Scrive da pochi anni, ma già alle spalle ha un ottimo curriculum di pubblicazioni un po’ di ogni genere: recentemente si è affacciata anche sulla porta del mondo fantasy con il romanzo “Draghia”. Stiamo parlando di Cinzia Pierangelini, che abbiamo il piacere di presentarvi.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È CINZIA PIERANGELINI?
Una persona che non vuole rinunciare ai propri sogni. Ma anche una docente innamorata del lavoro con i ragazzi, un’amante dei cani, un’idealista rompiscatole (soprannominata “dura e pura”).
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI LETTERARIE PRECEDENTI?
Collaboro con diverse case editrici e, avendo cominciato a scrivere solo nel 2004, posso dire di essere stata abbastanza fortunata, ho molti lavori su carta (romanzi, raccolte di racconti, antologie, fiabe) e ci tengo a chiarire che per nessuno di essi ho dovuto pagare (neanche sotto forma di “copie” come spesso si usa). Insomma, più di un editore mi ha concesso fiducia e questo è un forte incentivo a credere nel mio lavoro. Di certo sono particolarmente orgogliosa dei romanzi pubblicati con la GBM di Messina: “Eraclito e il muro”, la storia di un critico musicale, e “’A jatta”, storia d’amore tra un pensionato e una transessuale.
DA QUALCHE TEMPO HAI PUBBLICATO UN FANTASY PER RAGAZZI, “DRAGHIA” APPUNTO. CE NE VUOI PARLARE?
“Draghia” fa parte del lato “ludico” della mia scrittura, quella dedicata ai ragazzi, quella più idealista che non deve tenere conto di nulla a parte la fantasia. L’ho scritto quasi per gioco, in pochissimo tempo, accogliendo la sfida per una selezione della Delos. Amo mettermi alla prova su nuovi generi e tematiche.
OLTRE A QUESTO ROMANZO, IL RESTO DELLA TUA PRODUZIONE È PRINCIPALMENTE NARRATIVA MAINSTREAM. COME MAI QUESTA SCELTA E COME MAI LA SCELTA DI SCRIVERE UN FANTASY PER RAGAZZI?
No, io in scrittura non scelgo! È un’idea, un’immagine a scegliere me. Mainstream e letteratura per ragazzi hanno viaggiato appaiate dall’inizio. Adoro scrivere romanzi mainstream (uno l’anno, almeno) ma sento l’esigenza di dedicarmi anche ai giovani, alla parte bambina di me che ancora crede, e vuole credere, alle favole. Mi piace trasmettere messaggi positivi ai giovani, cose in cui credere… ce n’è tanto bisogno!
IN QUALE GENERE TI TROVI PIÙ A TUO AGIO?
Io non sono mai a disagio nella scrittura. Il bello è questo, altrimenti farei altro.
QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTÀ CHE HAI INCONTRATO, SE NE HAI INCONTRATE, NELL’AFFRONTARE UNA TEMATICA COSÌ DIVERSA DAL TUO MODO, DIVERSA E SOPRATTUTTO UNA TEMATICA COSÌ PARTICOLARE, RIVOLTA A UN PUBBLICO PIÙ GIOVANE?
Nessuna difficoltà, ho preso un bellissimo libro sui draghi che avevo regalato anni fa a mia figlia, ho sfogliato le illustrazioni e… mi sono calata nel mondo di “Draghia”!
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SPESSO DATO UNA STRIZZATA D’OCCHIO AL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Quando scrivo storie per i ragazzi io mi riposo. Stacco la spina dagli orrori quotidiani, dalle tristezze della vita, dalle necessità della logica. Sono libera di giocare, sognare e donare la parte ancora pulita di me ai più giovani.
SE NON VADO ERRATO, MOLTE TUE ATTIVITÀ SONO LEGATE AL MONDO DELLA MUSICA. COME RIESCI A CONIUGARE LA TUA ATTIVITÀ DI MUSICISTA CON QUELLA DI SCRITTRICE?
Sì, sono una violinista e non nego che da quando ho cominciato a scrivere, il violino ha avuto più tempo per “riposarsi”! D’altronde, scrivere è sempre stato il mio sogno, dalla terza media direi, e quindi dovevo questa cosa a me stessa. Ho aspettato di compiere quaranta anni e di avere alle spalle una carriera per dedicarmi al mio antico sogno. La musica mi ha aiutata moltissimo in questo: ritmo, musicalità, ascolto derivano direttamente dalla mia pratica strumentale.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Per i romanzi mainstream sono loro che vengono a trovarmi: le storie, i personaggi, le immagini. Di certo, necessità nascoste della mia anima (sì, immagino esista l’anima). Per i fantasy, invece, è l’esigenza di “gioco”, purezza. Poi, spesso, accetto sfide per migliorare, scelgo di scrivere di cose particolari (sempre a modo mio, però): serial killer (l’ultimo lavoro), erotismo… L’importante è non rinunciare a se stessi. Non scriverei mai nulla “per” il mercato, son disposta a provare, a mettermi in campo solo con la “mia” scrittura, il mio stile. Insomma, dubito che diventerò famosa!
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Per il futuro: ho pronto un terzo romanzo mainstream sul razzismo, una biografia romanzata scritta in coppia con un altro autore (ennesima sfida) e sto finendo un secondo romanzo per ragazzi; il sogno nel cassetto? Che mi legga una grande casa editrice senza bisogno di segnalazioni (dura e pura). No, scherzo… Il sogno vero? Non invecchiare! Ma credo che questa gara la perderò!
27/10/2008, Davide Longoni