Si narra nel Corano che i Jinn – parola araba tradotta spesso con l’italiano “genio”, mentre in inglese è stata traslitterata in Djinn – siano creature sovrannaturali, originate all’inizio dei tempi per volontà di Allah affinché lo adorassero. Si racconta che questi esseri si muovano a metà fra il mondo angelico e quello umano, pur essendo differenti sia dagli uomini che dagli angeli. Di fatto contrariamente ai primi, originati dalla terra, e ai secondi che nascono dalla luce, i Jinn sono stati creati dalla fiamma di un fuoco senza fumo.
«Creammo l’uomo con argilla secca, tratta da mota impastata. E in precedenza creammo i Jinn dal fuoco di un vento bruciante». (Corano XV. Al-Hijr, 26-27)
Ma i Jinn, pur essendo creature appartenenti al mondo sovrasensibile, possiedono – per volontà stessa di Allah – alcune caratteristiche in comune con l’essere umano come l’intelligenza, la capacità di discernimento, il libero arbitrio e, di conseguenza, la possibilità di scegliere tra il bene e il male. In base a quest’ultima considerazione, secondo la tradizione, si crede che essi abbiano per lo più un carattere maligno, anche se in certi casi posso decidere di manifestarsi con finalità benevole e protettive.
La religione islamica accetta l’esistenza dei Jinn, così come la religione cristiana accetta l’esistenza degli angeli e del demonio, anche se l’Islam non reputa sempre questi esseri maligni. Si limita soltanto a credere che questi possano interferire e infastidire gli esseri umani con la stessa invadenza di un poltergeist.
Sempre il Corano, ci fornisce altri particolari su questi esseri dicendo che esistono tre categorie di Jinn. Il Profeta Maometto racconta: «Vi sono tre generi di Jinn. Uno può volare nell’aria, un altro penetra nei cani e nei serpenti, e un’ultima categoria risiede in un luogo fisso, ma viaggia nei dintorni».
Riguardo al loro aspetto sappiamo soltanto ciò che Allah ha voluto che apprendessimo. Di certo si dice che abbiano un cuore, degli occhi e delle orecchie, perché in un versetto leggiamo: «In verità creammo molti dei Jinn e molti degli uomini per la Jahannam (l’Inferno): essi hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchie che non sentono ( …) ». E voci capaci di sedurre. Sembrerebbe, dunque, che i Jinn abbiano tratti umani. Ma non è così. Essi alle volte sono simili a nebbia capace, però, di trasformarsi e diventare solida per poi assumere le fattezze di un essere umano. Maggiori dettagli li otteniamo sui luoghi nei quali questi demoni preferiscono risiedere. Sappiamo che i Jinn abitano questa terra prediligendo le rovine, le case abbandonate, gli spazi aperti come il deserto, i luoghi sporchi e i cimiteri. Per di più prediligono i luoghi dove è più facile diffondere l’ingiustizia (luoghi affollati nei quali avvengono scambi di merci).
I Jinn hanno, inoltre, poteri e capacità sovrumane. Una di queste facoltà è muoversi in maniera straordinariamente veloce, oltre chiaramente alla facoltà, come abbiamo già detto, di assumere forma umana o animale.
Nel caso in cui un Jinn dovesse, però, arrecare un grave danno a uno o più esseri umani, sarà ritenuto da Allah responsabili delle proprie azioni. Di conseguenza i Jinn staranno in Paradiso allo stesso modo degli umani, in proporzione alla loro condotta su questa terra. E proprio come per gli uomini, si dice nel Corano che i Jinn abbiano riferito in loro difesa: «Tra noi ci sono dei giusti e altri che non lo sono: siamo in diverse sette».
Quando arriverà il momento del Giudizio Universale questi demoni saranno trattati alla stregua di noi umani.
Innegabile comunque è il fascino che questi esseri hanno esercitato su molte culture attraverso i secoli. In Occidente sono stati conosciuti grazie alla celebre raccolta di novelle del X secolo ” Le Mille e una notte” nella quale il protagonista, Aladino, libera da una lampada nella quale vi è rimasto prigioniero, un Jinn. Quest’ultimo in cambio della libertà ottenuta, accetta di esaudire tutti i desideri di Aladino. Di qui l’idea che i “geni” siano in grado di accordare ai propri padroni o coloro che li hanno liberati da un qualche luogo di prigionia, la possibilità di vedere realizzati i propri desideri.
Nella cinematografia moderna i Jinn hanno caratteristiche principalmente negative, come nel film di Wes Craven del 1997 dal titolo Wishmaster – Il signore dei desideri o nella puntata Desideri nascosti del famoso serial Supernatural.