, sto pensando a un nuovo libro della serie “Scarlett”. Ho ricevuto proposte per una possibile trasposizione cinematografica, per cui in questo senso tengo le dita incrociate, con il giusto realismo, il cinema fantastico italiano non sforna una grande quantità di titoli!
COSA PENSA E COME STA VIVENDO L’ESPERIENZA CON LA GRAPHIC-NOVEL DEDICATA ALLA VAMPIRA “BLOODYMILLA”?
Mi sono divertita a creare la mia vampira pensando a un western “Il mucchio selvaggio” con forte connotazioni gotiche. Scrivere per i fumetti è impegnativo: oltre al lavoro creativo, ci sono aspetti tecnici molto specifici da tenere in considerazione. Realizzarla in collaborazione con Elena Cesana e Roberta Ingranata, che traducevano le mie suggestioni in immagini, è stata un’esperienza straordinaria.
COME STA ANDANDO LA NUOVA EDIZIONE DE “LA BAMBOLA DAGLI OCCHI DI CRISTALLO” ?
Il libro è piaciuto all’estero, e quest’anno parteciperò a un’antologia di racconti ambientati in Italia per il mercato americano.
SI RITIENE UNA PERSONA OTTIMISTA? QUALI GLI OBIETTIVI PER IL 2012 E COME IMMAGINA IL SUO FUTURO?
Non sono particolarmente ottimista, ma non vuol dire che mi aspetti sempre il peggio! In narrativa è indispensabile definire obiettivi a lungo termine perché la programmazione editoriale viene pianificata con largo anticipo. Diciamo che sto lavorando per realizzare un progetto che personalmente considero… sorprendente.
Filippo Radogna
Nota: le prime tre fotografie di Barbara Baraldi sono opera di Mirella Malaguti, mentre le altre sono tratte dal sito ufficiale www.barbarabaraldi.it